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Moretti: 'La nuova Openjobmetis Varese con piu' certezze'

Moretti: 'La nuova Openjobmetis Varese con piu' certezze'

Il nuovo corso poggia su due certezze: Paolo Moretti e la consapevolezza che perseverare sarebbe diabolico. Varese ha cambiato pelle: alla presidenza è salito Marco Vittorelli, il d.g. è Claudio Colde-bella, nel cda riecco una figura storica e prestigiosa come Toto Bulgheroni. Ma è sul campo che la Openjobmetis intende dimostrare di aver compreso la lezione. Brucia ancora il finale di stagione regolare dell'anno scorso. Cinaue vittorie nelle ultime sette gare e un playoff sfuggito al fotofinish. Perché? Varese si è svegliata tardi.
«Abbiamo cercato di allestire un roster - racconta Moretti  in grado di entrare il prima possibile dentro al campionato. La passata stagione abbiamo trovato gli equilibri troppo tardi, fino a gennaio abbiamo penato non poco». Per questo sarà una Varese più «italianizzata», capace di masticare il passo della A da subito e battersi con ardore nella nuova Champions Fi-ba, con la colonia dei rookie ri- dotta al minimo sindacale. Moretti, partiamo dalle quattro conferme: Cavaliero, Kangur, Campani e Ferrerò. «Persone affidabili e serie al di là delle capacità tecniche. Siamo ripartiti da loro perché sanno cosa significhi indossare la maglia della Pallacanestro Varese». Poi due ritorni: il play Maynor e l'ala Eyenga. «Hanno pesato, nella loro scelta, i giudizi positivi di chi li ha visti lavorare a Varese. Con Maynor, che ha subito un'operazione al ginocchio, ci prendiamo qualche rischio perché crediamo fortemente in lui e nella sua leadership. Sono due giocatori di grande qualità che avranno un peso notevole nell'economia del nostro gioco». Sotto canestro O.D. Anosike, ormai un veterano della Serie A. «Appunto. È alla quarta stagione in Italia. Anche questa scelta non fa che ribadire la volontà di toglierci quella patina di verginità che ci ha condizionato l'anno scorso. E ci metto pure Matteo Canavesi: sarà una pedina importante». Ed eccoci ai rookie: Melvin Johnson, Aleksa Avramovic e Norvel Pelle. «Johnson, la guardia, ha avuto una carriera universitaria da leader offensivo, predilige i ritmi alti e possiede una discreta propensione difensiva. Crediamo si possa completare bene con Maynor e Eyenga. Avramovic sarà il secondo play: l'abbiamo seguito all'Eurocamp di Treviso: è un buon atleta, mancino, abile a produrre punti ma quello che gli chiederò sarà di sviluppare pienamente le doti di playmaking. Pelle è un ragazzo di Antigua e Barbuda. Ha una storia molto particolare e una fisicità e un atletismo pazzeschi. È un giocatore molto verticale dotato di enormi potenzialità».
Passando alla società. Come giudica l'arrivo del d.g. Coldebella? «Ottimo. Sta dando una dimensione di efficienza dentro e fuori dal campo. È meticoloso, attento a ogni dettaglio. La persona giusta per provare a fare il salto di qualità». In società intanto è rientrato Toto Bulgheroni. «Conoscendolo da vicino posso dire solo una cosa: è stato il nostro miglior acquisto. È un uomo capace, possiede equilibrio e conosce la materia. Gioca un ruolo importante tra la squadra e l'ambiente che la circonda. Ci protegge e stimola al tempo stesso. Riportarlo in società è stata una genialata». È il momento di tracciare gli obiettivi della stagione. «Primo step, come detto, partire subito col piede giusto, visto come siamo rimasti scottati dagli errori commessi l'anno scorso. Poi migliorare la posizione il che significa entrare nei playoff, anche con l'ottavo posto. Non sarà facile perchè ci sono club importanti come Reggio Emilia, Trento, Cantù e Brindisi che non faranno le coppe europee, mentre noi vogliamo essere competitivi anche in Europa». Già, c'è la nuova Champions League Fiba e il preliminare del 27 settembre contro il Benfica. «La voglia di misurarci con un basket che non conosciamo è fortissima. Ci toglierà energie fisiche e mentali, restituendoci però un bagaglio di esperienza che sarà fondamentale per alzare il livello». Infine, come vede la nuova Serie A? «Ancora più equilibrata rispetto alle recenti stagioni. Dal secondo al sedicesimo posto i giochi sono molto aperti. Tutto può succedere, vedo tante squadre ambiziose e noi siamo una di quelle».


Vincenzo Di Schiavi

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