MILANO — Sbuca dal corridoio dopo una mezz'ora, il presidente: ha detto quello che doveva allo staff societario e tecnico. Mantiene la calma, non alza la voce, ma si vede che è veramente allucinato da quello che ha visto: «Arrabbiarmi? No. Io sono invece molto, molto deluso. Lo sono profondamente per l'atteggiamento che la squadra ha avuto, perché non ha lottato, non si è battuta, non ha reagito. Capisco che a volte i valori tecnici in campo sono schiaccianti a favore degli avversari – ammette serenamente Gianmarco Scavolini _, ma questo non significa abbassare le braccia e farsi umiliare in questo modo». Qualche fila sotto di lui sedeva Massimo Ambrosini: il campione milanista non ha retto nel vedere la sua Scavolini ridotta così male e se n'è andato alla fine del secondo tempo. Nello stesso momento il presidente si metteva le mani nei capelli: «In quel momento stavo pensando: com'è possibile che in una settimana siamo passati dalle stelle alle stalle? Anche accettando che oggi Milano possa essere più forte della Virtus, io parlo dello spirito che i nostri giocatori avevano mostrato. A me basterebbe vedere almeno quello, le sconfitte si possono anche digerire». Non l'hanno digerita però i tifosi pesaresi, che hanno abbandonato il Palalido a 2' dalla fine: «Li capisco. E' difficile assistere a un simile spettacolo. Non ne potevano più e sono andati via».
Succederà qualcosa, tornerete sul mercato? «Io non penso che la nostra sia una squadra così debole — replica il presidente, una risposta che ormai è la stessa da mesi — penso solo che questo gruppo debba tirare fuori le risorse che ha al suo interno perché ne ha. Il nostro compito è far sì che questo accada».
I giocatori infilano la porta degli spogliatoi che porta al pullman, solo Pecile esce dalla parte dei giornalisti e viene lì a dire la sua: «Il momento per capire com'era questo campionato è finito: è terminato il girone di andata, adesso sappiamo chi siamo noi e chi sono gli altri, come giocano e quanto valgono. Ora è tempo di capire chi ci sta, a chi interessa battersi per questa stagione». Una frustata rivolta verso un gruppo ormai di difficile definizione: «Abbiamo giocato delle brutte partite, mai però eravamo stati annientati, mai avevamo mollato in questo modo. Non è ammissibile».
e.f.
Succederà qualcosa, tornerete sul mercato? «Io non penso che la nostra sia una squadra così debole — replica il presidente, una risposta che ormai è la stessa da mesi — penso solo che questo gruppo debba tirare fuori le risorse che ha al suo interno perché ne ha. Il nostro compito è far sì che questo accada».
I giocatori infilano la porta degli spogliatoi che porta al pullman, solo Pecile esce dalla parte dei giornalisti e viene lì a dire la sua: «Il momento per capire com'era questo campionato è finito: è terminato il girone di andata, adesso sappiamo chi siamo noi e chi sono gli altri, come giocano e quanto valgono. Ora è tempo di capire chi ci sta, a chi interessa battersi per questa stagione». Una frustata rivolta verso un gruppo ormai di difficile definizione: «Abbiamo giocato delle brutte partite, mai però eravamo stati annientati, mai avevamo mollato in questo modo. Non è ammissibile».
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Fonte: Il Resto del Carlino