UDINE. La Snaidero, oggi a Fabriano, si gioca la sfida salvezza di fine andata. Per la Carifac, in crisi societaria, è forse addirittura la partita della vita. Gli arancione andranno, comunque, avanti e hanno un progetto alle spalle. I marchigiani non si sa.
Vero coach Pillastrini?
«A Fabriano ci sarà un clima da guerra santa, un’intera città stretta attorno alla sua squadra (il suo collega Carmenati non prevede più di 2000-2200 spettatori al palasport, ndr). Dovremo essere molto quadrati. Anche se questo non è il momento migliore per noi, speriamo di esserlo».
Gara da ultima spiaggia?
«Nasconde mille insidie ed è di grande importanza, specie in caso di vittoria nostra. Non va sovraccaricata, però, con motivi di classifica. È insidiosa perché giochiamo contro una squadra che nulla ha da perdere. Sta andando oltre alle aspettative e ha una grande occasione. Noi in questo momento, com’è ovvio, non abbiamo grandi sicurezze. Per entrare in una fase migliore servono vittorie e dobbiamo fare tutto quel che serve per vincere».
Tradotto sul campo a Fabriano, che cosa vuole dire?
«Dobbiamo aspettarci una gara tattica, con difese miste o a zona. Loro sono molto preparati in questo senso. Vista la situazione della squadra, hanno fatto gruppo in modo speciale. Fanno cose elaborate in attacco e in difesa. Non perdono mai di vista il filo del gioco. Se non riesce loro il contropiede, vanno al tiro al limite dei 20’’. Hanno giocatori senza ruolo e vanno tutti dentro e fuori. Contro tanti tatticismi è difficile organizzare la partita. Pur perdendo, Fabriano fa giocare male i suoi avversari: Napoli l’ha battuta al supplementare, a Varese se l’è giocata. Dovremo tradurre in situazioni positive per noi le loro tattiche».
Approfittando del fatto che fanno gli straordinari con il quintetto (Gattoni, Nunez, Balliro, Clark, Turner) più Romagnoli cambio dei piccoli e Kingombe dei lunghi, mentre Carney debutterà.
«È una situazione che hanno metabolizzato, però, perché giocano così da tempo. È chiaro, comunque, che dovremo alzare i ritmi e costringerli a faticare sempre».
Voi avete fatto in tempo a metabolizzare la sconfitta di giovedì contro la Pompea?
«Vedremo sul parquet. Non si tratta tanto di assorbire il colpo dell’insuccesso, perché in tanti hanno perso con Napoli. Di sicuro può lasciare il segno la delusione dell’ambiente e la sfiducia, specie nei confronti di alcuni giocatori. Ci vuole una reazione individuale, che sfoci nel gioco di squadra sul campo».
Valerio Morelli
Vero coach Pillastrini?
«A Fabriano ci sarà un clima da guerra santa, un’intera città stretta attorno alla sua squadra (il suo collega Carmenati non prevede più di 2000-2200 spettatori al palasport, ndr). Dovremo essere molto quadrati. Anche se questo non è il momento migliore per noi, speriamo di esserlo».
Gara da ultima spiaggia?
«Nasconde mille insidie ed è di grande importanza, specie in caso di vittoria nostra. Non va sovraccaricata, però, con motivi di classifica. È insidiosa perché giochiamo contro una squadra che nulla ha da perdere. Sta andando oltre alle aspettative e ha una grande occasione. Noi in questo momento, com’è ovvio, non abbiamo grandi sicurezze. Per entrare in una fase migliore servono vittorie e dobbiamo fare tutto quel che serve per vincere».
Tradotto sul campo a Fabriano, che cosa vuole dire?
«Dobbiamo aspettarci una gara tattica, con difese miste o a zona. Loro sono molto preparati in questo senso. Vista la situazione della squadra, hanno fatto gruppo in modo speciale. Fanno cose elaborate in attacco e in difesa. Non perdono mai di vista il filo del gioco. Se non riesce loro il contropiede, vanno al tiro al limite dei 20’’. Hanno giocatori senza ruolo e vanno tutti dentro e fuori. Contro tanti tatticismi è difficile organizzare la partita. Pur perdendo, Fabriano fa giocare male i suoi avversari: Napoli l’ha battuta al supplementare, a Varese se l’è giocata. Dovremo tradurre in situazioni positive per noi le loro tattiche».
Approfittando del fatto che fanno gli straordinari con il quintetto (Gattoni, Nunez, Balliro, Clark, Turner) più Romagnoli cambio dei piccoli e Kingombe dei lunghi, mentre Carney debutterà.
«È una situazione che hanno metabolizzato, però, perché giocano così da tempo. È chiaro, comunque, che dovremo alzare i ritmi e costringerli a faticare sempre».
Voi avete fatto in tempo a metabolizzare la sconfitta di giovedì contro la Pompea?
«Vedremo sul parquet. Non si tratta tanto di assorbire il colpo dell’insuccesso, perché in tanti hanno perso con Napoli. Di sicuro può lasciare il segno la delusione dell’ambiente e la sfiducia, specie nei confronti di alcuni giocatori. Ci vuole una reazione individuale, che sfoci nel gioco di squadra sul campo».
Valerio Morelli