PESARO – Si narra che nei giorni di maltempo uno sfortunato abbonato della Scavolini sia costretto a tenere aperto l’ombrello anche dentro il Bpa Palas, perché nel punto in cui è seduto “ci piove", ovvero il malcapitato deve subire un fastidioso sgocciolamento (a mo’ di “nuvola dell’impiegato" di fantozziana memoria) proveniente da un introvabile pertugio presente sul tetto dell’Astronave. Ebbene, lo iellato “ragioniere" si consoli: al Bpa piove in testa un po’ a tutti. A furia di docce scozzesi, gli ombrelli aperti dovrebbero essere cinquemila e la sindrome di Fantozzi minacciare chiunque si avventuri in zona Torraccia quando gioca la Scavolini. Si può capire il disorientamento ed anche la delusione dei tifosi pesaresi per il perenne zigzagare della loro squadra, una farfalla impazzita... quando non proprio un inguardabile bruco. Ma cerchiamo di andare oltre la delusione e l’apparente assurdità di certi risultati, anche perché di assurdo c’è ben poco. Se ci si ferma ai “nomi" delle squadre, infatti, una sconfitta ad opera della Viola può anche far sensazione, ma se più concretamente si fa mente locale al confronto tra i due roster (uno costruito intorno a Beric e l’altro intorno a Eubanks) non si vede per quale motivo ci si debba sorprendere. I calabresi sono più forti e più squadra. Oltre ad essere più su in classifica, sono tra i primi del campionato nella valutazione (mentre la Scavolini è tra le ultime) e ieri non a caso questo fondamentale confronto è finito 62-100! In queste condizioni ha ragione Crespi quando dice che solo una ferrea determinazione e concentrazione può permettere di colmare il “gap", nuotando per così dire controcorrente, ma siamo onesti: si può basare un’intera stagione esclusivamente sulla forza di volontà?
Forse converrebbe guardare anche ai limiti strutturali della squadra, che almeno in parte si possono ancora correggere. Ok, mettiamo pure una pietra sopra al caso Beric e alla contraddizione insolubile che ne deriva: la squadra è stata costruita su un giocatore che, quanto meno, manca totalmente di continuità. La differenza tra la Scavolini anti-Virtus e quella anti-Viola misura l’esatta distanza tra la Scavolini progettata in estate e quella che invece troppo spesso scende sul parquet, orfana del suo leader designato. Ma se è ormai giocoforza aspettare che il serbo finisca di sfogliare la margherita, per farci sapere (possibilmente entro la primavera) se è quello di Udine e di domenica scorsa oppure quello di quasi tutte le altre partite, è obiettivamente sempre meno tollerabile l’attesa per Richardson, il quale non si può neppure definire “discontinuo" vista la cronica insufficienza delle sue prestazioni, la disarmante regolarità della sua eterea ed elegante inconsistenza tecnica e fisica. Se viene a mancare la prima bocca da fuoco e pure la seconda, si spreca il faticoso lavoro portato avanti da Crespi per costruire un’intelaiatura ed uno spirito di squadra, nonché l’impegno di quanti, in questa squadra, hanno grinta, carattere e voglia di migliorare.
Giancarlo Iacchini
Forse converrebbe guardare anche ai limiti strutturali della squadra, che almeno in parte si possono ancora correggere. Ok, mettiamo pure una pietra sopra al caso Beric e alla contraddizione insolubile che ne deriva: la squadra è stata costruita su un giocatore che, quanto meno, manca totalmente di continuità. La differenza tra la Scavolini anti-Virtus e quella anti-Viola misura l’esatta distanza tra la Scavolini progettata in estate e quella che invece troppo spesso scende sul parquet, orfana del suo leader designato. Ma se è ormai giocoforza aspettare che il serbo finisca di sfogliare la margherita, per farci sapere (possibilmente entro la primavera) se è quello di Udine e di domenica scorsa oppure quello di quasi tutte le altre partite, è obiettivamente sempre meno tollerabile l’attesa per Richardson, il quale non si può neppure definire “discontinuo" vista la cronica insufficienza delle sue prestazioni, la disarmante regolarità della sua eterea ed elegante inconsistenza tecnica e fisica. Se viene a mancare la prima bocca da fuoco e pure la seconda, si spreca il faticoso lavoro portato avanti da Crespi per costruire un’intelaiatura ed uno spirito di squadra, nonché l’impegno di quanti, in questa squadra, hanno grinta, carattere e voglia di migliorare.
Giancarlo Iacchini
Fonte: Il Messaggero