Una vittoria con l'effetto molla. Il botto di Avellino illumina la classifica della Pippo e fa balzare i milanesi in cima al gruppo delle pretendenti all'ultimo posto utile - l'ottavo - per accedere alle Final Eight di Coppa Italia.
Sicuramente non si tratta di centrare una qualificazione alle Champions League, qui non ci sono denari e premi, ma solo di portare in porto un obiettivo certo fino a qualche settimana fa e messo in discussione dalle ultime cadute in campionato. Ad Avellino si è rivista un'Olimpia solida e grintosa, senza quei sonni collettivi che in passato le sono costati break sanguinosi poi difficili da suturare. Si doveva vincere e lo si è fatto, giocando praticamente con sei giocatori e lasciando a lungo in panchina Martin Rancik: «Non c'era bisogno di modificare gli equilibri di un congegno che girava preciso come un orologio svizzero - spiega coach Caja - e per questo Martin ha avuto poco spazio. D'altronde non c'era motivo di cambiare. Abbiamo cominciato subito benissimo andando 9-0, e da lì il nostro vantaggio è sempre cresciuto fino al +20 del terzo quarto. A parte una normale flessione non c'è stata mai partita, sono molto soddisfatto».
Ad Avellino si sono riviste le guardie e le ali, assenti ingiustificate nella nefasta trasferta di Biella: «Ripeto, hanno giocato tutti bene» prosegue il coach dell'Olimpia. «Vedere Coldebella realizzare 18 punti con 6 su 9 al tiro complessivo e Niccolai centrare quattro triple non può che rendermi felice». Un backcourt che non ha sofferto l'assenza di Hugo Sconochini, rimasto a riposo per problemi all'inguine. Un plauso anche a Warren Kidd, capace di scrivere a referto 13 punti e altrettanti rimbalzi. Per lui si tratta del primo exploit dall'inizio della stagione. Le sue prime apparizioni in maglia Pippo sono state sempre belle ma incompiute: oltre al mancato apporto numerico in zona d'attacco, non ha mai avuto la possibilità di giocare con le spalle a canestro e di concludere con il suo leggendario «gancetto». E in effetti, anche per il resto dei compagni non è poi così semplice trovare alternative sul perimetro.
Ora invece Kidd, spalleggiato ad Avellino da un ottimo Vanuzzo, è un fattore in più per questa Olimpia chiamata a confermarsi anche in continuità nella prossima partita casalinga di domenica contro la Scavolini. Si tratterà della terza gara in sette giorni (e di mezzo c'era pure l'ultimo dell'anno). Il rischio è di essere un po' scarichi? «Direi di no - risponde Caja - i ragazzi sono in buona condizione. Contro la Scavolini dobbiamo assolutamente vincere, non solo per accedere alle finali di Coppa Italia, ma anche per proseguire nella nostra corsa in campionato, dove non possiamo concedere punti a nessuno nelle partite interne».
Resta l'incognita Sconochini. Solo dopo l'allenamento odierno, il primo dopo Avellino, si potrà scommettere sul suo utilizzo contro la Scavolini Pesaro.
Maurizio Trezzi
Sicuramente non si tratta di centrare una qualificazione alle Champions League, qui non ci sono denari e premi, ma solo di portare in porto un obiettivo certo fino a qualche settimana fa e messo in discussione dalle ultime cadute in campionato. Ad Avellino si è rivista un'Olimpia solida e grintosa, senza quei sonni collettivi che in passato le sono costati break sanguinosi poi difficili da suturare. Si doveva vincere e lo si è fatto, giocando praticamente con sei giocatori e lasciando a lungo in panchina Martin Rancik: «Non c'era bisogno di modificare gli equilibri di un congegno che girava preciso come un orologio svizzero - spiega coach Caja - e per questo Martin ha avuto poco spazio. D'altronde non c'era motivo di cambiare. Abbiamo cominciato subito benissimo andando 9-0, e da lì il nostro vantaggio è sempre cresciuto fino al +20 del terzo quarto. A parte una normale flessione non c'è stata mai partita, sono molto soddisfatto».
Ad Avellino si sono riviste le guardie e le ali, assenti ingiustificate nella nefasta trasferta di Biella: «Ripeto, hanno giocato tutti bene» prosegue il coach dell'Olimpia. «Vedere Coldebella realizzare 18 punti con 6 su 9 al tiro complessivo e Niccolai centrare quattro triple non può che rendermi felice». Un backcourt che non ha sofferto l'assenza di Hugo Sconochini, rimasto a riposo per problemi all'inguine. Un plauso anche a Warren Kidd, capace di scrivere a referto 13 punti e altrettanti rimbalzi. Per lui si tratta del primo exploit dall'inizio della stagione. Le sue prime apparizioni in maglia Pippo sono state sempre belle ma incompiute: oltre al mancato apporto numerico in zona d'attacco, non ha mai avuto la possibilità di giocare con le spalle a canestro e di concludere con il suo leggendario «gancetto». E in effetti, anche per il resto dei compagni non è poi così semplice trovare alternative sul perimetro.
Ora invece Kidd, spalleggiato ad Avellino da un ottimo Vanuzzo, è un fattore in più per questa Olimpia chiamata a confermarsi anche in continuità nella prossima partita casalinga di domenica contro la Scavolini. Si tratterà della terza gara in sette giorni (e di mezzo c'era pure l'ultimo dell'anno). Il rischio è di essere un po' scarichi? «Direi di no - risponde Caja - i ragazzi sono in buona condizione. Contro la Scavolini dobbiamo assolutamente vincere, non solo per accedere alle finali di Coppa Italia, ma anche per proseguire nella nostra corsa in campionato, dove non possiamo concedere punti a nessuno nelle partite interne».
Resta l'incognita Sconochini. Solo dopo l'allenamento odierno, il primo dopo Avellino, si potrà scommettere sul suo utilizzo contro la Scavolini Pesaro.
Maurizio Trezzi
Fonte: Il Giorno