PESARO — Ci sarà pure un motivo se un giocatore che prima della pausa pareva il leader della Scavolini - miglior realizzatore, primo nelle palle recuperate e negli assist, uomo che stava più minuti in campo - adesso vaga per il campo come un fantasma. Oppure non ci mette neanche piede nella ripresa, mentre la squadra va a picco con la Viola.
«Ho visto uomini che avevano più voglia di vincere di lui...», era stata la rapida spiegazione di Crespi a fine match. Ma il giorno dopo, è chiaro che su un episodio del genere bisogna tornarci: 9' appena suonano come un'eccezione per Richardson. O come una bocciatura. E infatti ieri mattina l'americano è stato convocato in sede dove ha avuto un colloquio di un'ora con Crespi.
«Non è una bocciatura. Il suo rendimento è calato e gli ho chiesto se c'erano dei problemi — racconta Crespi —. Dopo la pausa è indubbio che ha avuto un calo e anche lui riconosce che non gioca come prima. Ma non ha una spiegazione, perchè i nostri giochi sono rimasti quelli e lo spazio non gliel'avevo mai negato fino ad ora».
Una terapia d'urto, come è stato fatto per Gilbert? O magari, sotto altri aspetti, per Beric? Anche perchè le voci che giravano parlavano di un ragazzo, prima che di un giocatore, che voleva tornare a casa per vedere suo figlio, nato giusto un mese fa.
«Abbiamo parlato anche di questo. Chiaro, mi ha detto che è dura essere padre e non averlo mai visto, mi sarei meravigliato del contrario. Ma a marzo il bimbo verrà qui con la madre e lui non mi è sembrato uno che non ha più voglia di stare qui».
Bisognerà allora capire perchè Richardson che tra la 9ª e la 12ª giornata viaggiava a 17,3 punti col 44,3% da tre punti è improvvisamente crollato ad un rendimento di 6,3 punti col 25% nelle ultime tre-quattro partite.
L'analisi del giorno dopo non riguarda, naturalmente, solo un singolo. Con la Viola, nella partita che poteva segnare la svolta stagionale e uno spiraglio per le Final Eight, sono mancati in diversi all'appello, in primis un Beric che pareva aver ritrovato sè stesso sotto l'albero e invece ha avuto una ricaduta, un Pecile che sembra sempre troppo confuso sul da farsi, e stavolta anche un Lacey stritolato dai lunghi avversari. Dopo la gara, il coach aveva picchiato duro sull'atteggiamento superficiale dei giocatori nell'approccio alla gara ma il giorno dopo, come ha già fatto in altre occasioni, ammorbidisce i toni: «Ho riguardato il filmato della partita e non mi sento di dire che la squadra non ha combattuto, specie nella ripresa. E' stata però immatura nel leggere le situazioni tattiche del match — dice ancora Crespi, chiudendo una parentesi amara — e leggera mentalmente all'inizio, ma poi non ha lesinato l'impegno».
Per fortuna non c'è troppo tempo per arrovellarsi e il gruppo, se è solido, ha già la possibilità di un immediato riscatto domani a Milano contro la Pippo di Caja. Dopo il revival che ha portato bene con Bianchini, chissà se rivedere la faccia di Coldebella accenderà in qualcuno antichi furori.
Elisabetta Ferri
«Ho visto uomini che avevano più voglia di vincere di lui...», era stata la rapida spiegazione di Crespi a fine match. Ma il giorno dopo, è chiaro che su un episodio del genere bisogna tornarci: 9' appena suonano come un'eccezione per Richardson. O come una bocciatura. E infatti ieri mattina l'americano è stato convocato in sede dove ha avuto un colloquio di un'ora con Crespi.
«Non è una bocciatura. Il suo rendimento è calato e gli ho chiesto se c'erano dei problemi — racconta Crespi —. Dopo la pausa è indubbio che ha avuto un calo e anche lui riconosce che non gioca come prima. Ma non ha una spiegazione, perchè i nostri giochi sono rimasti quelli e lo spazio non gliel'avevo mai negato fino ad ora».
Una terapia d'urto, come è stato fatto per Gilbert? O magari, sotto altri aspetti, per Beric? Anche perchè le voci che giravano parlavano di un ragazzo, prima che di un giocatore, che voleva tornare a casa per vedere suo figlio, nato giusto un mese fa.
«Abbiamo parlato anche di questo. Chiaro, mi ha detto che è dura essere padre e non averlo mai visto, mi sarei meravigliato del contrario. Ma a marzo il bimbo verrà qui con la madre e lui non mi è sembrato uno che non ha più voglia di stare qui».
Bisognerà allora capire perchè Richardson che tra la 9ª e la 12ª giornata viaggiava a 17,3 punti col 44,3% da tre punti è improvvisamente crollato ad un rendimento di 6,3 punti col 25% nelle ultime tre-quattro partite.
L'analisi del giorno dopo non riguarda, naturalmente, solo un singolo. Con la Viola, nella partita che poteva segnare la svolta stagionale e uno spiraglio per le Final Eight, sono mancati in diversi all'appello, in primis un Beric che pareva aver ritrovato sè stesso sotto l'albero e invece ha avuto una ricaduta, un Pecile che sembra sempre troppo confuso sul da farsi, e stavolta anche un Lacey stritolato dai lunghi avversari. Dopo la gara, il coach aveva picchiato duro sull'atteggiamento superficiale dei giocatori nell'approccio alla gara ma il giorno dopo, come ha già fatto in altre occasioni, ammorbidisce i toni: «Ho riguardato il filmato della partita e non mi sento di dire che la squadra non ha combattuto, specie nella ripresa. E' stata però immatura nel leggere le situazioni tattiche del match — dice ancora Crespi, chiudendo una parentesi amara — e leggera mentalmente all'inizio, ma poi non ha lesinato l'impegno».
Per fortuna non c'è troppo tempo per arrovellarsi e il gruppo, se è solido, ha già la possibilità di un immediato riscatto domani a Milano contro la Pippo di Caja. Dopo il revival che ha portato bene con Bianchini, chissà se rivedere la faccia di Coldebella accenderà in qualcuno antichi furori.
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino