QUALCOSA è cambiato? Al momento non abbastanza: la Skipper lamenta le stesse lacune che l´avevano fatta scricchiolare fin da settembre e non permisero a Boniciolli di cementare la sua panchina. Repesa fatica a trasmettere nuova linfa: i risultati parlano chiaro. La sua tripletta d´Eurolega non bilancia il 2-4 di campionato: la somma fa 5 vinte e 4 perse, solo un pelo più ricca dell´8-8 del predecessore. Di fatto, la Fortitudo è tornata indietro di una fila e, senza la vittoria allo scadere di Berlino, la situazione complessiva sarebbe drammatica. Così, è solo grave. Naturalmente lo si avverte anche nel nido dell´Aquila. Il day after, passata Livorno, s´è consumato con la stessa dinamica delle recenti amarezze da viaggio: confronti serrati all´interno e silenzio stampa rispettato in blocco dalla squadra. Poi, anche Savic, che ha costruito e crede in questo organico, sul quale s´iniziano a nutrire forti dubbi, ieri ha preferito non parlarne.
Chiaro che a Repesa il naufragio di giovedì non è andato giù da subito. Furibondo in panchina, alle discussioni e alle sbracciate con Pozzecco ha fatto seguire una bocca cucita in sala stampa, per evitare «straripamenti» che avrebbero peggiorato le cose. E´ chiaro comunque che la squadra non è sicura e va fuori giri: le baruffe di Treviso e Biella e i falli sistematici di Livorno lo confermano.
E allora? L´assenza di Kovacic è un problema, ma in un bilancio globale è solo una foglia di fico. Cosa non va è sotto gli occhi di tutti e lo era anche a metà novembre. Pozzecco fatica a ingranare, segna per i minuti che sta in campo (quasi 0.6 punti al minuto, ne farebbe 24 in 40´), ha deciso qualche partita, ma il 35% da tre e le 4 perse per sera sono segnali evidenti che ancora non è riuscito a fare il suo gioco, dovendo spesso subire il centrocampo avversario: così, il problema che Boniciolli enunciava a mezza bocca s´è ora tramandato a Repesa, che l´ha pure evocato sui giornali, e a Zoran, che dovrà prenderlo di petto, da dirigente. Scepanovic prima era infortunato, adesso è impresentabile: non sarà quello vero, ma ha prodotto poche prove discrete. Il resto a ruota: su e giù per Barton, giustificabile per la verde età e l´inesperienza, comunque in calo nelle ultime uscite; Basile e Galanda tengono, ma non sempre brillano; Van Den Spiegel e Skelin, pur con impieghi diversi, alternano la propria efficienza. Il quadro non è roseo, perchè 3 delle 4 sconfitte esterne sono arrivate a Napoli, Biella e Livorno, con squadre in difficoltà, però tonificate da grinta e corsa. In mezzo alle ultime due, la vittoria sudata con Udine non sarebbe stata così automatica a campi invertiti.
Il bilanciamento della Skipper è leggermente cambiato, più votato al perimetro (anche per la crescita di Delfino) che alle soluzioni interne, ma fin qui non è servito un granchè. L´unico colpo importante è arrivato quando sono state segnate 15 bombe, a Berlino, e solo all´ultimo pallone. L´arma è a doppio taglio perchè non sempre va così: anzi, le cannonate subìte e non date a Napoli e Biella lo dimostrano. Tempo ce n´è tanto, quante però le faccende da sistemare.
Francesco Forni
Chiaro che a Repesa il naufragio di giovedì non è andato giù da subito. Furibondo in panchina, alle discussioni e alle sbracciate con Pozzecco ha fatto seguire una bocca cucita in sala stampa, per evitare «straripamenti» che avrebbero peggiorato le cose. E´ chiaro comunque che la squadra non è sicura e va fuori giri: le baruffe di Treviso e Biella e i falli sistematici di Livorno lo confermano.
E allora? L´assenza di Kovacic è un problema, ma in un bilancio globale è solo una foglia di fico. Cosa non va è sotto gli occhi di tutti e lo era anche a metà novembre. Pozzecco fatica a ingranare, segna per i minuti che sta in campo (quasi 0.6 punti al minuto, ne farebbe 24 in 40´), ha deciso qualche partita, ma il 35% da tre e le 4 perse per sera sono segnali evidenti che ancora non è riuscito a fare il suo gioco, dovendo spesso subire il centrocampo avversario: così, il problema che Boniciolli enunciava a mezza bocca s´è ora tramandato a Repesa, che l´ha pure evocato sui giornali, e a Zoran, che dovrà prenderlo di petto, da dirigente. Scepanovic prima era infortunato, adesso è impresentabile: non sarà quello vero, ma ha prodotto poche prove discrete. Il resto a ruota: su e giù per Barton, giustificabile per la verde età e l´inesperienza, comunque in calo nelle ultime uscite; Basile e Galanda tengono, ma non sempre brillano; Van Den Spiegel e Skelin, pur con impieghi diversi, alternano la propria efficienza. Il quadro non è roseo, perchè 3 delle 4 sconfitte esterne sono arrivate a Napoli, Biella e Livorno, con squadre in difficoltà, però tonificate da grinta e corsa. In mezzo alle ultime due, la vittoria sudata con Udine non sarebbe stata così automatica a campi invertiti.
Il bilanciamento della Skipper è leggermente cambiato, più votato al perimetro (anche per la crescita di Delfino) che alle soluzioni interne, ma fin qui non è servito un granchè. L´unico colpo importante è arrivato quando sono state segnate 15 bombe, a Berlino, e solo all´ultimo pallone. L´arma è a doppio taglio perchè non sempre va così: anzi, le cannonate subìte e non date a Napoli e Biella lo dimostrano. Tempo ce n´è tanto, quante però le faccende da sistemare.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica