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Fabriano, con Udine la prova d'orgoglio

ANCONA — Cartai. E non carta straccia, please. Fabriano vive e lotta insieme a noi. Clark è l'Attilio Regolo contro Varese. Si batte (da solo) contro un esercito. Ma non basta. Alberti è un mecenate, ingaggia Carney, fa il profeta di salvezza e (forse) non basterà. La città, il tifo, fanno quadrato, ma non basterà.Mai. Quello che basta è vedere la voglia, anzi il vizio di vivere di una squadra che vuole esorcizzare la morte. E che al nichilismo sportivo preferisce la metempsicosi dell'anima baskettara, il rinnovamento di quello spirito di passione da un corpo all'altro di questa squadra. Domani è un altro giorno. Di lotta. Fabriano sfida chi gli fa ombra, Udine, e la sua stessa ombra, la sfiducia. Non staranno meglio le altre dirette rivali di Fabriano: i lupacchiotti dell'Air Avellino, dopo esser stati spazzati via dalla scopa Pippo, infileranno il muso nel catino romano della Virtus di ser Bucchi. Biella conterà sul calduccio del suo palas, ma rischierà di ferirsi con gli aculei del Roseto. Anche i cuginetti pesaresi non se la vedranno facile. Pinocchio Crespi ha vissuto una bella fiaba con la Virtus, è tornato nel ciclo dei vinti schiacciato dalla marea Viola e domani tornerà dal vecchio padre Milano. Monte Paschi, ko con Roseto, sfiderà la decadente Virtus. L'antiBenetton Cantù vuole passeggiare a Trieste. L'altra lumbàrd Metis vorrebbe bersi la Skipper, ma sarebbe troppo bello. Giù con la schiena. E palleggiare.
Giorgio Guidelli
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