Impossibilitata a contestare Madrigali per visibile assenza dell´oggetto, flebile e sparuta contro Bianchini, che non era il vero bersaglio, la platea di Casalecchio s´è dovuta godere, alla fine, quel che resta della Virtus. Ossia una squadra che, profittando della fragilità di Biella, s´è presa la partita a spallate, come magari avrebbe dovuto far più spesso in passato: e che, con questa esibizione di muscoli, s´è almeno procurata il calore della sua gente, oltrechè la vittoria con lo scarto più largo dell´anno. Non per gonfiarci troppo il petto, stante la modestia altrui, però almeno per convincersi che così brocca non è. Di Final Eight, invece, meglio non parlarne: c´è una possibilità su mille di entrarci, e solo come ottava.
Non s´è visto dunque Madrigali, che comunque era al Malaguti custodito, per precauzione, da una confortevole saletta: e forse la scelta di concedere la diretta a Rete 7, decisa alle 17, confinava con la voglia del grande capo di vedersela in salotto. Lo sapremo se, dall´una tantum, si passerà o meno a un´intesa per tutta la stagione con l´emittente cittadina. Quanto a Bianchini, contitolare, ai tempi, dell´anatema del Vate che limitava l´export bolognese di successo alle sue canzoni e ai tortellini, ci ha pensato proprio Lucio Dalla, un emblema di virtussinità, a sdoganarlo, andando a omaggiarlo fin sulla sua panchina.
Dalla lo abbraccia a lungo, sotto i flash dei fotografi e i berci di qualche curvaiolo, si parlano e si buffettano, e poi torna al suo posto. Lucio, dove vai, non sai che qui il Vate non lo vogliono? «Ma scherziamo, Valerio è un grande, ha vinto tre scudetti». Sì, quando tu cantavi «Balla, balla ballerina»... «No, che vuol dire, lui resta un grande. Poi, è caduto l´impero romano, potrà ben cadere anche la Virtus, se la squadra non è buona». Alle presentazioni, tranne buuuh dalla curva, poca roba, di vocale. Di scritto, uno striscione dei Forever Boys: «Presenti solo per la maglia». Poi uno meno alato: «Madrigali facci un regalo: Vattene». Applauso dell´arena. Tutto qui il prima. E ancora meno il dopo.
Non avesse fatto il quintetto coi certificati medici (Koturovic zoppo a un piede, salterà anche Siena, Sekularac e Smodis, mezzi rotti, a sedere), Bianchini si sarebbe pure risparmiato la sbiellata iniziale, quando Thomas è volato 17-9 con 11 punti (e tre triplone). Acchiappati prima da Dial (25-23 al 13´), i piemontesi sono stati poi divelti in un secondo quarto in cui hanno esalato due cestini in tutto (uno a 11´´ dal gong), stracciati da Smodis, che ha fatto canestri, difesa, lanci e svegliato, oltre ai compagni, anche la platea. Era stato tosto alla vigilia, quando aveva invitato a stare a casa chi volesse venire per contestare: e dal faccione pulito di Matjaz, del resto, si può accettare tutto, se poi, in campo, spara altrettanto forte e chiaro.
Il 22-4 del secondo quarto, condito pure di stoppate tremende, dice tutto. Sennò, aggiunge il resto il 21-10 del terzo. Non è un test definitivo, per carità lasciamo stare la mano di Bianchini, attesa a ordalie più vere, però il viaggio è partito bene e il vecchio pilota potrà fregiarsene. Infine, su Granger e il suo visto, sarà una partita fra Virtus e Questura di Bologna per ottenerne quella proroga di tre mesi che, alla scadenza del 25 aprile, gli consentirebbe di finire l´anno. Le autorità sportive non c´entrano più, tocca darsi da fare in piazza Galilei.
Walter Fuochi
Non s´è visto dunque Madrigali, che comunque era al Malaguti custodito, per precauzione, da una confortevole saletta: e forse la scelta di concedere la diretta a Rete 7, decisa alle 17, confinava con la voglia del grande capo di vedersela in salotto. Lo sapremo se, dall´una tantum, si passerà o meno a un´intesa per tutta la stagione con l´emittente cittadina. Quanto a Bianchini, contitolare, ai tempi, dell´anatema del Vate che limitava l´export bolognese di successo alle sue canzoni e ai tortellini, ci ha pensato proprio Lucio Dalla, un emblema di virtussinità, a sdoganarlo, andando a omaggiarlo fin sulla sua panchina.
Dalla lo abbraccia a lungo, sotto i flash dei fotografi e i berci di qualche curvaiolo, si parlano e si buffettano, e poi torna al suo posto. Lucio, dove vai, non sai che qui il Vate non lo vogliono? «Ma scherziamo, Valerio è un grande, ha vinto tre scudetti». Sì, quando tu cantavi «Balla, balla ballerina»... «No, che vuol dire, lui resta un grande. Poi, è caduto l´impero romano, potrà ben cadere anche la Virtus, se la squadra non è buona». Alle presentazioni, tranne buuuh dalla curva, poca roba, di vocale. Di scritto, uno striscione dei Forever Boys: «Presenti solo per la maglia». Poi uno meno alato: «Madrigali facci un regalo: Vattene». Applauso dell´arena. Tutto qui il prima. E ancora meno il dopo.
Non avesse fatto il quintetto coi certificati medici (Koturovic zoppo a un piede, salterà anche Siena, Sekularac e Smodis, mezzi rotti, a sedere), Bianchini si sarebbe pure risparmiato la sbiellata iniziale, quando Thomas è volato 17-9 con 11 punti (e tre triplone). Acchiappati prima da Dial (25-23 al 13´), i piemontesi sono stati poi divelti in un secondo quarto in cui hanno esalato due cestini in tutto (uno a 11´´ dal gong), stracciati da Smodis, che ha fatto canestri, difesa, lanci e svegliato, oltre ai compagni, anche la platea. Era stato tosto alla vigilia, quando aveva invitato a stare a casa chi volesse venire per contestare: e dal faccione pulito di Matjaz, del resto, si può accettare tutto, se poi, in campo, spara altrettanto forte e chiaro.
Il 22-4 del secondo quarto, condito pure di stoppate tremende, dice tutto. Sennò, aggiunge il resto il 21-10 del terzo. Non è un test definitivo, per carità lasciamo stare la mano di Bianchini, attesa a ordalie più vere, però il viaggio è partito bene e il vecchio pilota potrà fregiarsene. Infine, su Granger e il suo visto, sarà una partita fra Virtus e Questura di Bologna per ottenerne quella proroga di tre mesi che, alla scadenza del 25 aprile, gli consentirebbe di finire l´anno. Le autorità sportive non c´entrano più, tocca darsi da fare in piazza Galilei.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica