Zacchetti leggermente distorto a una caviglia, Burke afflitto da una contrattura all'inguine, Nikagbatse dolorante al polso destro: il bollettino medico della Snaidero, alla vigilia della gara interna di stasera contro la Pompea Napoli (inizio alle 20.30), non è affatto rassicurante. È soprattutto la condizione di Burke (peraltro ignorato da Pillastrini nelle ultime gare) a preoccupare maggiormente lo staff arancione, mentre i rimanenti due dovrebbero comunque far parte della rosa, nella quale rientrerà anche Li Vecchi dopo il periodo di sospensione disciplinare.
Gara di vitale importanza per i destini dei friulani, quella contro i partenopei del gm udinese Andrea Fadini, prima di un trittico comprendente anche la trasferta di domenica a Fabriano e il successivo impegno al «Carnera» contro Livorno.
Penultima in classifica, con due soli punti di vantaggio sulla cenerentola Fabriano e staccata di quattro lunghezze dal gruppetto che la precede, la Snaidero è obbligata stasera a vincere, con l'allenatore Pillastrini ad attendersi molto dai prossimi turni. Avversario comunque non facile, la Pompea allenata da Mazzon, guarnita sotto canestro con Conlon, Morena e Andersen e attrezzata nel reparto esterni con Clack e Davison, senza escludere i vari Greer, Rajola e Penberthy.
Ma i friulani arrivano dalla prestazione positiva, anche se tanto per cambiare infruttuosa, del PalaDozza contro la Skipper, performance che autorizza «Big Pilla» a dichiararsi fiducioso riguardo alla prima partita del nuovo anno della sua squadra. L'obiettivo dei friulani è ora mantenere a distanza di sicurezza l'ultimo posto che vale la retrocessione in LegaDue, punto di riferimento che potrebbe non bastare nel caso Fabriano incorresse nel fallimento societario lasciando la retrocessione tra le mani di chi lo precedesse immediatamente in graduatoria. Rischio concreto che Udine può evitare solo con un filotto vincente a partire appunto dal match di stasera contro l'insidiosa Pompea. Perchè a questo punto, anche se con metà campionato ancora di fronte, più che le belle parole contano i fatti e i punti in classifica.
Edi Fabris
Fonte: Il Piccolo