La Coppa Italia, lui, non l'ha mai vinta. Anche se ci è arrivato vicino, tremendamente vicino.
Nel 1999 — nell'anno che sarebbe coinciso, poi, con lo scudetto strappato alla Benetton — Gianmarco Pozzecco disputò la sua prima finale. Era la finale di Coppa Italia, si giocava al PalaMalaguti di Casalecchio. Lui, il Poz, si era appena liberato della TeamSystem di Vinnie Del Negro (quello che aveva sbagliato il rigore che avrebbe potuto cambiare direzione alla stagione).
Dall'altra parte del campo, però, c'era una Kinder priva di Danilovic, scottata dalla toccata e fuga di Olowokandi e pure un po' acciaccata.
Con il Poz c'erano il fido Galanda, il soldatino De Pol, il “tutor” Recalcati e il gemellino Meneghin. Varese avanti praticamente per quaranta minuti, un'invenzione finale di Rigaudeau e una discutibile scelta di tiro del “Menego”. La Coppa finirà nelle mani di Binelli, il Poz tirerà una manata al trofeo del secondo classificato.
Se vuole avere la possibilità di rigiocarsi la Coppa Italia (o almeno prender parte alla final eight), Gianmarco Pozzecco non ha che una strada da imboccare.
Condurre alla vittoria i suoi compagni a Livorno e infrangere un tabù che per Repesa sta cominciando a diventare un fardello pesante. Già, perché la sua Skipper, lontano dalle tavole del PalaDozza, non è mai riuscita a vincere. Almeno in campionato, perché il blitz, viceversa, è stato centrato a Berlino, ma in Eurolega.
Il Poz dovrà fare a meno di Kovacic — quinta assenza consecutiva per Emilio che, praticamente, non ha mai giocato per Repesa e che probabilmente tornerà a disposizione la settimana, ad Atene, contro l'Aek, o addirittura il 12 gennaio, in occasione della prima giornata di ritorno con Trieste —, ma sotto canestro cercherà di sfruttare l'esuberanza del suo fratellino minore.
Minore ma solo d'età, perché Tomas Van den Spiegel, se non grosso, è comunque di un'altezza fuori dal comune. Saranno quei due, Poz e “VdS”, a dover accendere la luce a Livorno (palla a due alle 20,30), contro una squadra che non ha molti punti in classifica, ma che paga anche il conto con la malasorte (troppi infortuni per coach Banchi). Il problema, però, è legato alle condizioni di Tomas che, da alcuni giorni, si trascina una febbre che gli impedisce di essere brillante come vorrebbe e che costringerà Repesa a dare più spazio a Mate Skelin.
La trasferta di Livorno, però, rappresenta un bivio importante, perché la Fortitudo, rispetto al calendario di Trieste (club con il quale l'Aquila ha un saldo negativo), ha un cammino abbastanza agevole. Ma dovrà essere la Fortitudo a farsi un regalo e a rendere più semplice il proprio percorso, cominciando finalmente a vincere in trasferta. Lasciandosi alle spalle dubbi e tossine. E poi resta da sistemare una difesa che, inspiegabilmente, presenta una versione double-face.
Dura e aggressiva quando la partita va in scena tra le mura amiche. Quasi accondiscendente in trasferta. Le prime parole di Repesa (attualmente contingentate, per il silenzio stampa) furono indirizzate proprio alla consistenza (scarsa) della retroguardia biancoblù: è venuto il momento di svoltare.
Chi intenda seguire la cronaca dell'incontro potrà farlo, in diretta, sintonizzandosi, a partire dalle ore 20,15, sulle frequenze di Radio Bruno (oppure digitando sul computer «www.fortitudo.it») con la voce di Michele Forino.
E' tv – Rete 7, invece, proporrà domani, a partire dalle 22,30, la differita con la telecronaca di Fabrizio Pungetti. Domenica, poi, la Fortitudo tornerà in campo contro Varese. Sarebbe stata la gara dell'ex Meneghin, ma Andrea, ormai, è ko da lungo tempo. La gara, probabilmente, la vedrà solo dalla tribuna.
Alessandro Gallo
Nel 1999 — nell'anno che sarebbe coinciso, poi, con lo scudetto strappato alla Benetton — Gianmarco Pozzecco disputò la sua prima finale. Era la finale di Coppa Italia, si giocava al PalaMalaguti di Casalecchio. Lui, il Poz, si era appena liberato della TeamSystem di Vinnie Del Negro (quello che aveva sbagliato il rigore che avrebbe potuto cambiare direzione alla stagione).
Dall'altra parte del campo, però, c'era una Kinder priva di Danilovic, scottata dalla toccata e fuga di Olowokandi e pure un po' acciaccata.
Con il Poz c'erano il fido Galanda, il soldatino De Pol, il “tutor” Recalcati e il gemellino Meneghin. Varese avanti praticamente per quaranta minuti, un'invenzione finale di Rigaudeau e una discutibile scelta di tiro del “Menego”. La Coppa finirà nelle mani di Binelli, il Poz tirerà una manata al trofeo del secondo classificato.
Se vuole avere la possibilità di rigiocarsi la Coppa Italia (o almeno prender parte alla final eight), Gianmarco Pozzecco non ha che una strada da imboccare.
Condurre alla vittoria i suoi compagni a Livorno e infrangere un tabù che per Repesa sta cominciando a diventare un fardello pesante. Già, perché la sua Skipper, lontano dalle tavole del PalaDozza, non è mai riuscita a vincere. Almeno in campionato, perché il blitz, viceversa, è stato centrato a Berlino, ma in Eurolega.
Il Poz dovrà fare a meno di Kovacic — quinta assenza consecutiva per Emilio che, praticamente, non ha mai giocato per Repesa e che probabilmente tornerà a disposizione la settimana, ad Atene, contro l'Aek, o addirittura il 12 gennaio, in occasione della prima giornata di ritorno con Trieste —, ma sotto canestro cercherà di sfruttare l'esuberanza del suo fratellino minore.
Minore ma solo d'età, perché Tomas Van den Spiegel, se non grosso, è comunque di un'altezza fuori dal comune. Saranno quei due, Poz e “VdS”, a dover accendere la luce a Livorno (palla a due alle 20,30), contro una squadra che non ha molti punti in classifica, ma che paga anche il conto con la malasorte (troppi infortuni per coach Banchi). Il problema, però, è legato alle condizioni di Tomas che, da alcuni giorni, si trascina una febbre che gli impedisce di essere brillante come vorrebbe e che costringerà Repesa a dare più spazio a Mate Skelin.
La trasferta di Livorno, però, rappresenta un bivio importante, perché la Fortitudo, rispetto al calendario di Trieste (club con il quale l'Aquila ha un saldo negativo), ha un cammino abbastanza agevole. Ma dovrà essere la Fortitudo a farsi un regalo e a rendere più semplice il proprio percorso, cominciando finalmente a vincere in trasferta. Lasciandosi alle spalle dubbi e tossine. E poi resta da sistemare una difesa che, inspiegabilmente, presenta una versione double-face.
Dura e aggressiva quando la partita va in scena tra le mura amiche. Quasi accondiscendente in trasferta. Le prime parole di Repesa (attualmente contingentate, per il silenzio stampa) furono indirizzate proprio alla consistenza (scarsa) della retroguardia biancoblù: è venuto il momento di svoltare.
Chi intenda seguire la cronaca dell'incontro potrà farlo, in diretta, sintonizzandosi, a partire dalle ore 20,15, sulle frequenze di Radio Bruno (oppure digitando sul computer «www.fortitudo.it») con la voce di Michele Forino.
E' tv – Rete 7, invece, proporrà domani, a partire dalle 22,30, la differita con la telecronaca di Fabrizio Pungetti. Domenica, poi, la Fortitudo tornerà in campo contro Varese. Sarebbe stata la gara dell'ex Meneghin, ma Andrea, ormai, è ko da lungo tempo. La gara, probabilmente, la vedrà solo dalla tribuna.
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino
