Fu lui il primo «paisà» a passare per Treviso: il Palaverde era appena stato costruito e la Benetton approfittò del regolamento per prendere quel trottolino che a Roma aveva giocato da americano. Phil Melillo, quasi 20 anni fa, era agli sgoccioli della carriera da giocatore; ora attraversa quella più bella da coach: l'Euro oggi ha... un alto valore grazie soprattutto a lui, che ha portato Roseto molto in alto, addirittura al secondo posto, prima anche delle bolognesi. Ed ora, dopo l'operazione ad una spalla, sta per recuperare il pericolo pubblico numero uno, Rodney Monroe (domani in panca).
A Roseto quest'anno hanno cambiato tutto: società, coach, squadra. Situazione rischiosa, ma siccome hanno lavorato bene i risultati sono arrivati subito: te l'aspettavi, Phil? «Sinceramente no, e non solo io. Però è un piazzamento meritato, gara dopo gara stiamo giocando bene, facciamo un basket solido, concreto. Rispetto al passato (Melillo fu a Roseto già due anni fa, ndr) c'è più altruismo, siamo giovani e difendiamo con intensità, è un bel gruppo. Giochiamo anche in Europa, un'esperienza nuova per molti».
Prima della pausa c'era una Benetton pimpante. Ora, dopo la nazionale, come te l'aspetti? «Anche noi abbiamo avuto due nazionali, Milic e Callahan, più Fajardo con la febbre. Non mi aspetto una Benetton con delle sbavature, anche senza quattro giocatori so che ha lavorato sodo. E' difficile trovare una squadra di Messina deconcentrata, con Ettore i giocatori in allenamento certamente non chiacchierano...».
Quindi non ti sorprende che Treviso abbia 4 punti su tutti. «No. Messina è stato molto bravo a non cambiare troppo la squadra in attacco: non è lo stesso basket di D'Antoni, ma quasi. In più hanno iniziato a difendere forte subito, non a gennaio come l'anno scorso: subire tanti punti non sempre equivale a difendere male».
Tu hai un play finlandese, Teemu Rannikko, sul quale la Benetton vanta ancora un'opzione: parlaci di lui. «A 22 anni dimostra intelligenza e maturità cestistica superiore a tanti altri. Dicono che sia lento, però non è vero: non schiaccerà, ma ha un gran tiro, difende, fa giocare la squadra ed è un leader. Non c'è solo lui, comunque, i nostri punti di forza sono parecchi, nessuno deve fare per forza 30 punti a gara. Un po' come la Benetton...».
Melillo, dove volete arrivare? «Qui c'è grande entusiasmo, la piazza è importante e, a differenza del passato, quando si andava a fiammate, quest'anno Roseto è una realtà concreta, grazie all'impegno dei giocatori ed dell'organizzazione societaria, con in testa il presidente Enzo Amadio. Restare secondi chiaramente non sarà facile. Ma l'appetito viene mangiando, no?».
Silvano Focarelli
A Roseto quest'anno hanno cambiato tutto: società, coach, squadra. Situazione rischiosa, ma siccome hanno lavorato bene i risultati sono arrivati subito: te l'aspettavi, Phil? «Sinceramente no, e non solo io. Però è un piazzamento meritato, gara dopo gara stiamo giocando bene, facciamo un basket solido, concreto. Rispetto al passato (Melillo fu a Roseto già due anni fa, ndr) c'è più altruismo, siamo giovani e difendiamo con intensità, è un bel gruppo. Giochiamo anche in Europa, un'esperienza nuova per molti».
Prima della pausa c'era una Benetton pimpante. Ora, dopo la nazionale, come te l'aspetti? «Anche noi abbiamo avuto due nazionali, Milic e Callahan, più Fajardo con la febbre. Non mi aspetto una Benetton con delle sbavature, anche senza quattro giocatori so che ha lavorato sodo. E' difficile trovare una squadra di Messina deconcentrata, con Ettore i giocatori in allenamento certamente non chiacchierano...».
Quindi non ti sorprende che Treviso abbia 4 punti su tutti. «No. Messina è stato molto bravo a non cambiare troppo la squadra in attacco: non è lo stesso basket di D'Antoni, ma quasi. In più hanno iniziato a difendere forte subito, non a gennaio come l'anno scorso: subire tanti punti non sempre equivale a difendere male».
Tu hai un play finlandese, Teemu Rannikko, sul quale la Benetton vanta ancora un'opzione: parlaci di lui. «A 22 anni dimostra intelligenza e maturità cestistica superiore a tanti altri. Dicono che sia lento, però non è vero: non schiaccerà, ma ha un gran tiro, difende, fa giocare la squadra ed è un leader. Non c'è solo lui, comunque, i nostri punti di forza sono parecchi, nessuno deve fare per forza 30 punti a gara. Un po' come la Benetton...».
Melillo, dove volete arrivare? «Qui c'è grande entusiasmo, la piazza è importante e, a differenza del passato, quando si andava a fiammate, quest'anno Roseto è una realtà concreta, grazie all'impegno dei giocatori ed dell'organizzazione societaria, con in testa il presidente Enzo Amadio. Restare secondi chiaramente non sarà facile. Ma l'appetito viene mangiando, no?».
Silvano Focarelli
Fonte: La Tribuna