SI RIAPRONO, dopo la sosta azzurra, gli usci del campionato e finalmente arriva pure il sabato della Virtus: s´intende il sabato del villaggio tv, dopo le fitte sparatorie polemiche su uno dei suoi cento fronti. Virtus-Pippo s´anticipa oggi a Casalecchio, alle 17.05 per chi c´è, e alle 18 su RaiTre. Torna il basket e torna Tanjevic, dopo quattro sconfitte filate, e molte più grida che sussurri, da loggione e platea, per quel derby scialato. I rimpalli sono stati poi attutiti dai rumorosi traslochi nella casa di fronte: così, s´è parlato più dell´inutile vincitore che del vinto, sapendo però che Boscia, dentro le prossime quattro partite, potrà trovarci qualsiasi destino.
Piuttosto, la lunga vigilia ha restituito visi, pensieri e parole di due ex vicini e lontani, oggi milanesi: Sconochini vinse qui, in tre stagioni e un po´, uno scudetto, un´Eurolega e una Coppa Italia, oltre a un frammentino di Grande Slam; Coldebella, in sette, tre scudetti, una Coppa Coppe, una Coppa Italia. Meriteranno un applauso, dal vecchio pubblico, magari anche per far capire, a chi oggi ne ha ereditato più le canottiere dello spirito, che una storia e una memoria, sotto queste volte, contano ancora qualcosa.
Ma pure di qua c´è un grande ex, ed è proprio Tanjevic, che a Milano visse due anni da 'trapiantato´, con risultati non banali, ma vita agra, dopo l´aria tersa e frizzante di Trieste. Chi gli vuol bene ricorda come allora paresse autopunirsi, abitando in un residence fuori da tutto; e magari si preoccupa ora che, lasciando la casa in centro dove la notte lo visitava il fantasma di Myers, al residence fuori porta Boscia è tornato. A Milano, lo sanno anche i sassi, vinse da esonerato: conosceva già la fine della storia quando artigliò Coppa Italia e scudetto, nel ´96. Qui, ha tre anni da fare. Deve però ripartire in fretta. Nessuno, lui compreso, può attendere. (w.f.)
Piuttosto, la lunga vigilia ha restituito visi, pensieri e parole di due ex vicini e lontani, oggi milanesi: Sconochini vinse qui, in tre stagioni e un po´, uno scudetto, un´Eurolega e una Coppa Italia, oltre a un frammentino di Grande Slam; Coldebella, in sette, tre scudetti, una Coppa Coppe, una Coppa Italia. Meriteranno un applauso, dal vecchio pubblico, magari anche per far capire, a chi oggi ne ha ereditato più le canottiere dello spirito, che una storia e una memoria, sotto queste volte, contano ancora qualcosa.
Ma pure di qua c´è un grande ex, ed è proprio Tanjevic, che a Milano visse due anni da 'trapiantato´, con risultati non banali, ma vita agra, dopo l´aria tersa e frizzante di Trieste. Chi gli vuol bene ricorda come allora paresse autopunirsi, abitando in un residence fuori da tutto; e magari si preoccupa ora che, lasciando la casa in centro dove la notte lo visitava il fantasma di Myers, al residence fuori porta Boscia è tornato. A Milano, lo sanno anche i sassi, vinse da esonerato: conosceva già la fine della storia quando artigliò Coppa Italia e scudetto, nel ´96. Qui, ha tre anni da fare. Deve però ripartire in fretta. Nessuno, lui compreso, può attendere. (w.f.)
Fonte: La Repubblica