ROSETO. C'è un misto di sorpresa e orgoglio nel vedere il nome di Marko Milic inserito tra i sei possibili mvp di questo avvio di stagione dal più illustre ed accreditato settimanale sportivo italiano. Sorpresa perché il talento sloveno, dopo aver iniziato la carriera impressionando i talent scout della Nba che lo vollero ai Phoenix Suns, era reduce da due stagioni nei migliori club europei (Real Madrid e Fortitudo Bologna) senza riuscire a strappare la conferma. La scelta di Roseto, sulle prime, assomigliava un po' a un canto del cigno anticipato vista la giovane età di Milic (27 anni). Invece Roseto, come già dimostrato in passato per due campionissimi come Moretti e Boni, possiede capacità taumaturgiche inaspettate e, per certi aspetti, miracolose: «Qui si sta bene soprattutto perché il basket è nell'aria che respiri ma non ti soffoca, anzi, ti da benessere», sorride Milic, stanco dopo un lungo viaggio in auto dalla Slovenia da dove è rientrato dopo aver contribuito alla prima vittoria della storia della sua nazionale contro la Russia.
Lei è un predestinato considerato il passato dei suoi genitori?
«Forse sì, anche se ho intrapreso una strada diversa. Mio padre, infatti, era un lanciatore del disco mentre mia madre del giavellotto. Io gioco a basket».
Poteva però anche fare il saltatore in alto o in lungo, visto che nel '97 nell'intervallo dell'All Star Game sloveno ha saltato una macchina, una Honda Civic per l'esattezza?
«Si trattava di un gioco. Io presi la rincorsa dalla metà campo opposta e, staccando dalla linea di tiro libero, saltai l'auto e andai a schiacciare con la mano sinistra (cliccando su un link del sito eurobasket.com si può vedere il filmato dell'impresa di Milic, ndr.). E' stato divertente».
E' un predestinato anche perché è cresciuto in una città e in un condominio particolare.
«Sono nato a Kranj, nella stessa città di Gregor Fucka, e siamo cresciuti nello stesso condominio, a due piani di differenza. Io e Gregor giocavamo sempre insieme e siamo rimasti molto legati».
E' vero che sua figlia si chiama Tara come la figlia di Djiordjevic?
«Sì, con Sasha ho diviso sempre la camera di albergo quando giocavamo nel Real Madrid».
g.p
Lei è un predestinato considerato il passato dei suoi genitori?
«Forse sì, anche se ho intrapreso una strada diversa. Mio padre, infatti, era un lanciatore del disco mentre mia madre del giavellotto. Io gioco a basket».
Poteva però anche fare il saltatore in alto o in lungo, visto che nel '97 nell'intervallo dell'All Star Game sloveno ha saltato una macchina, una Honda Civic per l'esattezza?
«Si trattava di un gioco. Io presi la rincorsa dalla metà campo opposta e, staccando dalla linea di tiro libero, saltai l'auto e andai a schiacciare con la mano sinistra (cliccando su un link del sito eurobasket.com si può vedere il filmato dell'impresa di Milic, ndr.). E' stato divertente».
E' un predestinato anche perché è cresciuto in una città e in un condominio particolare.
«Sono nato a Kranj, nella stessa città di Gregor Fucka, e siamo cresciuti nello stesso condominio, a due piani di differenza. Io e Gregor giocavamo sempre insieme e siamo rimasti molto legati».
E' vero che sua figlia si chiama Tara come la figlia di Djiordjevic?
«Sì, con Sasha ho diviso sempre la camera di albergo quando giocavamo nel Real Madrid».
g.p
Fonte: Il Centro