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Pippo, di necessità... Virtus

Ettore Messina, coach di Marca, a ruota libera anche sull'anticipo di sabato

MILANO — La stoffa del coach non si compra in teleria. Leadership, carisma, capacità di gestire il gruppo, sono gli elementi necessari per imporsi sulle panchine di ogni disciplina.
Doti che Ettore Messina, allenatore della Benetton Treviso, ha dimostrato di possedere e di saper usare, prima a Bologna ora nella Marca. Doti che Messina mette a disposizione di imprenditori, manager, professionisti nei seminari organizzati da Adecco per insegnare a chi deve «allenare» in azienda le strategie, le tattiche e qualche trucco per fare di un team una squadra vincente.
«Quando un gruppo di persone deve lavorare insieme - spiega Messina - sia nello sport sia in un'azienda, la cosa più importante è far comprendere a tutti come sia possibile ottenere la propria gratificazione personale attraverso il raggiungimento di un obiettivo comune. Nello sport questo è più semplice perché ogni partita è una verifica del lavoro della squadra. Ma anche al di fuori dei palazzetti è fondamentale per chi dirige un team riuscire ad individuare traguardi e incentivi che rendano unito il gruppo nella ricerca del successo comune».
Chi fa sport sa come relazionarsi, conosce il valore delle vittorie e i pesi delle sconfitte, concetti che aiutano anche nel mondo del lavoro: «Certo, sono caratteristiche che in azienda vengono certamente apprezzate, tanto che sono spesso considerate un plus nelle selezioni del personale. Purtroppo devo dire che lo sport italiano per antonomasia sta dando un esempio distruttivo sotto questo profilo. L'eccessiva litigiosità, la polemica a tutti i costi, la scarsa sportività del calcio stanno fornendo un'immagine complessiva dello sport assai negativa che non giova alle altre discipline».
Dal calcio al basket e a Milano. Quanto è difficile fare pallacanestro in una metropoli? «E' una questione di affezione del pubblico. Dove c'è la concorrenza del calcio e di tutta un'altra serie di divertimenti si fa più fatica ad attrarre i tifosi.
E' anche vero che, come sta accadendo quest'anno a Milano, se si toccano le corde giuste, automaticamente i risultati, anche in termini di pubblico, sono migliori. Servono continuità e personaggi giusti. Sconochini a Milano, Myers e Roma stanno dando molto. L'Olimpia negli ultimi anni non aveva un leader di riferimento e ha pagato anche questo».
Sabato si gioca Virtus Bologna-Pippo Milano. Un giudizio sulle squadre: «Non posso dire chi è più forte e chi meno, sarebbe banale. Penso che l'Olimpia sia una squadra quadrata e un gruppo entusiasta di stare insieme. Per loro è chiaro da dove sono partiti e dove vogliono arrivare. La Virtus invece non sa da dove proviene e non le è ancora chiaro il suo obiettivo di riferimento. Ecco, penso che questo diverso approccio potrebbe essere un fattore nella partita». Parola di allenatore.
Maurizio Trezzi
Fonte: Il Giorno
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