Luca Banchi, dopo dieci giornate è il momento di fare un primo bilancio della stagione della Mabo.
«Purtroppo la sconfitta con Pesaro non dà la giusta fisionomia alla nostra classifica. Quella caduta ancora non mi va giù: la Scavolini era alla nostra portata e sul campo avremmo meritato di vincere. Quei due punti ci avrebbero messo in una posizione di classifica più consona agli sforzi e alle piccole imprese che abbiamo messo a segno durante l'anno, come quella con la Virtus o il blitz di Varese, e invece...».
Già, però accanto ai grandi colpi ci sono state anche batoste pesanti come quelle ad Avellino e Reggio Calabria.
«Io credo che l'analisi di questa prima parte di stagione non possa non considerare che dalla prima giornata non siamo riusciti a schierare la Mabo che avevamo pensato in estate. Siamo partiti con Giachetti che praticamente ha cominciato la preparazione la prima settimana di campionato. Quattro giorni dopo avevamo già fuori Mc Leod, non uno qualunque ma un giocatore che in due partite aveva 21 punti di media. Keith è rimasto ai box sei giornate, e nel frattempo ci sono stati altri infortuni, quello di Parente, che è il vessillo della nostra difesa, l'uomo che dà l'esempio, quello di Santarossa, proprio quando Walter viveva il suo momento migliore, poi Garri e da ultimo Cotani. Tutto ciò ci ha portato a stravolgere gli equilibri di squadra, a giocare con ritmi ben diversi da quelli pensati per reintegrare giocatori come Parente e Giachetti, che erano fermi da tempo».
Gli alti e bassi di questo primo scorcio li spieghi proprio nell'ottica di questa lunga serie di infortuni?
«La prestazione di Avellino mi lascia tuttora perplesso. I segnali che precedevano la partita non mi lasciavano credere che finisse così. Fu una sconfitta strana per come nacque, per quel black out che ci bloccò dopo la buona partenza. Catalogherei quella sconfitta tra gli episodi, non ho altre spiegazioni. Non è un caso che la settimana dopo abbiamo battuto Biella con una prova convincente».
E Reggio?
«Lì sì che ci siamo portati dietro le difficoltà patite ultimamente. Purtroppo nell'ultimo mese non siamo riusciti a prepararci come eravamo abituati a fare e si è visto».
Qualcuno dice che forse dopo i titoloni dei giornali e i colpi con Virtus e Varese, questa Mabo si era un po' montata la testa.
«Potrebbe essere logico pensare ad un appagamento mentale dopo la vittoria di Varese. Però grattando nel carattere dei giocatori io mi sono reso conto che nessuno ha abbassato la guardia. Gli alti e bassi che abbiamo avuto sono legati a nostri peccati in termini di gestione del gioco. Ma tutto, ripeto, è dovuto alle difficoltà che abbiamo avuto nell'ultimo mese nel riproporre la qualità del lavoro in palestra. Il nostro organico non era pensato per avere alternative a tutte queste emergenze cadute sulla nostra testa».
Al di là che Massimo Faraoni ha dichiarato nei giorni scorsi che i soci hanno già fatto grossi sforzi e possibilità di intervenire sul mercato al momento non ce ne sono, che ne diresti se arrivasse un rinforzo?
«É inutile parlarne visto che ora non ci sono possibilità».
E se l'apertura della Porta a Terra portasse un po' di contante nelle casse amaranto?
«Sono aperto a tutte le possibilità, non ho mai lesinato indirizzi tecnici. Tra me e la società c'è un contatto continuo tramite Faraoni. Resto convinto dell'obbligo di non far violenza alle nostre strategie. Il mercato offre determinate possibilità, noi siamo vigili, ma non vogliamo stravolgere la squadra che abbiamo costruito, che punta ad esempio alla consacrazione di Santarossa, e dietro di lui alla crescita di Cotani».
Ma hai chiesto degli interventi di mercato oppure no?
«Non ho chiesto niente. La dirigenza è aggiornata sulle condizioni della squadra e sulle alternative, ma questo non significa che ci siano espresse richieste da parte mia».
Chiudiamo con i singoli: concordi che Sambugaro adesso sia la delusione maggiore di questa Mabo?
«No, non sono d'accordo. L'avvio di stagione di Sambugaro è stato più promettente di quello dell'anno scorso. In alcune circostanze Marco può aver pagato il fatto che il suo ruolo e le sue responsabilità con gli infortuni a Mc Leod e Parente si siano modificati, che in pratica gli sia piovuto addosso un ruolo che non era il suo. Credo però che la risposta più convincente alle critiche l'abbia data con la Virtus Bologna, dove ha toccato il culmine del suo rendimento. Le ultime due partite? É vero che è rimasto più estraneo nel gioco d'attacco, ma lui ha determinate caratteristiche. Con Pesaro Mc Leod e Giachetti hanno fatto 20 e 9, per Sambu era difficile farsi largo, ed è stato più semplice rifornire il pivot, tenere la posizione sull'arco per togliere aiuti alle penetrazioni, piuttosto che condizionare l'attacco con le sue iniziative. Aspetto di giudicarlo quando giocherà nel suo ruolo».
Ritorna Porta. Antonio Porta, il giovane argentino di Livorno che era in prestito a Imola, torna alla base. Fino al rientro di Parente resterà con la Mabo.
Giulio Corsi
«Purtroppo la sconfitta con Pesaro non dà la giusta fisionomia alla nostra classifica. Quella caduta ancora non mi va giù: la Scavolini era alla nostra portata e sul campo avremmo meritato di vincere. Quei due punti ci avrebbero messo in una posizione di classifica più consona agli sforzi e alle piccole imprese che abbiamo messo a segno durante l'anno, come quella con la Virtus o il blitz di Varese, e invece...».
Già, però accanto ai grandi colpi ci sono state anche batoste pesanti come quelle ad Avellino e Reggio Calabria.
«Io credo che l'analisi di questa prima parte di stagione non possa non considerare che dalla prima giornata non siamo riusciti a schierare la Mabo che avevamo pensato in estate. Siamo partiti con Giachetti che praticamente ha cominciato la preparazione la prima settimana di campionato. Quattro giorni dopo avevamo già fuori Mc Leod, non uno qualunque ma un giocatore che in due partite aveva 21 punti di media. Keith è rimasto ai box sei giornate, e nel frattempo ci sono stati altri infortuni, quello di Parente, che è il vessillo della nostra difesa, l'uomo che dà l'esempio, quello di Santarossa, proprio quando Walter viveva il suo momento migliore, poi Garri e da ultimo Cotani. Tutto ciò ci ha portato a stravolgere gli equilibri di squadra, a giocare con ritmi ben diversi da quelli pensati per reintegrare giocatori come Parente e Giachetti, che erano fermi da tempo».
Gli alti e bassi di questo primo scorcio li spieghi proprio nell'ottica di questa lunga serie di infortuni?
«La prestazione di Avellino mi lascia tuttora perplesso. I segnali che precedevano la partita non mi lasciavano credere che finisse così. Fu una sconfitta strana per come nacque, per quel black out che ci bloccò dopo la buona partenza. Catalogherei quella sconfitta tra gli episodi, non ho altre spiegazioni. Non è un caso che la settimana dopo abbiamo battuto Biella con una prova convincente».
E Reggio?
«Lì sì che ci siamo portati dietro le difficoltà patite ultimamente. Purtroppo nell'ultimo mese non siamo riusciti a prepararci come eravamo abituati a fare e si è visto».
Qualcuno dice che forse dopo i titoloni dei giornali e i colpi con Virtus e Varese, questa Mabo si era un po' montata la testa.
«Potrebbe essere logico pensare ad un appagamento mentale dopo la vittoria di Varese. Però grattando nel carattere dei giocatori io mi sono reso conto che nessuno ha abbassato la guardia. Gli alti e bassi che abbiamo avuto sono legati a nostri peccati in termini di gestione del gioco. Ma tutto, ripeto, è dovuto alle difficoltà che abbiamo avuto nell'ultimo mese nel riproporre la qualità del lavoro in palestra. Il nostro organico non era pensato per avere alternative a tutte queste emergenze cadute sulla nostra testa».
Al di là che Massimo Faraoni ha dichiarato nei giorni scorsi che i soci hanno già fatto grossi sforzi e possibilità di intervenire sul mercato al momento non ce ne sono, che ne diresti se arrivasse un rinforzo?
«É inutile parlarne visto che ora non ci sono possibilità».
E se l'apertura della Porta a Terra portasse un po' di contante nelle casse amaranto?
«Sono aperto a tutte le possibilità, non ho mai lesinato indirizzi tecnici. Tra me e la società c'è un contatto continuo tramite Faraoni. Resto convinto dell'obbligo di non far violenza alle nostre strategie. Il mercato offre determinate possibilità, noi siamo vigili, ma non vogliamo stravolgere la squadra che abbiamo costruito, che punta ad esempio alla consacrazione di Santarossa, e dietro di lui alla crescita di Cotani».
Ma hai chiesto degli interventi di mercato oppure no?
«Non ho chiesto niente. La dirigenza è aggiornata sulle condizioni della squadra e sulle alternative, ma questo non significa che ci siano espresse richieste da parte mia».
Chiudiamo con i singoli: concordi che Sambugaro adesso sia la delusione maggiore di questa Mabo?
«No, non sono d'accordo. L'avvio di stagione di Sambugaro è stato più promettente di quello dell'anno scorso. In alcune circostanze Marco può aver pagato il fatto che il suo ruolo e le sue responsabilità con gli infortuni a Mc Leod e Parente si siano modificati, che in pratica gli sia piovuto addosso un ruolo che non era il suo. Credo però che la risposta più convincente alle critiche l'abbia data con la Virtus Bologna, dove ha toccato il culmine del suo rendimento. Le ultime due partite? É vero che è rimasto più estraneo nel gioco d'attacco, ma lui ha determinate caratteristiche. Con Pesaro Mc Leod e Giachetti hanno fatto 20 e 9, per Sambu era difficile farsi largo, ed è stato più semplice rifornire il pivot, tenere la posizione sull'arco per togliere aiuti alle penetrazioni, piuttosto che condizionare l'attacco con le sue iniziative. Aspetto di giudicarlo quando giocherà nel suo ruolo».
Ritorna Porta. Antonio Porta, il giovane argentino di Livorno che era in prestito a Imola, torna alla base. Fino al rientro di Parente resterà con la Mabo.
Giulio Corsi
Fonte: Il Tirreno