TRIESTE «Come sta Erdmann?». La domanda, in questi giorni, è diventata la più ricorrente tra i tifosi della Pallacanestro Trieste. Alla vigilia della ripresa del campionato e del trittico di trasferte che vedrà la formazione di Pancotto in casa a Roma, Colonia e Milano, il ritorno della guardia di Fort Dodge appare fondamentale. E lui, Nate, sorride e rassicura tutti. «Finalmente sto bene – racconta –. In questi giorni lavorerò per tornare al top, quindi riprenderò ad allenarmi con il gruppo. È sicuro, comunque, che domenica prossima a Roma tornerò in campo».
Un recupero fortemente voluto dopo una ventina di giorni di forzato riposo. Restare a bordo campo non è stato facile. «È sempre un problema dover fare i conti con un infortunio. Ho sofferto meno contro la Snaidero e in coppa contro Istanbul perché i miei compagni sono riusciti a vincere. Con Napoli, però, abbiamo perso e il fatto di non aver potuto esserci mi ha fatto star male». Sei vittorie nelle prime dieci giornate.
Come giudichi il campionato di Trieste?
«Positivamente. Fino a ora abbiamo disputato un buon campionato. C’è un rammarico solamente per la sconfitta casalinga contro la Pompea e per la battuta d’arresto di Pesaro. Alla Scavolini abbiamo fatto davvero un regalo di Natale anticipato»
Sei a Trieste da un anno e mezzo, quest’estate hai rinunciato ad altre offerte per tornare in biancorosso. Cosa ti piace di questa città?
«Mi piace tutto. Il modo di vivere, la gente, i tifosi. E poi il mare. Non ho rimpianti per la scelta europea, il fatto di non aver provato l’Nba non è un problema. Preferisco poter giocare da protagonista in Italia che da comparsa negli Stati Uniti».
Ma il pubblico di Trieste ha visto il vero Erdmann o credi di poter migliorare ancora?
«I miglioramenti sono all’ordine del giorno. Per questa maglia, però, ho sempre dato tutto. Anche se i miei atteggiamenti in campo, a volte, possono far pensare il contrario».
E a proposito della maglia, hai già pensato al tuo futuro. Ci sono le possibilità di rivederti a Trieste anche nella prossima stagione?
«Siamo a novembre – sorride Nate – forse è un po’ presto per parlarne. In ogni caso, come è già successo la scorsa estate, se c’è la possibilità di restare qui io la prenderò in considerazione. È chiaro, però, che non può essere una decisione da prendere autonomamente. Bisognerà valutare le intenzioni della società.
Lorenzo Gatto
Un recupero fortemente voluto dopo una ventina di giorni di forzato riposo. Restare a bordo campo non è stato facile. «È sempre un problema dover fare i conti con un infortunio. Ho sofferto meno contro la Snaidero e in coppa contro Istanbul perché i miei compagni sono riusciti a vincere. Con Napoli, però, abbiamo perso e il fatto di non aver potuto esserci mi ha fatto star male». Sei vittorie nelle prime dieci giornate.
Come giudichi il campionato di Trieste?
«Positivamente. Fino a ora abbiamo disputato un buon campionato. C’è un rammarico solamente per la sconfitta casalinga contro la Pompea e per la battuta d’arresto di Pesaro. Alla Scavolini abbiamo fatto davvero un regalo di Natale anticipato»
Sei a Trieste da un anno e mezzo, quest’estate hai rinunciato ad altre offerte per tornare in biancorosso. Cosa ti piace di questa città?
«Mi piace tutto. Il modo di vivere, la gente, i tifosi. E poi il mare. Non ho rimpianti per la scelta europea, il fatto di non aver provato l’Nba non è un problema. Preferisco poter giocare da protagonista in Italia che da comparsa negli Stati Uniti».
Ma il pubblico di Trieste ha visto il vero Erdmann o credi di poter migliorare ancora?
«I miglioramenti sono all’ordine del giorno. Per questa maglia, però, ho sempre dato tutto. Anche se i miei atteggiamenti in campo, a volte, possono far pensare il contrario».
E a proposito della maglia, hai già pensato al tuo futuro. Ci sono le possibilità di rivederti a Trieste anche nella prossima stagione?
«Siamo a novembre – sorride Nate – forse è un po’ presto per parlarne. In ogni caso, come è già successo la scorsa estate, se c’è la possibilità di restare qui io la prenderò in considerazione. È chiaro, però, che non può essere una decisione da prendere autonomamente. Bisognerà valutare le intenzioni della società.
Lorenzo Gatto
Fonte: Il Piccolo