IN ATTESA che a Basket City si torni a giocare, tra i polveroni di chi, vinto un derby, ha cacciato via l´allenatore, e chi, dopo averlo perso, s´è fatto bastare il licenziamento d´un giocatore, non si vedono davvero, all´intorno, orizzonti sereni. La Fortitudo presenterà oggi Jasmin Repesa, il tecnico scelto perché faccia quel che non faceva più Boniciolli. La Virtus ha invece deciso di liquidare, con atto unilaterale, il lungodegente Becirovic, ossia il suo ex Golden Sani Boy, l´affare da 15 vecchi miliardi in cinque anni che Madrigali gloriosamente firmò sulla sua barca. Due estati, o due ere geologiche, fa?
Riepilogando, Becirovic ha chiesto un lodo arbitrale per vedersi pagare dalla Virtus certe sue spettanze. Madrigali ha replicato che quest´atto di guerra lo mette già fuori dalla porta bianconera. Maurizio Balducci, l´agente del giocatore, ha fatto capire ieri che non rimane che far parlare le carte, come del resto s´è scelto aprendo la procedura, in una partita che s´annuncia durissima. Alla controparte, ha dedicato una frase sola. Questa: «Recentemente Madrigali è stato bravissimo a prendere decisioni che mettono in difficoltà la Virtus e non ha certo bisogno del mio aiuto per affrontare quest´ultima vicenda».
In tribunale, allora, in tribunale: per adesso sportivo, e poi, se non basterà, tutti gli altri. In attesa di sentenze e verità, non sarà male annotare, di passata, tre cosette. La prima: Becirovic reclama soldi da casa Virtus, e non è il primo. La seconda: i contratti sottoscritti e depositati valgono sempre meno, in questo bel mondo dei cesti, se la moda che prende piede è rinegoziare (e, intanto, trattenere il già negoziato). La terza: il fronte giudiziario della Virtus si va vieppiù allargando, e qui, più che gli evocati libriccini del galateo, si sfogliano volentieri i codici.
Attraversando la strada e dicendo, in tema di lodi, che domani potrebbe concludersi l´infinita transazione per liberare De Pol, c´è da capire dove comincerà a mettere le mani Repesa, che oggi intanto riavrà Pozzecco: la nazionale l´ha congedato, risparmiandogli il Portogallo, per una leggera contrattura alla coscia. Savic ha parlato di difesa, e dunque era soprattutto lì che l´identità del gruppo biancoblù, secondo i suoi capi, era fragile. Repesa ci dirà. Ma pensare che queste faccende siano unicamente tecniche è fuorviante. La Fortitudo rientrerà nella stagione, volando domenica a Napoli, dopo un lungo e doloroso travaglio collettivo, specchiatosi pure negli umori dissociati della sua tifoseria.
Il dibattito è robusto e, semplificando, si va da un´ala estrema che afferma che, non ci fosse Giorgio Seragnoli, la Fortitudo non farebbe tutte queste figuracce, ad un´altra che ribatte che, non ci fosse GS, la Fortitudo manco giocherebbe più a pallacanestro e men che mai avrebbe vinto uno scudetto, o visto nella sua casa gli Esposito e i Djordjevic, i Myers e i Fucka, i Wilkins e i Rivers. C´è del vero in entrambe, ma con più secco realismo svetta la seconda: poi, ognuno potrà misurare in profondità il proprio spirito fortitudino, operazione per la quale bisognerebbe, appunto, esserne tifosi. Resta un´ultima cosa da tenere bene ferma e stretta: e cioè che, tra esprimere dissensi oppure insulti oppure minacce, c´è ancora la sua bella differenza.
Altro attraversamento di strada, e altro giro di Virtus, perché le ultime parole famose di Madrigali hanno puntato anche sulla squadra, sul suo imbarazzante decimo posto, su una qualità delle prestazioni francamente bassa. La Virtus somiglia oggi a quel malato che, dopo un trapianto, si sente (male) come prima. Ha tratto un illusorio beneficio dai tre innesti, l´ha sublimato in una partita con la Benetton vinta con più larghezza di quanto non dicesse l´esile scarto, ma l´ha poi infossato nelle quattro, sonanti sconfitte consecutive. In questi casi, è dura tornare a crederci, di rifiorire in ottima salute, o almeno ci vorrà qualche altro buon risultato, e contro avversarie di livello, e non scamorze. Dicembre sarà un mese di sentenze, e allora dicembre elenca 8 partite di difficoltà non lieve: e soprattutto, dopo la scomoda sfida interna con Milano (sabato, per ora, ma non è detto), tre trasferte filate, Pireo, Udine e Villeurbanne, laddove la Virtus, in viaggio, ha ancora convinto pochissimo.
Il derby delle due torri continua, solo per stabilire chi sta meno peggio. Che invidia, allora, quelle quattro vittorie a fila della piccola Castelmaggiore. The best, all´oggi, in Basket City.
Walter Fuochi
Riepilogando, Becirovic ha chiesto un lodo arbitrale per vedersi pagare dalla Virtus certe sue spettanze. Madrigali ha replicato che quest´atto di guerra lo mette già fuori dalla porta bianconera. Maurizio Balducci, l´agente del giocatore, ha fatto capire ieri che non rimane che far parlare le carte, come del resto s´è scelto aprendo la procedura, in una partita che s´annuncia durissima. Alla controparte, ha dedicato una frase sola. Questa: «Recentemente Madrigali è stato bravissimo a prendere decisioni che mettono in difficoltà la Virtus e non ha certo bisogno del mio aiuto per affrontare quest´ultima vicenda».
In tribunale, allora, in tribunale: per adesso sportivo, e poi, se non basterà, tutti gli altri. In attesa di sentenze e verità, non sarà male annotare, di passata, tre cosette. La prima: Becirovic reclama soldi da casa Virtus, e non è il primo. La seconda: i contratti sottoscritti e depositati valgono sempre meno, in questo bel mondo dei cesti, se la moda che prende piede è rinegoziare (e, intanto, trattenere il già negoziato). La terza: il fronte giudiziario della Virtus si va vieppiù allargando, e qui, più che gli evocati libriccini del galateo, si sfogliano volentieri i codici.
Attraversando la strada e dicendo, in tema di lodi, che domani potrebbe concludersi l´infinita transazione per liberare De Pol, c´è da capire dove comincerà a mettere le mani Repesa, che oggi intanto riavrà Pozzecco: la nazionale l´ha congedato, risparmiandogli il Portogallo, per una leggera contrattura alla coscia. Savic ha parlato di difesa, e dunque era soprattutto lì che l´identità del gruppo biancoblù, secondo i suoi capi, era fragile. Repesa ci dirà. Ma pensare che queste faccende siano unicamente tecniche è fuorviante. La Fortitudo rientrerà nella stagione, volando domenica a Napoli, dopo un lungo e doloroso travaglio collettivo, specchiatosi pure negli umori dissociati della sua tifoseria.
Il dibattito è robusto e, semplificando, si va da un´ala estrema che afferma che, non ci fosse Giorgio Seragnoli, la Fortitudo non farebbe tutte queste figuracce, ad un´altra che ribatte che, non ci fosse GS, la Fortitudo manco giocherebbe più a pallacanestro e men che mai avrebbe vinto uno scudetto, o visto nella sua casa gli Esposito e i Djordjevic, i Myers e i Fucka, i Wilkins e i Rivers. C´è del vero in entrambe, ma con più secco realismo svetta la seconda: poi, ognuno potrà misurare in profondità il proprio spirito fortitudino, operazione per la quale bisognerebbe, appunto, esserne tifosi. Resta un´ultima cosa da tenere bene ferma e stretta: e cioè che, tra esprimere dissensi oppure insulti oppure minacce, c´è ancora la sua bella differenza.
Altro attraversamento di strada, e altro giro di Virtus, perché le ultime parole famose di Madrigali hanno puntato anche sulla squadra, sul suo imbarazzante decimo posto, su una qualità delle prestazioni francamente bassa. La Virtus somiglia oggi a quel malato che, dopo un trapianto, si sente (male) come prima. Ha tratto un illusorio beneficio dai tre innesti, l´ha sublimato in una partita con la Benetton vinta con più larghezza di quanto non dicesse l´esile scarto, ma l´ha poi infossato nelle quattro, sonanti sconfitte consecutive. In questi casi, è dura tornare a crederci, di rifiorire in ottima salute, o almeno ci vorrà qualche altro buon risultato, e contro avversarie di livello, e non scamorze. Dicembre sarà un mese di sentenze, e allora dicembre elenca 8 partite di difficoltà non lieve: e soprattutto, dopo la scomoda sfida interna con Milano (sabato, per ora, ma non è detto), tre trasferte filate, Pireo, Udine e Villeurbanne, laddove la Virtus, in viaggio, ha ancora convinto pochissimo.
Il derby delle due torri continua, solo per stabilire chi sta meno peggio. Che invidia, allora, quelle quattro vittorie a fila della piccola Castelmaggiore. The best, all´oggi, in Basket City.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica