News

Virtus-Becirovic, è tutto finito

Una certezza: Becirovic non è più un giocatore della Virtus. E non lo sarà mai più. Un punto fermo, questo divorzio, che sta in mezzo all'arbitrato, avviato dal giocatore (il 28 ottobre), per il “recupero dei crediti di lavoro”, e alla decisione della Virtus. Che una volta ricevuta la lettera che portava al “lodo” (dieci giorni fa), ha deciso di risolvere unilateralmente il contratto. Un contratto che, nel luglio del 2001, quando fu sottoscritto, spinse la Virtus a parlare di una spesa di 7 milioni di dollari da ripartire in cinque anni. Becirovic, nel frattempo, è rientrato in Slovenia. Marco Madrigali, presidente della Virtus, ricostruisce così la vicenda, parlandone per un'ora, con dovizia di particolari. «In estate, dopo l'intervento, abbiamo cominciato le trattative per rivedere il contratto».
Ed è proprio di questa trattativa – il giocatore, però, chiedeva che in attesa di un accordo la società corrispondesse gli emolumenti sulla base del contratto stipulato un anno fa – che parla Madrigali. Perché a un certo momento dalle parole si è passati ai fatti. Alle dichiarazioni di guerra. «Sul tavolo – insiste Madrigali – c'erano almeno tre proposte. Stavamo parlando, discutendo. Poi è arrivata la richiesta di arbitrato. Lui è sceso in guerra: se vuole la guerra che guerra sia».
Dice lui, il presidente, ma non precisa se si tratti del giocatore o dell'agente. «Non si sa mai – prosegue – chi tira le fila. In ogni caso, ultimamente, avevamo parlato con il suo procuratore».
C'era un problema, per Sani, che non riguardava solo l'intervento subito in estate, ma anche la mancanza di una compagnia disposta ad assicurare le ginocchia dello sloveno. «Ufficialmente – insiste Madrigali– lui non è più un nostro giocatore. Il grande problema era se lui sarebbe tornato o meno a giocare. Se fosse tornato in campo, come ci auguravamo tutti, avrebbe avuto tutti i soldi. Se fosse stato costretto a smettere, invece, pensavamo a un contributo». Che significa, tradotto, farsi carico di una parte del “buy out” riconosciuto all'Olimpia Lubiana per liberare il giocatore. Ma che cosa rimprovera la Virtus al giocatore? Al di là della delusione, trasformatasi poi in arrabbiatura, dice Madrigali, la decisione di non sottoporsi, già in gennaio, all'intervento più articolato che avrebbe potuto risolvere i suoi problemi. Di più: l'aver spiazzato la società che in luglio, per esempio, aveva già raggiunto un accordo di massima con Mc Donald. «Sulla parola — sottolinea Madrigali —, ma l'accordo c'era. E' chiaro che quella di Sani non è un'inadempienza contrattuale perché non c'è un codice che regoli queste situazioni. Ci sarebbe il galateo che, però, dicono che sia in disuso».
«Lui è un ragazzo sfortunato – dice il presidente – ma il malocchio non gliel'abbiamo gettato noi, ce l'aveva anche prima».
Adesso si andrà per avvocati e ognuno – sentenzia Madrigali – sparerà tutte le cartucce in proprio possesso. «Perché ognuno cercherà di vincere, perché l'obiettivo è quello. Da un negoziato, quando non c'è guerra ma, anzi, un'alleanza, ci si aspetta un comportamento differente. Loro si sono alzati dal tavolo e noi ci siamo comportati di conseguenza».
Una prima udienza verrà fissata tra fine dicembre e inizio gennaio: impossibile, però, a questo punto, che le controparti decidano di arrivare a un accordo. Perché non ci sono più le premesse. Va oltre, Madrigali, perché parla anche di sponsor, di tivù e di squadra. “Lo sponsor? Lo avremo entro Natale. Sabato in televisione con Milano? Questo chiedetelo alla Lega. Se guardo la classifica, adesso, mi viene un accidente».
Alessandro Gallo
TAGS
Le ultime gallery
Le ultime notizie
Title Sponsor
Platinum Sponsor
Official Sponsor
Official Sponsor
Technology Partner
Medical Supplier
Treno ufficiale
Official Ball
Technical Sponsor
Official Ticketing
Official Water
Official Nutrition Partner
Official Supplier
Official Supplier
Mobility Partner
Official Court Supplier
Media Partner
Media Partner
Official Radio
Official Advisor