SIENA — La pausa non è uguale per tutti. C'è chi è costretto ad andare a giocare con le proprie nazionali e chi, beato lui, può concedersi qualche giorno di vacanza assoluta. Questo è il caso di Giancarlo Marcaccini volato in Spagna subito dopo la gara con Varese.
«Adesso sono a Madrid - ha detto l'ex Roma - ma tra domani e dopodomani farò anche un salto a Malaga (dove ha giocato per 2 anni e dove è ricordato come un idolo locale)».
Staccare fa bene. Soprattutto se lo si può fare con alle spalle due vittorie.
«E' un passetto nella direzione giusta. Abbiamo fatto dei miglioramenti per cercare di diventare una squadra più fuori dal campo che dentro».
Ma allora è proprio vero. I problemi della Montepaschi non pongono le proprie fondamenta su questioni tecnico tattiche ma uno spogliatoio tutt'altro che unito.
«Cosa posso dire dei miei compagni? Prima sono tutti fuoriclasse e poi sono tutti molti diversi per cultura, modo di giocare, e personalità, e allora è una situazione complicata. Pensate che una sera volevo organizzare una cena ma tra quelli che sono sposati, quelli che hanno la fidanzata e quelli che non parlano nessuna lingua in comune si rischiava di essere davvero in pochi. Negli ultimi giorni, però, ognuno ha fatto un piccolo passo verso l'altro perchè hanno capito che qui non basta avere i nomi stampati sulle maglie per vincere. Certo, non saremo mai una squadra di grandi amici ma dobbiamo arrivare comunque a giocare l'uno per l'altro, gioendo della vittoria a prescindere dalla prestazione individuale».
Fino a questo momento per Marcaccini non c'è stato molto spazio...
«Ovviamente mi aspettavo qualcosa in più. Soprattutto per una questione di continuità. Ma non importa perchè tutte le volte che nella partita c'è stato bisogno di me, io mi sono fatto trovare pronto. E la fiducia del coach, oltre che lavorando forte negli allenamenti, si ottiene con questo atteggiamento».
Federico Cappelli
«Adesso sono a Madrid - ha detto l'ex Roma - ma tra domani e dopodomani farò anche un salto a Malaga (dove ha giocato per 2 anni e dove è ricordato come un idolo locale)».
Staccare fa bene. Soprattutto se lo si può fare con alle spalle due vittorie.
«E' un passetto nella direzione giusta. Abbiamo fatto dei miglioramenti per cercare di diventare una squadra più fuori dal campo che dentro».
Ma allora è proprio vero. I problemi della Montepaschi non pongono le proprie fondamenta su questioni tecnico tattiche ma uno spogliatoio tutt'altro che unito.
«Cosa posso dire dei miei compagni? Prima sono tutti fuoriclasse e poi sono tutti molti diversi per cultura, modo di giocare, e personalità, e allora è una situazione complicata. Pensate che una sera volevo organizzare una cena ma tra quelli che sono sposati, quelli che hanno la fidanzata e quelli che non parlano nessuna lingua in comune si rischiava di essere davvero in pochi. Negli ultimi giorni, però, ognuno ha fatto un piccolo passo verso l'altro perchè hanno capito che qui non basta avere i nomi stampati sulle maglie per vincere. Certo, non saremo mai una squadra di grandi amici ma dobbiamo arrivare comunque a giocare l'uno per l'altro, gioendo della vittoria a prescindere dalla prestazione individuale».
Fino a questo momento per Marcaccini non c'è stato molto spazio...
«Ovviamente mi aspettavo qualcosa in più. Soprattutto per una questione di continuità. Ma non importa perchè tutte le volte che nella partita c'è stato bisogno di me, io mi sono fatto trovare pronto. E la fiducia del coach, oltre che lavorando forte negli allenamenti, si ottiene con questo atteggiamento».
Federico Cappelli
Fonte: La Nazione