DA IERI mattina, finalmente pure per i comunicati ufficiali, Matteo Boniciolli non è più l´allenatore della Skipper. «La Fortitudo Pallacanestro – hanno scritto e spedito dal PalaDozza, intorno alle 10 - ha oggi terminato il rapporto di collaborazione con il suo allenatore Sig. Matteo Boniciolli, sollevandolo pertanto dall´incarico con effetto immediato. Nel ringraziarlo comunque per i risultati conseguiti, la Fortitudo riconferma la sua fiducia nella squadra, ancor giovane ma con ampi spazi di miglioramento, e si riserva di comunicare quanto prima il nome del nuovo capo-allenatore». C´era appena stata un´appendice della riunione di lunedì sera, fra Savic, Seragnoli e Veronesi: breve, evidentemente, e a giochi già decisi, se a metà mattina anche il tecnico, a Trieste, era stato informato. Sollevato, il verbo usato nel comunicato (lo stesso che, ai tempi, travolse Messina...), ha un inconscio senso plurimo: probabilmente inquadra pure lo stato d´animo di Boniciolli. Non ce n´era più, meglio finire.
Si chiude così l´avventura del nono allenatore passato sulla panchina biancoblù negli ultimi 10 anni. «Se fondiamo un club – ha scherzato ieri uno dei 9 -, siamo già tanti che possiamo chiedere un finanziamento pubblico». Si chiude il viaggio del 40 enne Matteo che portò la Skipper in finale scudetto, e navigava ora fra quinto e nono posto in campionato e settimo in Eurolega. Era partito un 27 luglio, 481 giorni fa, e ieri s´è ritrovato al capolinea, sapendo già, comunque, dall´immediato dopoderby, che non ci sarebbe stata altra strada. La conferma estiva era già stata poco convinta. L´arrivo di Pozzecco un evidente segnale su chi davvero decideva. E gli ultimi giorni, infine, erano sgocciolati come un´agonia.
Non c´è ancora un successore, dunque, e la squadra passerà ai vice, Guglielmo Roggiani e Roberto Breveglieri. Il candidato forte è Zmago Sagadin, ex Olimpia Lubiana, che deve liberarsi dalla Stella Rossa di Belgrado: in queste ore sembra tutto difficile, ma spesso casi simili hanno trovato pertugi repentini. La palla è a Savic: ha i giorni della sosta per trovare un tecnico, ma se anche non l´avrà per Napoli, alla ripresa, poco male. Guiderà Roggiani, e potrebbe anche andare avanti, magari con un Savic più accostato alla squadra.
Matteo Boniciolli viaggiava ieri sera da Trieste verso Bologna, dove oggi avrebbe dovuto riprendere gli allenamenti. Non ha voluto fare dichiarazioni sull´esonero, così come la società ha limitato a quelle poche righe le posizioni ufficiali. In trasparenza, chi ha lasciato fa intendere il convincimento che la situazione non fosse più raddrizzabile, sia per valutazioni tecniche che per compatibilità ambientali. Chi è stato lasciato ha capito tutto, ma non lo dirà in giro: resta un contratto fino a fine stagione. Poi, se sfoglierà l´album di quest´annata e un quarto, ci troverà pure un bilancio non banale: 53 vittorie in 84 partite, fra campionato e coppe (media 63%), unendo il conto pari di quest´anno (8 vinte e 8 perse) alle 68 della stagione scorsa, 45 vinte e 23 perse. Polvere della storia ormai, mentre la fine annunciata della vicenda ha già fatto emettere molti, o tutti, i giudizi su un´altra pagina di vita fortitudina comunque non edificante. Sui siti internet, incalza la disfida fra chi, nel tifo biancoblù, accusa la società e contesta duramente anche il grande capo Seragnoli, e chi aspetta buone nuove dal futuro. Poi, non manca neppure il consueto corredo d´umor nero, come quello dell´anonimo, fulminante battutista che ha già annunciato l´esonero di Sagadin, «tanto per mettersi avanti col lavoro».
Walter Fuochi
Si chiude così l´avventura del nono allenatore passato sulla panchina biancoblù negli ultimi 10 anni. «Se fondiamo un club – ha scherzato ieri uno dei 9 -, siamo già tanti che possiamo chiedere un finanziamento pubblico». Si chiude il viaggio del 40 enne Matteo che portò la Skipper in finale scudetto, e navigava ora fra quinto e nono posto in campionato e settimo in Eurolega. Era partito un 27 luglio, 481 giorni fa, e ieri s´è ritrovato al capolinea, sapendo già, comunque, dall´immediato dopoderby, che non ci sarebbe stata altra strada. La conferma estiva era già stata poco convinta. L´arrivo di Pozzecco un evidente segnale su chi davvero decideva. E gli ultimi giorni, infine, erano sgocciolati come un´agonia.
Non c´è ancora un successore, dunque, e la squadra passerà ai vice, Guglielmo Roggiani e Roberto Breveglieri. Il candidato forte è Zmago Sagadin, ex Olimpia Lubiana, che deve liberarsi dalla Stella Rossa di Belgrado: in queste ore sembra tutto difficile, ma spesso casi simili hanno trovato pertugi repentini. La palla è a Savic: ha i giorni della sosta per trovare un tecnico, ma se anche non l´avrà per Napoli, alla ripresa, poco male. Guiderà Roggiani, e potrebbe anche andare avanti, magari con un Savic più accostato alla squadra.
Matteo Boniciolli viaggiava ieri sera da Trieste verso Bologna, dove oggi avrebbe dovuto riprendere gli allenamenti. Non ha voluto fare dichiarazioni sull´esonero, così come la società ha limitato a quelle poche righe le posizioni ufficiali. In trasparenza, chi ha lasciato fa intendere il convincimento che la situazione non fosse più raddrizzabile, sia per valutazioni tecniche che per compatibilità ambientali. Chi è stato lasciato ha capito tutto, ma non lo dirà in giro: resta un contratto fino a fine stagione. Poi, se sfoglierà l´album di quest´annata e un quarto, ci troverà pure un bilancio non banale: 53 vittorie in 84 partite, fra campionato e coppe (media 63%), unendo il conto pari di quest´anno (8 vinte e 8 perse) alle 68 della stagione scorsa, 45 vinte e 23 perse. Polvere della storia ormai, mentre la fine annunciata della vicenda ha già fatto emettere molti, o tutti, i giudizi su un´altra pagina di vita fortitudina comunque non edificante. Sui siti internet, incalza la disfida fra chi, nel tifo biancoblù, accusa la società e contesta duramente anche il grande capo Seragnoli, e chi aspetta buone nuove dal futuro. Poi, non manca neppure il consueto corredo d´umor nero, come quello dell´anonimo, fulminante battutista che ha già annunciato l´esonero di Sagadin, «tanto per mettersi avanti col lavoro».
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica
