La sorte di Fabrizio Frates, praticamente già segnata dal derby di Trieste, è stata rafiticata sabato sera ad Avellino dal miracoloso canestro di Vanterpool.Il summit di domenica a Majano, poi, è servito unicamente a stabilire termini e modi del divorzio: da ieri, infatti, la panchina Snaidero, una delle più instabili del basket mondiale nell'ultimo triennio, è passata nelle mani di Stefano Pillastrini. Il neo allenatore, reduce dall'esperienza Scavolini, rimane così operativo nello stesso settore economico (cucine).
«Prima di tutto bisogna salvare la pelle - spiega "Pilla" - non pensare di rimanere in A per grazia ricevuta: sarebbe l'errore più grave. E' chiaro che questo si ottiene vincendo le partite e che strada facendo, forse, l'obiettivo potrebbe anche mutare. Ma prima di tutto dobbiamo lasciare alle nostre spalle una squadra. Poi cercheremo di ridare stabilità all'ambiente e di costruire cose importanti: Udine è una piazza che merita e la proprietà sta profondendo risorse notevoli. Quello che è stato è stato, domani è un altro giorno».
- Era già in preallarme ?
«Direi di no. La chiamata è arrivata nelle ultime ore. E io non sono certo il tipo che gufa contro i colleghi, anche se avevo sentito che la posizione di Frates non era più così solida. In estate invece ero entrato in contatto con Reggio Emilia, Rimini e un club polacco. Ma era già metà luglio...».
- Lo sa che avrà tutta la squadra solo il 28 novembre, tre giorni prima della ripresa del torneo ?
«Purtroppo. Avremmo potuto organizzare una specie di prestagione e invece niente. Va bene, lavoreremo con coloro che saranno disponibili. E poi gli altri componenti la rosa sparsi per l'Europa si conoscono: Mulaomerovic e Mian non hanno bisogno di presentazioni, mentre Vujacic l'ho ammirato agli europei in Lituania».
- Anche quelli dello staff tecnico non sono a lei sconosciuti.
«Quando ho cominciato ad allenare a discreti livelli Bettarini e Milani ancora giocavano, mentre sono stato uno delle centinaia di assistenti di Blasone nelle rappresentative azzurre giovanili».
- Alexander e Thompson hanno già le valigie in mano...
«Vedremo l'orientamento della società. In ogni caso, se sono a Udine, prima di rinunciarvi preferirei metterli alla prova».
- Esperienze passate da ultimo in classifica?
«Ricordo solo che, sino al 1997, la mia vita nel basket è stata quasi sempre contrassegnata da battaglie per la salvezza. Di conseguenza, sono pronto».
LA CARRIERA.Stefano Pillastrini, nato a Ferrara 41 anni fa, inizia allenando le giovanili della Fortitudo. Diventa head coach dell'Aquila nel 1990, per una stagione e mezza di A2. Sempre nello stesso campionato guida poi Ferrara. Sino al 1996 a Cervia, poi a Forlì, dove sostituisce Mangano rimanendo in Romagna pure l'anno seguente. Nel 1998 porta Montecatini in A1 pilotando i termali anche la stagione successiva. Nel 2000 va a Pesaro, dove rimane due campionati. Al suo attivo lo scudetto juniores 1989 con la Fortitudo, una promozione dalla B1 in A2 con Cervia e dalla A2 in A1 con Montecatini. Miglior allenatore nel 1998/99. Bilancio in serie A (11 stagioni): 176 vinte, 167 perse.
Roberto Zanitti
«Prima di tutto bisogna salvare la pelle - spiega "Pilla" - non pensare di rimanere in A per grazia ricevuta: sarebbe l'errore più grave. E' chiaro che questo si ottiene vincendo le partite e che strada facendo, forse, l'obiettivo potrebbe anche mutare. Ma prima di tutto dobbiamo lasciare alle nostre spalle una squadra. Poi cercheremo di ridare stabilità all'ambiente e di costruire cose importanti: Udine è una piazza che merita e la proprietà sta profondendo risorse notevoli. Quello che è stato è stato, domani è un altro giorno».
- Era già in preallarme ?
«Direi di no. La chiamata è arrivata nelle ultime ore. E io non sono certo il tipo che gufa contro i colleghi, anche se avevo sentito che la posizione di Frates non era più così solida. In estate invece ero entrato in contatto con Reggio Emilia, Rimini e un club polacco. Ma era già metà luglio...».
- Lo sa che avrà tutta la squadra solo il 28 novembre, tre giorni prima della ripresa del torneo ?
«Purtroppo. Avremmo potuto organizzare una specie di prestagione e invece niente. Va bene, lavoreremo con coloro che saranno disponibili. E poi gli altri componenti la rosa sparsi per l'Europa si conoscono: Mulaomerovic e Mian non hanno bisogno di presentazioni, mentre Vujacic l'ho ammirato agli europei in Lituania».
- Anche quelli dello staff tecnico non sono a lei sconosciuti.
«Quando ho cominciato ad allenare a discreti livelli Bettarini e Milani ancora giocavano, mentre sono stato uno delle centinaia di assistenti di Blasone nelle rappresentative azzurre giovanili».
- Alexander e Thompson hanno già le valigie in mano...
«Vedremo l'orientamento della società. In ogni caso, se sono a Udine, prima di rinunciarvi preferirei metterli alla prova».
- Esperienze passate da ultimo in classifica?
«Ricordo solo che, sino al 1997, la mia vita nel basket è stata quasi sempre contrassegnata da battaglie per la salvezza. Di conseguenza, sono pronto».
LA CARRIERA.Stefano Pillastrini, nato a Ferrara 41 anni fa, inizia allenando le giovanili della Fortitudo. Diventa head coach dell'Aquila nel 1990, per una stagione e mezza di A2. Sempre nello stesso campionato guida poi Ferrara. Sino al 1996 a Cervia, poi a Forlì, dove sostituisce Mangano rimanendo in Romagna pure l'anno seguente. Nel 1998 porta Montecatini in A1 pilotando i termali anche la stagione successiva. Nel 2000 va a Pesaro, dove rimane due campionati. Al suo attivo lo scudetto juniores 1989 con la Fortitudo, una promozione dalla B1 in A2 con Cervia e dalla A2 in A1 con Montecatini. Miglior allenatore nel 1998/99. Bilancio in serie A (11 stagioni): 176 vinte, 167 perse.
Roberto Zanitti
Fonte: Il Gazzettino