Quello che verrà (Sagadin) sarà il nono allenatore in dieci anni di gestione Seragnoli. Un'avventura – uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa e una squadra stabilmente ai piani alti della classifica – cominciata nell'estate del 1992, dopo la salvezza conquista a Reggio Emilia, il 2 aprile. Il primo tecnico è Marco Calamai. Nel destino di quella Fortitudo, in A2, ancora Reggio. L'Aquila perde in casa con Varese, il –33 del palasport di via Guasco è fatale a Marco, la panchina viene affidata al vice, Bellandi. E Dario centra subito la promozione, ma la società ha già l'accordo con Sergio Scariolo.
Bellandi non rimane come assistente, Scariolo si porta dietro un uomo di fiducia, Luca Dalmonte. A tutt'oggi Sergio resta il coach con la maggior militanza (negli ultimi 10 anni) in biancoblù. La stagione del –6 e la prima finale scudetto con la Stefanel: Sergio cade a Trieste (17 novembre 1996). Panchina a interim a Dalmonte che vince in Eurolega, con l'Estudiantes Madrid e bissa il successo nel derby.
L'indomani arriva Valerio Bianchini che conquista la finale con la Benetton e, nell'anno successivo, 1998, porta il primo trofeo in Fortitudo, la Coppa Italia. Il rapporto s'incrina a marzo, con i due derby di Eurolega. Così, il primo aprile 1998, la Fortitudo sceglie Skansi (con lui la Supercoppa e la final four di Monaco). Nel giugno '99 Skansi attende notizie, sulla sua barca. La notizia è che la Fortitudo punta su Charlie Recalcati. E' subito scudetto, ma l'anno dopo, è il 3 aprile 2001, c'è la stracittadina dei dubbi. La Paf domina i primi tre quarti poi subisce una scoppola che porta la Virtus in finale di Eurolega e apre una crisi. Finito il campionato Recalcati è “tra color che sono sospesi”. Ci sono contatti con Ivanovic e Ivkovic, c'è Repesa all'Hotel Re Enzo. Alla fine Recalcati resta: ma nel giorno della conferenza stampa (luglio 2001) si sfoga. In serata viene esonerato mentre Enzo Lefebre è già partito per Bormio dove, in ritiro, c'è la nazionale di basket. L'obiettivo non è Tanjevic, già al Villeurbanne, ma Boniciolli. Matteo centra la finale scudetto dopo aver vinto la regular season, ma anche la sua estate non è tranquilla.
Ivanovic, Ivkovic e poi Sakota e Spahija, il resto è cronaca dei nostri giorni.
a. gal.
Bellandi non rimane come assistente, Scariolo si porta dietro un uomo di fiducia, Luca Dalmonte. A tutt'oggi Sergio resta il coach con la maggior militanza (negli ultimi 10 anni) in biancoblù. La stagione del –6 e la prima finale scudetto con la Stefanel: Sergio cade a Trieste (17 novembre 1996). Panchina a interim a Dalmonte che vince in Eurolega, con l'Estudiantes Madrid e bissa il successo nel derby.
L'indomani arriva Valerio Bianchini che conquista la finale con la Benetton e, nell'anno successivo, 1998, porta il primo trofeo in Fortitudo, la Coppa Italia. Il rapporto s'incrina a marzo, con i due derby di Eurolega. Così, il primo aprile 1998, la Fortitudo sceglie Skansi (con lui la Supercoppa e la final four di Monaco). Nel giugno '99 Skansi attende notizie, sulla sua barca. La notizia è che la Fortitudo punta su Charlie Recalcati. E' subito scudetto, ma l'anno dopo, è il 3 aprile 2001, c'è la stracittadina dei dubbi. La Paf domina i primi tre quarti poi subisce una scoppola che porta la Virtus in finale di Eurolega e apre una crisi. Finito il campionato Recalcati è “tra color che sono sospesi”. Ci sono contatti con Ivanovic e Ivkovic, c'è Repesa all'Hotel Re Enzo. Alla fine Recalcati resta: ma nel giorno della conferenza stampa (luglio 2001) si sfoga. In serata viene esonerato mentre Enzo Lefebre è già partito per Bormio dove, in ritiro, c'è la nazionale di basket. L'obiettivo non è Tanjevic, già al Villeurbanne, ma Boniciolli. Matteo centra la finale scudetto dopo aver vinto la regular season, ma anche la sua estate non è tranquilla.
Ivanovic, Ivkovic e poi Sakota e Spahija, il resto è cronaca dei nostri giorni.
a. gal.
Fonte: Il Resto del Carlino