BOLOGNA - A volte la vita vuol mettere ben in chiaro quanto poco controllo abbiamo su di essa. Ecco cosa deve aver pensato Matteo Boniciolli che, dopo aver vinto un derby in rimonta, quest’oggi riceverà il ben servito. In giornata infatti è previsto un summit tra il general manager Zoran Savic e il proprietario della Fortitudo Giorgio Seragnoli dal quale uscirà l’ufficializzazione dell’esonero. Per la successione salgono altissime le quotazioni di Zmago Sagadin, attuale direttore generale della Stella Rossa, anche se nell’immediato si profila la reggenza temporanea dei vice di Boniciolli, il duo Roggiani-Breveglieri. La Skipper dunque porta a casa un derby tutto cuore e nervi che non serve però ad evitare al tecnico triestino questo bizzarro epilogo. Che tirava brutta aria il coach biancoblù lo aveva capito da un pezzo e lo ha ribadito a caldo, nel pieno dei festeggiamenti, tirando in ballo Lorenzo il Magnifico: «Chi vuol essere lieto sia del doman non v’è certezza...». Citazione sibillina, surrogata dai fatti nel giro di 48 ore. Il fato è uno sceneggiatore abile, crudele ma anche ironico: volti nuovi, storie che si intrecciano, istantanee di un derby avvincente e intrigante. C’è la faccia pulita di Van Den Spiegel (15 punti), l’uomo della svolta, l'esuberanza di Pozzecco che si fuma un sigaro pieno di rivincite e l’espressione tesa di Tanjevic, alla quarta sconfitta consecutiva, ora nell’occhio del ciclone lasciato libero dal suo discepolo più fedele. La Virtus mena le danze nei primi due quarti, spinta da Rigaudeau, Frosini e Avleev, ma patisce oltremisura sotto canestro dove la Fortitudo esibisce una superiorità imbarazzante (52-31 il computo finale). La svolta arriva con le V nere avanti di 13 (46-59): Van Den Spiegel trova canestri pesanti, mentre Tanjevic sbaglia le rotazioni. Attruia è dannoso, Avleev in panchina e la Skipper ne approfitta. Pozzecco (14 assist) innesca Van Den Spiegel e un Kovacic stratosferico (19 punti e 15 rimbalzi), così la Skipper spinge la Virtus nel baratro. Tanjevic si attribuisce tutte le colpe: «Ho commesso un paio di errori gravi. Soprattutto il mancato utilizzo di Avleev», ma con il fantasma di Koturovic in campo e le scelte suicide di Bell si va avanti poco. La rabbia del presidente Madrigali traspare nitida: «Non sono deluso, sono incazzato come una bestia. Non siamo ancora una squadra. Abbiamo giocatori in gamba e di talento che devono sacrificarsi e giocare con i compagni. In genere gli allenatori sono i primi a pagare ma bisogna che la gente li segua». Il presidente bianconero usa una perifrasi per spiegare la posizione di Tanjevic che, col senno di poi, acquista un significato vagamente sinistro: «Tanjevic rischia? Non ci avete preso con Boniciolli, mi auguro che non ci prendiate nemmeno con Boscia». Mai dire mai a Basketcity. La Virtus ha ancora un visto da spendere, ma il presidente delle V nere è perentorio: «Se c’è un albanese che ne ha bisogno glielo cedo volentieri...», ovvero il club, in fatto di acquisti, ha chiuso i rubinetti. Intanto Pozzecco si dimena nel ventre del Paladozza come un indemoniato con il suo sigaro in bocca. L’allusione a Tanjevic che lo lasciò fuori dall’Europeo francese del ’99 è un macigno che rotola fuori veloce: «Aspettavo da tre anni questa partita, da quando sono rimasto a casa. Sono convinto di aver subito un’ingiustizia sportiva e non ho potuto gioire con i miei compagni anche se lo meritavo. Ringrazio chi mi ha voluto e mi ha portato qui. Questo è uno dei giorni più belli della mia vita e quindi adesso mi fumo il sigaro anche se ricordatevi che il fumo fa male».
Vincenzo Di Schiavi
Vincenzo Di Schiavi