MABO LIVORNO: Mc Leod 20 (5/8, 2/4, voto 6,5), Magnani ne, Cotani 8 (1/1 da due, ng), Sambugaro 3 (1/4, 0/1, 5), Elliott 13 (3/11, 2/6, 5,5), Mutavdzic 17 (7/12, 7), Garri 4 (1/2, ng), Bertocci ne, Santarossa 9 (3/9, 1/1, 6), Giachetti 8 (2/2, 6,5). All. Banchi.
SCAVOLINI PESARO: Beric 15 (3/3, 3/12, voto 6,5), Gilbert (1/1, 2/5, 6,5), Richardson 19 (2/7, 4/4, 7), Gigena 10 (2/3, 2/2, 8), Malaventura (0/2, 0/1, ng), Lacey ng, Pecile 6 (3/6, 0/3, 5,5), Mc Ghee 8 (3/8, 5), Albano 10 (5/6, 0/2, 7), Christoffersen 4 (2/2, 6). All. Crespi.
Arbitri: Lamonica, Cerebuch, Di Modica.
Note: Parziali: 27-21, 43-43, 63-53. Tiri liberi: Mabo 13/14, Scavolini 5/7. Tiri da tre: Mabo 5/12, Scavolini 11/29. Rimbalzi: Mabo 30, Scavolini 40. Uscito per cinque falli: Albano al 38' (72-72). Spettatori: 2.160 per un incasso di 19.300 euro.
PESARO — L'immagine simbolo della vittoria di Livorno è l'abbraccio tra Beric e Richardson a centrocampo dopo che Misha ha infilato la tripla del 72-72 a due minuti dal gong. Banchi chiama time-out per frenare il disastro che pare incombente sulla Mabo dopo la rimonta-lampo di Pesaro, mentre i biancorossi rientrano festanti verso la panchina: si sente nell'aria il sorpasso che arriva dopo il minuto di sospensione con un'altra tripla, siglata da Gigena dopo il perfetto penetra e scarica di Beric che lo trova nell'angolo coi piedi per terra: il «gaucho» non perdona i suoi ex e mette il chiodo sulla cassa. A fine gara Crespi gli salta praticamente in braccio mentre sul parquet si sprecano sorrisi, high-five e abbracci. Per una squadra giovane vincere una partita combattuta è sempre una grande gioia, soprattutto dopo aver masticato amaro: «Negli spogliatoi di Bologna avevo detto che non potevamo fallire la prossima gara — ricorda Beric —, fosse anche per mezzo punto. A Livorno non abbiamo giocato forse la nostra miglior partita ma ci abbiamo messo il cuore, abbiamo creduto in noi stessi e la difesa ha lavorato sodo per recuperare i dieci punti di svantaggio. Anzi, il momento chiave è stato proprio il rientro sul parquet dopo l'intervallo tra il terzo e il quarto periodo, quando ci siamo detti che ancora nulla era perduto. Sentivamo dentro dal primo minuto che Livorno era battibile e siamo molto felici: la dedichiamo ai ragazzi dell'Inferno che hanno fatto tanta strada per starci vicino ancora una volta».
Crespi invece la vittoria l'ha dedicata a Gigena per la sua grande voglia buttata sul campo della società che l'ha cresciuto, davanti a un pubblico che ancora lo ama. A fine gara, Silvio bacia tutti e una signora con marcato accento toscano lo apostrofa: «Ci baci pure, dopo che ci hai ammazzato!». Secondo ritorno sul parquet che fu suo e seconda vittoria per lui: «Match ostico perchè loro erano affamati di punti come noi — sottolinea Gigena — e per di più in casa sono molto temibili. All'Ardenza finora era passata solo Milano e invece vi era caduta la Virtus Bologna. Noi non volevamo andare alla pausa con sei punti, erano troppo pochi per noi e anche un po' bugiardi. Senza quella stupidaggine con Napoli adesso la nostra classifica avrebbe un altro aspetto...».
Con Lacey subito infortunato e Mc Ghee incappato presto nei falli, sono stati Gigena e Albano ad alzare il muro difensivo sotto canestro.
«In realtà questa situazione era già capitata contro la Fortitudo — dice Silvio —, solo che loro hanno due lunghi di stazza contro i quali io e Corey ci siamo trovati oggettivamente in difficoltà. Invece Livorno ha solo un pivot così grosso e siamo riusciti a tenerlo, mentre Elliott proprio alla fine ha trovato i problemi maggiori a battere la nostra difesa e si è innervosito».
Proprio Albano, è stato beccato più volte dal pubblico per la sua durezza nei contatti: «E' una questione di orgoglio, quando gioco io non voglio essere sottomesso e non ci vedo niente di male — sorride Corey —. Avevamo un po' di pressione sulle spalle ma stavolta l'abbiamo gestita meglio, giocando di squadra anzichè puntare sulle iniziative individuali».
Elisabetta Ferri
SCAVOLINI PESARO: Beric 15 (3/3, 3/12, voto 6,5), Gilbert (1/1, 2/5, 6,5), Richardson 19 (2/7, 4/4, 7), Gigena 10 (2/3, 2/2, 8), Malaventura (0/2, 0/1, ng), Lacey ng, Pecile 6 (3/6, 0/3, 5,5), Mc Ghee 8 (3/8, 5), Albano 10 (5/6, 0/2, 7), Christoffersen 4 (2/2, 6). All. Crespi.
Arbitri: Lamonica, Cerebuch, Di Modica.
Note: Parziali: 27-21, 43-43, 63-53. Tiri liberi: Mabo 13/14, Scavolini 5/7. Tiri da tre: Mabo 5/12, Scavolini 11/29. Rimbalzi: Mabo 30, Scavolini 40. Uscito per cinque falli: Albano al 38' (72-72). Spettatori: 2.160 per un incasso di 19.300 euro.
PESARO — L'immagine simbolo della vittoria di Livorno è l'abbraccio tra Beric e Richardson a centrocampo dopo che Misha ha infilato la tripla del 72-72 a due minuti dal gong. Banchi chiama time-out per frenare il disastro che pare incombente sulla Mabo dopo la rimonta-lampo di Pesaro, mentre i biancorossi rientrano festanti verso la panchina: si sente nell'aria il sorpasso che arriva dopo il minuto di sospensione con un'altra tripla, siglata da Gigena dopo il perfetto penetra e scarica di Beric che lo trova nell'angolo coi piedi per terra: il «gaucho» non perdona i suoi ex e mette il chiodo sulla cassa. A fine gara Crespi gli salta praticamente in braccio mentre sul parquet si sprecano sorrisi, high-five e abbracci. Per una squadra giovane vincere una partita combattuta è sempre una grande gioia, soprattutto dopo aver masticato amaro: «Negli spogliatoi di Bologna avevo detto che non potevamo fallire la prossima gara — ricorda Beric —, fosse anche per mezzo punto. A Livorno non abbiamo giocato forse la nostra miglior partita ma ci abbiamo messo il cuore, abbiamo creduto in noi stessi e la difesa ha lavorato sodo per recuperare i dieci punti di svantaggio. Anzi, il momento chiave è stato proprio il rientro sul parquet dopo l'intervallo tra il terzo e il quarto periodo, quando ci siamo detti che ancora nulla era perduto. Sentivamo dentro dal primo minuto che Livorno era battibile e siamo molto felici: la dedichiamo ai ragazzi dell'Inferno che hanno fatto tanta strada per starci vicino ancora una volta».
Crespi invece la vittoria l'ha dedicata a Gigena per la sua grande voglia buttata sul campo della società che l'ha cresciuto, davanti a un pubblico che ancora lo ama. A fine gara, Silvio bacia tutti e una signora con marcato accento toscano lo apostrofa: «Ci baci pure, dopo che ci hai ammazzato!». Secondo ritorno sul parquet che fu suo e seconda vittoria per lui: «Match ostico perchè loro erano affamati di punti come noi — sottolinea Gigena — e per di più in casa sono molto temibili. All'Ardenza finora era passata solo Milano e invece vi era caduta la Virtus Bologna. Noi non volevamo andare alla pausa con sei punti, erano troppo pochi per noi e anche un po' bugiardi. Senza quella stupidaggine con Napoli adesso la nostra classifica avrebbe un altro aspetto...».
Con Lacey subito infortunato e Mc Ghee incappato presto nei falli, sono stati Gigena e Albano ad alzare il muro difensivo sotto canestro.
«In realtà questa situazione era già capitata contro la Fortitudo — dice Silvio —, solo che loro hanno due lunghi di stazza contro i quali io e Corey ci siamo trovati oggettivamente in difficoltà. Invece Livorno ha solo un pivot così grosso e siamo riusciti a tenerlo, mentre Elliott proprio alla fine ha trovato i problemi maggiori a battere la nostra difesa e si è innervosito».
Proprio Albano, è stato beccato più volte dal pubblico per la sua durezza nei contatti: «E' una questione di orgoglio, quando gioco io non voglio essere sottomesso e non ci vedo niente di male — sorride Corey —. Avevamo un po' di pressione sulle spalle ma stavolta l'abbiamo gestita meglio, giocando di squadra anzichè puntare sulle iniziative individuali».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino