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Capolavoro Nunez, la Carifac c'è

Fabriano-Lauretana 87-84

CARIFAC FABRIANO: Gattoni 9, Hulett 15, Porter 18, Clark 17, Turner 12; Nunez 16, Balliro, Kingombe, Paleco ne, Romagnoli ne. All. Carmenati
LAURETANA BIELLA: Di Bella 23, Thomas 8, Soragna 4, Michelori 8, Sales 10; Belcher 16, Jaacks 2, Carraretto 2, Bougaieff 11, Maiocco ne. All. Ramagli Arbitri: Mattioli, Lo Guzzo, Duranti
Note: Parziali 15-19, 38-42, 60-67. Spettatori 1927, incasso 26 mila euro. Nessun uscito per cinque falli. Presenti una decina di sostenitori ospiti, salutati dai tifosi fabrianesi prima della partita.
Gattoni ha festeggiato le 500 partite in serie A.
FABRIANO — Tre minuti per trattenere Biella negli inferi e per urlare a gran voce la voglia di salvezza di Fabriano in campo, ma non ancor di più fuori.
Si consuma tutta in un finale stile stagione precedente (ricordate l'ultimo canestro del sorpasso di Thompson proprio contro i piemontesi?) la più profonda delle gioie che la Carifac strappa al cuore di una squadra indomita, perfino capace di trascinare il pubblico e di intentificarvisi in un commovente abbraccio finale. Tre minuti, comunque, da inserire in bacheca, perché ribaltare una partita sempre in mano agli avversari (23-30 al 14', 65-75 al 32') e ad un certo punto quasi compromessa (72-80 al 37') non è roba da tutti i giorni. Specie — e diciamolo… — per chi in settimana avrà pure scioperato, ma poi in quel rettangolo da corrida getta anima e corpo alla barba degli stipendi che non arrivano e dei mini-acconti di contentino (500 euro, o giù di lì) da rimborso spese per i campionati dilettantistici. E' la lezione della squadra che in quei tre giri di orologio tra disperazione e magìa per un attimo se ne infischia dei suoi visibili limiti tecnici di produttività offensiva e gioco perimetrale (8/16 da tre, certo, ma se togli i miracoli di Nunez resta poca roba…), inventandosi una vittoria impossibile. La incentivano una stoppata dello stoico Clark, un rimbalzone del gladiatore Porter e un paio di responsabilità pesanti dell'Hulett finalmente presente quando conta, ma — più di ogni altro — la regala alla città affamata di palla a spicchi Roberto Nunez da Madrid. Il ragazzo dalla schiena malandrina, quello che è a Fabriano solo per colpa (anzi, per merito…) di un'ernia a disco difficilmente gestibile e in campo ha sempre un cervello Real. Prima con due «triple» ricuce lo strappo (80 pari al 38'), poi completa l'opera con il ghiaccio delle sue mani che scioglie la responsabilità scottante di quattro liberi infilati su altrettanti tentativi negli ultimi 15 secondi. Fa 87-84 e sull'ultimo possesso ospite il «siluro» del possibile overtime dell'inguardabile Thomas (meno 4 in valutazione) si ferma sul secondo ferro.
Anche lassù dove più conta, evidentemente, qualcuno tifa perché Fabriano resti un riferimento del grande basket.
Alessandro Di Marco
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