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Le parole del dopo derby

Pozzecco, la festa è anche un sigaro fumato e calpestato sotto i tacchi. "A Parigi dovevo esserci"

GIA´ offerta un´anteprima in campo, mimando il trionfo sul nemico Tanjevic con una fumata di sigaro, poi gettato a terra e schiacciato sotto il tacco, Gianmarco Pozzecco ha recitato da vincitore anche il dopopartita. E´ sceso in sala stampa con la canotta Salvataggio, da bagnino, made in Fossa, monopolizzandola, affiancato da Abele Ferrarini, lo storico masseur biancoblù. Ancora col sigaro in bocca, come 'l´uomo nero´.
«Ho salutato Tanjevic senza ironia. Stiamo parlando di sport: sono convinto di aver subito una grossa ingiustizia sportiva tre anni fa e vengo qua a parlare assieme al mio amico Abele: io e lui siamo rimasti a casa e non abbiamo potuto vivere quella bella avventura. Questo è uno dei giorni più belli della mia vita, voi non avete idea di cosa ho patito ai tempi della finale di Parigi. Mi fumo questo bel sigaro, ma non è la mia vittoria, è la vittoria della squadra, del pubblico e di due persone che raramente vengono menzionate. Quella che mi ha voluto a Bologna e quella che mi ha portato qua».
Piluccando in una notte già invecchiata dagli eventi, ecco le ultime parole famose di Boniciolli, stremato dopo l´ultima corsa e l´abbraccio della vittoria con Seragnoli: «Nel primo primo tempo la squadra è stata contratta, poi Van den Spiegel ha girato tutto. Gianmarco è stato bravissimo, ha capito e messo in pratica la strada della vittoria. Abbiamo battuto una grande squadra allenata da un mio grande amico, al quale devo la mia carriera. Ringrazio il pubblico: ho la pelle d´oca per la spinta che ci ha dato. Il mio futuro? Cito Lorenzo il Magnifico: chi vuol esser lieto sia, del doman non v´è certezza».
Van den Spiegel, l´eroe. «Quando mi fanno giocare cerco di dare energia. Non ero molto allenato per il problema al braccio, però il coach mi ha dato fiducia ed è andata benissimo. La Skipper ha lunghi d´esperienza ed è dura trovare spazio: volevo andar via, l´ho chiesto anche a Savic».
Gli sconfitti. Ecco Tanjevic. «Buona Fortitudo, la Virtus ha ceduto di schianto negli ultimi 10´, ammazzata a rimbalzo. Il mio collega Boniciolli è stato molto più bravo di me nella lettura del gioco. Io dovevo far giocare più minuti Avleev in ala piccola per dare una mano ai due lunghi: è stato un mio grave errore non farlo. La qualità del gioco oggi mi preoccupa». Madrigali per ora lo difende: «Non sono deluso, sono incazzato come una bestia. Boscia a rischio esonero? Non ci avete preso con Boniciolli, mi auguro che non ci prendiate con Tanjevic, che ha pure ammesso i suoi errori. Non siamo ancora una squadra, ma lo sapevo bene e fino a metà dicembre sarà così. Gente di talento, che però deve imparare a sacrificarsi e a giocare coi compagni. Oggi Frosini, Rigaudeau e Andersen hanno dato l´esempio». Già, quelli che c´erano prima.
Francesco Forni
Fonte: La Repubblica
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