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Toti: "Porterò lo scudetto a Roma"

Intervista al presidente che sta rilanciando il basket capitolino

Il viaggio di sabato a Treviso è di quelli da far girare la testa: la Virtus Roma è pronta alla grande scalata che, con il bottino pieno, si tradurrebbe nell´aggancio ai trevigiani sulla vetta della classifica. Il mondo del basket capitolino ritrova fiato e sorriso grazie alla cura Bucchi-Brunamonti, tecnico e general manager, ma soprattutto ad un progetto che sembra regalare i suoi frutti prima del tempo. Lo spot migliore per decifrare gli umori di una Capitale con la testa nel pallone (da pallacanestro) è la fotografia di un Palazzetto stracolmo nella sfida-vittoria contro la Virtus Bologna. «Il basket è divertimento e sarà nostro compito farlo capire alla gente», entra in scena il patron della Virtus e proprietario della Lamaro appalti, Claudio Toti.

Sette vittorie su nove incontri, applausi e promozione a pieni voti. Si aspettava tutto così in fretta?
«E´ una vigilia diversa dalle altre, fra 48 ore in palio ci sarà il primo posto in campionato, ma il nemico da sconfiggere è il troppo entusiasmo: non vorrei che i ragazzi sentissero più del dovuto il peso della responsabilità. Roma è più attenta ai nostri risultati».

Via Caja, spazio a Piero Bucchi. Via Natali, ecco Brunamonti.
«Il tecnico è dotato di serietà ed equilibrio. E per quanto riguarda Brunamonti, è la massima espressione dirigenziale che potesse offrire il panorama: le società si devono costruire dalla fondamenta»

Un progetto, il suo, che sembra conoscere un nuovo punto di svolta.
«Ci siamo dati tempo tre anni per raccogliere i primi risultati concreti. Sono entrato nel pianeta-basket un pò strattonato e tirato per la giacca, ma c´era da fare qualcosa perchè in una piazza come Roma la pallacanestro non rischiasse di uscire di scena come è capitato al volley. Se saremo bravi a creare il giusto entusiasmo, se il pubblico ci seguirà, lo scudetto non sarà più un sogno. Quando? Entro tre anni»

Ci sarà ancora Carlton Myers?
«E´ un discorso prematuro, ma molto dipenderà da lui. Myers sta capendo soltanto ora cosa significhi giocare nella Capitale, come gestire i suoi rapporti con i veri romani. Lo vedo diverso, pronto al dialogo, a capire la nuova realtà. I nostri rapporti sono ottimi, non vedo problemi per il futuro»

Il Comune lancia l´offensiva dei 100 playground.
«Un´iniziativa lodevole, ma non sarà l´unica. Da parte nostra siamo pronti a cambiare il rapporto fra il basket e la città: i giovani dovranno identificarsi non solo con Totti o Batistuta, ma riconoscere per strada anche i nostri Tonolli, Righetti e compagnia»
Un progetto lungo e difficile.
«A breve apriremo una mini-scuola insieme alla Luiss in piazza Mancini e le istituzioni scolastiche saranno il nostro punto di riferimento. Ad ogni partita verranno invitate intere classi e per le classi gireranno i nostri campioni»

Il ritorno al Palaeur o una nuova struttura?
«A febbraio dovremmo tornare al Palazzo dell´Eur dove il costo dell´affitto (circa 250 milioni delle vecchie lire all´anno, ndr) è pari alla metà dei nostri incassi al botteghino. Ma la strada di un impianto da seimila posti resta in piedi. Penso ad una cittadella del basket sullo stile di quanto fatto a Treviso. Campi, centri di fisioterapia, palestre, un ambiente da vivere tutta la settimana. Dove? La Bufalotta è un terreno di nostra proprietà. E poi vorrei creare un negozio stile americano con tutto ciò che riguarda il nostro mondo, ma anche l´Nba».

Lei parla di un progetto triennale, poi?
«Poi si andrà avanti. Vorrei diventare per la Roma del basket quello che rappresentano imprenditori come Benetton o Scavolini nelle loro piazze. E´ importante dare punti di riferimento ai tifosi, far capire alla gente che nessuno è di passaggio».

E´ per questo spirito di appartenenza che non avete ancora uno sponsor sulla maglietta?
«Fino a quando non troveremo un marchio che si possa adattare con una divisa e un nome come quello della Virtus ne faremo a meno. Lo sponsorizzazione ci serve, ma dovrà trattarsi di una cosa seria e duratura»

Lei è tifoso romanista?
«Da sempre e lo sono anche i mie figli»

Tirato per la giacca nel basket. Stessa sorte anche per il calcio?
«Perchè?»

Perchè molti la indicano come il dopo-Sensi
«Sensi è l´uomo giusto al posto giusto e rimarrà presidente fino a quando lo riterrà opportuno. Io sono soltanto un grande tifoso giallorosso»

E al momento opportuno?
«E´ innegabile che sia anche un imprenditore romano, con tutte le valutazioni del caso».

E le voci su un possibile interessamento per le sorti della Lazio?
«Come potrei mai. Le ho appena detto che il mio cuore è giallorosso, per quella società faccio il tifo» Vorrebbe raccontare le scaramanzie che accompagnano le vigilie delle sfide, ma lo farà soltanto se la sua Virtus sbarcherà in Eurolega. «La televisione? In tv il basket continua a non trovare spazi: in assemblea di Lega sono arrivato a proporre di autotassarsi per comprarli noi. Abbiamo venduto i diritti alla Rai per una cifra di 500.000 euro, un vero regalo per spezzoni di partite». Il tempo è scaduto. «Il sogno? portare Fucka a Roma, ma quando ho visto il contratto ho lasciato perdere». L´appuntamento per la truppa-Bucchi è a Treviso dove fra 48 ore è in palio ci sarà un primato in campionato che manca da troppo tempo ormai. «Non potrò esserci. Per scaramanzia? Colpa del lavoro: devo essere in ufficio la domenica mattina e non ci sono aerei nell´immediato dopo-gara», saluta il presidente. Il progetto Virtus va avanti. A Piero Bucchi, condottiero capitolino, e a Roberto Brunamonti il testimone per un´avventura che fra tre anni dovrà conoscerà il primo time-out.

GUGLIELMO BUCCHERI
Fonte: La Stampa
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