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Uleb cup: la Snaidero batte Perm

Mulaomerovic e Vujacic trascinano gli arancione alla vittoria

UDINE. Se la paura fa 90, la Snaidero la scaccia con un novantello all’Ural Great Perm dell’ex Mikhailov, che ha debuttato vincendo in coppa con gli arancione. Udine, a fine andata, ipoteca così un posto fra le quattro squadre del girone A che passeranno agli ottavi di Uleb cup. Deve, però, ancora darsi una dimensione in Italia. Sabato, ha la trasferta di Avellino per non circoscrivere a un testa a testa con Fabriano la rincorsa alla salvezza. È il secondo step che il presidente Edi ha posto a tutto il gruppo, staff tecnico compreso.
Il primo non è stato superato a piè pari, ma solo in volata grazie alla doppia accensione – come la chiama il ds Blasone – Mulaomerovic - Vujaic. Le due guardie snaiderine, nell’ultimo e decisivo quarto, hanno fatto 28 dei 34 punti udinesi: 15 Damir, che ha chiuso con 26; 13 Aleksandar dei 23 finali. Giunte in perfetta parità al 35’ (70-70), le due squadre hanno giocato un rush finale pirotecnico: 20-16 per la Snaidero il parziale. Il centro australiano Anstey (10 punti negli ultimi 10 minuti) e il play americano Shannon (8), architravi della squadra di Sergei Belov (27 punti il primo e 25 il secondo alla fine) hanno cercato di non cadere anche a Udine dopo Badalona e Gravelines.
Prima di soccombere l’Ural Great nei 36’’ conclusivi, sull’82-78, è ricorso al fallo sistematico. Ancora Mulaomerovic (4 su 6) e Vujacic (2 su 2), oltre a Zacchetti (pure 2 su 2), hanno freddato dalla lunetta il ricorso alla clava dei russi. Squadra, peraltro, corretta e anche bella da vedere grazie, soprattutto, al talento e all’agilità di Shannon e Anstey. Tanto corretta da non esitare a mettere fuori Kapinos, dopo 3 minuti giocati nel secondo quarto, per un’inconsulta spinta da dietro a Zacchetti dopo una schiacciata.
L’Ural Great, così, si è sacrificato a giocare in sette con Vaikulis cambio di Kadziulis e Manikhin di Nadjfeji, mentre oltre a Shannon e Anstey si è sorbito 40 minuti anche Kubrakov. La Snaidero, al contrario, ha impiegato dieci uomini avendo un buon contributo, oltre che da Mulaomerovic e Vujacic, anche da Mikhailov – specie nel primo tempo – e da Zacchetti, sia pure un po’ discontinuo. Apprezzabile l’impegno di Cantarello, Stern e Mian, ancora fuori fase Li Vecchi. Thompson (5 minuti giocati solo nel terzo quarto) e Burke, sia pure impiegato in quintetto, parevano la fronda americana assieme ad Alexander alla prima stagionale fuori rosa.
Avellino e la sosta diranno di più su una squadra che, contraddicendo il credo difensivo di Frates (ieri, dopo Sagadin, per la panchina circolavano i nomi di Marcelletti e Pillastrini e nostalgie per Boniciolli), per ora ha solo scacciato la paura facendo 90.
Valerio Morelli
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