REGGIO CALABRIA. L'approccio, un elemento fondamentale. In amore e nella vita. Non puoi andare al Pentimele, sul campo di una Viola che ha appena schiantato il ricchissimo Montepaschi lasciandolo a zero nel supplementare, se hai dimenticato in albergo la maschera da rollerball e l'anima guerriera. Non puoi entrare sul parquet svolazzando come una farfalla sapendo che mandare in fuga il nemico è la cosa peggiore.
Perché regali benzina al morale altrui, voglia di urlare al pubblico, ti complichi la vita. E poi in trasferta non sempre è...sabato in tv, non sempre capita (come a Varese) di riemergere da -16. Allora il segreto è stare lì, attaccati, vicini, convinti.
Il momento. «Una partita di cacca», ha sibilato Luca Banchi. Impossibile dargli torto. Dopo due anni di blitz al Pentimele tornare a casa a mani vuote non è un delitto, specialmente contro questa Viola, un fiore profumato, vero, gente che ha vinto a Biella e Napoli rischiando seriamente di farlo anche a Bologna Virtus e Trieste. E che nel suo fortino ha schienato Siena e Cantù, nomi da final four. Terzi in classifica, e non per caso. La Mabo invece ha abbassato la tensione all'indomani della storica doppietta Virtus-Varese, dopo un mese e mezzo di emergenza continua (quattro gare senza Mc Leod, Parente e Giachetti partiti al ralenty dopo infortuni importanti, Santarossa costretto a dosare gli allenamenti per un'infiammazione al ginocchio), dove «tutti - prosegue Banchi - si sono sacrificati giocando in tutti i ruoli, ora siamo un po' prosciugati, bisogna raschiare il fondo delle energie psicofisiche. La sosta viene a puntino per recuperare, anche se inevitabilmente la sosta ti fa disperdere i giocatori e rimettere insieme i pezzi non è mai semplice». Sabato alle 20,30 al PalaMacchia grande sfida con la Scavolini, poi il rompete le righe: Mc Leod e Mutavdzic voleranno negli States domenica, Elliott partirà per Baltimora lunedì. Per tutti libera uscita fino a sabato 23. Con Santarossa convocato da Recalcati in nazionale A, Garri riserva a casa e sicuramente precettato (dalla Sperimentale, o dalla nazionale militare insieme a Cotani?), non ci sarà molto da gioire.
Il futuro. Keith Mc Leod è a posto, Parente entro sabato dovrebbe rimettersi dal guaio al polpaccio. Buone notizie per allungare il 'roster' amaranto e ridare al coach alternative nel reparto piccoli. Una cosa è certa: la Mabo per ritrovarsi dovrà ricominciare dal suo basket orologio, dove i due mori sono le lancette, ma senza gli altri ingranaggi nascosti dentro la cassa, anche le lancette non si muovono. Il morso della difesa a Reggio Calabria è mancato da quasi tutti e una difesa scarsa si porta dietro mille conseguenze: meno rimbalzi, quindi meno possibilità di cambiare ritmo, attacco monocorde. La Mabo ha tentato qualche volta di mettere la palla sotto, ma l'orso Mutavdzic (8 palle perse) non ha saputo ruggire e sul perimetro gli esterni erano braccatissimi. Elliott ha segnato 7 punti: due canestri nel primo quarto, una tripla nel secondo, poi dopo aver sbagliato un rigore al 19', sullo slancio è franato addosso a un avversario. Terzo fallo, fine delle trasmissioni. Da lì in avanti solo 0/3 al tiro e una difesa imbarazzante su Anthony Williams, praticamente ha smesso di lottare. Ritrovare il basket orologio vuol dire anche creare i presupposti per armare il braccio di Sambugaro, con blocchi e scarichi, ma anche lui dovrà metterci più anima, non si può stare in campo trenta minuti e fare due tiri. I margini per ritrovare il filo ci sono. A patto di ritrovare umiltà, unità, disponibilità al sacrificio in palestra. I titoli sui giornali non muovono la classifica.
Renzo Marmugi
Perché regali benzina al morale altrui, voglia di urlare al pubblico, ti complichi la vita. E poi in trasferta non sempre è...sabato in tv, non sempre capita (come a Varese) di riemergere da -16. Allora il segreto è stare lì, attaccati, vicini, convinti.
Il momento. «Una partita di cacca», ha sibilato Luca Banchi. Impossibile dargli torto. Dopo due anni di blitz al Pentimele tornare a casa a mani vuote non è un delitto, specialmente contro questa Viola, un fiore profumato, vero, gente che ha vinto a Biella e Napoli rischiando seriamente di farlo anche a Bologna Virtus e Trieste. E che nel suo fortino ha schienato Siena e Cantù, nomi da final four. Terzi in classifica, e non per caso. La Mabo invece ha abbassato la tensione all'indomani della storica doppietta Virtus-Varese, dopo un mese e mezzo di emergenza continua (quattro gare senza Mc Leod, Parente e Giachetti partiti al ralenty dopo infortuni importanti, Santarossa costretto a dosare gli allenamenti per un'infiammazione al ginocchio), dove «tutti - prosegue Banchi - si sono sacrificati giocando in tutti i ruoli, ora siamo un po' prosciugati, bisogna raschiare il fondo delle energie psicofisiche. La sosta viene a puntino per recuperare, anche se inevitabilmente la sosta ti fa disperdere i giocatori e rimettere insieme i pezzi non è mai semplice». Sabato alle 20,30 al PalaMacchia grande sfida con la Scavolini, poi il rompete le righe: Mc Leod e Mutavdzic voleranno negli States domenica, Elliott partirà per Baltimora lunedì. Per tutti libera uscita fino a sabato 23. Con Santarossa convocato da Recalcati in nazionale A, Garri riserva a casa e sicuramente precettato (dalla Sperimentale, o dalla nazionale militare insieme a Cotani?), non ci sarà molto da gioire.
Il futuro. Keith Mc Leod è a posto, Parente entro sabato dovrebbe rimettersi dal guaio al polpaccio. Buone notizie per allungare il 'roster' amaranto e ridare al coach alternative nel reparto piccoli. Una cosa è certa: la Mabo per ritrovarsi dovrà ricominciare dal suo basket orologio, dove i due mori sono le lancette, ma senza gli altri ingranaggi nascosti dentro la cassa, anche le lancette non si muovono. Il morso della difesa a Reggio Calabria è mancato da quasi tutti e una difesa scarsa si porta dietro mille conseguenze: meno rimbalzi, quindi meno possibilità di cambiare ritmo, attacco monocorde. La Mabo ha tentato qualche volta di mettere la palla sotto, ma l'orso Mutavdzic (8 palle perse) non ha saputo ruggire e sul perimetro gli esterni erano braccatissimi. Elliott ha segnato 7 punti: due canestri nel primo quarto, una tripla nel secondo, poi dopo aver sbagliato un rigore al 19', sullo slancio è franato addosso a un avversario. Terzo fallo, fine delle trasmissioni. Da lì in avanti solo 0/3 al tiro e una difesa imbarazzante su Anthony Williams, praticamente ha smesso di lottare. Ritrovare il basket orologio vuol dire anche creare i presupposti per armare il braccio di Sambugaro, con blocchi e scarichi, ma anche lui dovrà metterci più anima, non si può stare in campo trenta minuti e fare due tiri. I margini per ritrovare il filo ci sono. A patto di ritrovare umiltà, unità, disponibilità al sacrificio in palestra. I titoli sui giornali non muovono la classifica.
Renzo Marmugi
Fonte: Il Tirreno