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Turkcan-Chiacig, una convivenza da trovare

L'asse dei lunghi di Siena non ha ancora risposto alle attese

Questione di feeling. Ne ha bisogno la convivenza sul parquet tra Mirsad Turkcan e Roberto Chiacig per far ritrovare al Montepaschi la retta via.
Costruito in estate per travolgere i pacchetti-lunghi d’Italia e d’Europa a suon di rimbalzi e punti, l’asse portante del gioco biancoverde nel cuore dell’area non ha ancora saputo rispondere alle attese, regalando qualche ‘perla’ (pensiamo al 43 di valutazione fatto segnare dal turco contro il Panathinaikos oppure al 35 scritto, nella stessa casella, dall’azzurro a Pesaro) ma mai riuscendo a risultare un fattore in contemporanea. Non sono le cifre globali ad indirizzare la critica nei confronti di Turkcan (16.6ppg e 11.2rpg in Euroleague, 11.3ppg e 9.8rpg in Foxy Cup) o Chiacig (12.6ppg e 5.0rpg in Euroleague, 13.7ppg e 9.3rpg in Foxy Cup), bensì quell’alternanza di prestazioni che non li ha mai visti trovare la serata giusta in coppia: un ‘leit motiv’ che si ripete partita dopo partita e che si è ancor di più confermato sabato scorso, quando all’uscita per raggiunto limite di falli di un Turkcan, a dire il vero inguardabile, al 32’, hanno fatto da contraltare 8’ di spessore di Chiacig, riuscito a trovare la via del canestro, a catturare un rimbalzo dietro l’altro e (non fosse stato per i due pesantissimi tiri liberi malamente falliti allo scadere) a risultare una montagna insormontabile per i diretti avversari-Benetton.
In quell’ultimo scorcio di match, è sembrato di rivedere il ‘Ghiaccio’ dominante della passata stagione, una sorta di calamita per ogni pallone che transitava nei pressi del canestro e, passateci il gioco di parole, una calamità per le difese avversarie. Al fianco del pivot di Cividale, l’anno scorso, abitava peraltro quel Milenko Topic che, in tutto e per tutto, è giocatore diverso da Turkcan: campione introverso ed uomo-squadra il serbo, stella di prima grandezza e solista-istrione il turco, praticamente le due facce opposte nello stesso ruolo sul parquet, cioè quello di numero quattro.
Si deve quindi parlare di mancata ‘digestione’ da parte di Chiacig di un compagno così effervescente, che spesso e volentieri è portato a togliergli spazi e palloni? Oppure, molto più realisticamente, si devono prendere in esame la mancanza di continuità di Turkcan, le sue ‘lune’, la sua ricerca di situazioni tecniche diverse da quelle abituali (per esempio la ricerca costante del tiro da fuori piuttosto che l’avvicinamento a canestro) per interpretare la crisi biancoverde? E’ il momento di trovare risposte, se si vuol uscire dalla crisi.
Matteo Tasso
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