Come difendersi nella piazza turbolenta per antonomasia, dove gli allenatori rischiano un giorno sì e l’indomani pure, dove il padrone,
solleticato dalla sua corte (dei miracoli?), ha la «scure» facile? È semplice: ci si difende sdrammatizzando. Matteo Boniciolli lo ha messo in pratica dopo il successo della sua Skipper contro la Scavolini Pesaro. Una vittoria, peraltro, che potrebbe non bastare a salvargli il collo, dal momento che a Bologna-Fortitudo non si guarda mai al bicchiere mezzo pieno ma a quello mezzo vuoto. Contano allora di più le tre precedenti sconfitte (tra campionato e coppa), seppur maturate anche a causa di un organico falcidiato dagli infortuni? Fate pure, sottolinea il tecnico triestino, già «figlioccio» cestistico di Tanjevic: «Il basket è gioia e divertimento - ha detto Boniciolli nel dopo gara -, però qui sta diventando un dramma. Stavolta ho vinto e non so se resterò: ma chi se ne frega se mi vogliono esonerare, la vita va avanti». Chapeau.
(f.van.)
solleticato dalla sua corte (dei miracoli?), ha la «scure» facile? È semplice: ci si difende sdrammatizzando. Matteo Boniciolli lo ha messo in pratica dopo il successo della sua Skipper contro la Scavolini Pesaro. Una vittoria, peraltro, che potrebbe non bastare a salvargli il collo, dal momento che a Bologna-Fortitudo non si guarda mai al bicchiere mezzo pieno ma a quello mezzo vuoto. Contano allora di più le tre precedenti sconfitte (tra campionato e coppa), seppur maturate anche a causa di un organico falcidiato dagli infortuni? Fate pure, sottolinea il tecnico triestino, già «figlioccio» cestistico di Tanjevic: «Il basket è gioia e divertimento - ha detto Boniciolli nel dopo gara -, però qui sta diventando un dramma. Stavolta ho vinto e non so se resterò: ma chi se ne frega se mi vogliono esonerare, la vita va avanti». Chapeau.
(f.van.)