L’ultima veronica incanta un Palazzetto andato in ebollizione insieme alle magie di Carlton Myers: una manciata di secondi alla fine dei tormenti, Roma è avanti di due punti e vede il traguardo ad un passo, Bologna le inventa tutte per arpionare la palla che potrebbe regalarle il successo. Myers, quando vede quelle maglie nere lui si illumina. Myers, fa quello che nessun altro avrebbe saputo fare: Bell, uno che difende come si deve, gli è attaccato addosso come una sanguisuga, lo bracca, lo segue, lo spinge. Myers fa l’impossibile; galleggia nel nulla e lassù rimane prima di scoccare il tiro della vittoria. Bell è già risceso a terra quando il Palazzetto salta per aria. Lo scontro tra le due Virtus premia la difesa di Roma (81-75), il suo cuore, la capacità di reagire ad un pericoloso passaggio a vuoto (32-41) patito poco prima della seconda sirena, la presenza di Daniel Santiago sotto canestro (11 punti, 14 rimbalzi, 2 assist) e la magia di Myers. Che quando gioca così vale da solo il pomeriggio dedicato al basket: 37 punti, 10 falli subiti, 80% da 2 punti, 6 tiri pesanti, 100% nei tiri liberi, 6 palle recuperate, 45 di valutazione. Cifre che si raccolgono in un unico dato: perfezione.
Roma vola da sola in seconda posizione all’inseguimento di Treviso, servivano conferme e conferme sono arrivate, contro una squadra solida, dalla panchina infinita e dal talento smisurato. La misura delle differenze la dà Santiago: lui là sotto è sempre lui, solo ed intoccabile. Tanjevic invece può alternargli contro Koturovic, Anderssen, Frosini, li fa riposare a ripetizione, gli dà respiro, ossigeno, possibilità di tirare il fiato. Santiago no, è sempre là, a randellare, a spalare fatica, a prenderne e darne in grande quantità: «É bello giocare con il miglior centro del campionato. E poi, se ci arriviamo, il prossimo anno sarà anche il miglior centro dell’Eurolega». Parola di Carlton Myers, uno che raramente dispensa complimenti gratuiti.
«Una partita che rimarrà nella mia mente per molto tempo - sorride il presidente Claudio Toti - giocata da una squadra che inizia a funzionare, davanti ad un pubblico che inizia a capirci. Mi hanno assicurato che a febbraio saranno terminati i lavori del PalaEur, continuando così sarà obbligatorio trasferirsi».
La copertina del pomeriggio di festa è tutta per Carlton Myers, il suo urlo in faccia agli avversari di sempre ad impresa compiuta è il simbolo del trionfo. E Roma scopre di avere una squadra vera, gente che soffre, si sacrifica per mettere in pratica il disegno teorico preparato da Piero Bucchi: Tusek che mette dentro canestri pesanti, Jenkins che inventa magie, Righetti che nonn si risparmia dopo una settimana di passione, Bonora che dà ritmo e sicurezza, Tonolli che offre sostanza.
«Per la prima volta mi trovo a vivere davvero dentro ad un bel gruppo, gente che ha capito le mie stranezze, quasi mi conoscesse da sempre. Andremo avanti, così è divertente». Ancora Myers, a ruota libera. Sabato Roma volerà a Treviso. In palio c’è quel primo posto che la capitale non accarezza da anni. Sarà bella passare la settimana a cullare un altro sogno.
Valerio Vecchiarelli
Roma vola da sola in seconda posizione all’inseguimento di Treviso, servivano conferme e conferme sono arrivate, contro una squadra solida, dalla panchina infinita e dal talento smisurato. La misura delle differenze la dà Santiago: lui là sotto è sempre lui, solo ed intoccabile. Tanjevic invece può alternargli contro Koturovic, Anderssen, Frosini, li fa riposare a ripetizione, gli dà respiro, ossigeno, possibilità di tirare il fiato. Santiago no, è sempre là, a randellare, a spalare fatica, a prenderne e darne in grande quantità: «É bello giocare con il miglior centro del campionato. E poi, se ci arriviamo, il prossimo anno sarà anche il miglior centro dell’Eurolega». Parola di Carlton Myers, uno che raramente dispensa complimenti gratuiti.
«Una partita che rimarrà nella mia mente per molto tempo - sorride il presidente Claudio Toti - giocata da una squadra che inizia a funzionare, davanti ad un pubblico che inizia a capirci. Mi hanno assicurato che a febbraio saranno terminati i lavori del PalaEur, continuando così sarà obbligatorio trasferirsi».
La copertina del pomeriggio di festa è tutta per Carlton Myers, il suo urlo in faccia agli avversari di sempre ad impresa compiuta è il simbolo del trionfo. E Roma scopre di avere una squadra vera, gente che soffre, si sacrifica per mettere in pratica il disegno teorico preparato da Piero Bucchi: Tusek che mette dentro canestri pesanti, Jenkins che inventa magie, Righetti che nonn si risparmia dopo una settimana di passione, Bonora che dà ritmo e sicurezza, Tonolli che offre sostanza.
«Per la prima volta mi trovo a vivere davvero dentro ad un bel gruppo, gente che ha capito le mie stranezze, quasi mi conoscesse da sempre. Andremo avanti, così è divertente». Ancora Myers, a ruota libera. Sabato Roma volerà a Treviso. In palio c’è quel primo posto che la capitale non accarezza da anni. Sarà bella passare la settimana a cullare un altro sogno.
Valerio Vecchiarelli