POMPEA NAPOLI: Greer 17, Penberthy 15, Clack 9, Conlon 10, Andersen 10, Rajola 4, Gatto 4, D. Jones 11, Morena ne, Nees ne. All. Mazzon.
OREGON CANTU': Mc Cullough 8, Thornton 15, Hines 17, Stonerook 13, Jonzen 7, Damiao 2, Fazzi 13, P. Jones 12, Gay ne, Riva ne. All. Sacripanti.
Arbitri: La Monica, Anesin e Sardella.
Note: parziali: 23-23; 42-47;56-69)
Tiri liberi Napoli (17/22), Cantù (19/22). Tiri da due: napoli (24/36), Cantù (25/49). Tiri da tre: Napoli (5/23), Cantù (6/17). Usciti per 5 falli: D.Jones (39') e Clack (39').
POZZUOLI — Sotto di 15 punti sul finire del terzo quarto (54-69), Napoli ha rischiato di completare una rimonta che avrebbe avuto quasi dell'incredibile. Ma quando i 3300 spettatori del Palablu (record assoluto per l'impianto flegreo) sembravano destinati a festeggiare il terzo successo consecutivo della Pompea (80-81 per l'Oregon a 2' dal termine), un errore al tiro di Lamarr Greer ed una palla gestita male da Mike Penberthy consentivano a Cantù di centrare contestualmente la terza vittoria di fila ed il terzo posto in classifica.
Bene, fra gli ospiti, un Cristiano Fazzi in grado di sostituire più che degnamente in regia un Mc Cullough subito gravato di due falli, Samuel Hines (17 punti e 27 di valutazione) e Shaun Stonerook. A strappi, per Napoli, il contributo offerto da Greer e Jones. Di più avrebbe potuto fornire alla causa un Marty Conlon più che positivo finché i falli non lo hanno costretto a sedere in panchina.
«Molti dei miei - ha commentato alla fine un Andrea Mazzon particolarmente deluso — devono assolutamente capire che la pallacanestro non si gioca uno contro cinque. In pratica, abbiamo commesso lo stesso errore che ci costò la partita contro la Viola Reggio Calabria: quello di giocare poco per la squadra e più per se stessi». «Potevamo compiere — ha chiuso — un bel salto di qualità e invece ci vediamo risucchiati indietro dal gruppone».
«Vincere su questo campo — ha dichiarato dall'altra parte uno Stefano Sacripanti molto soddisfatto della prova dei suoi — non sarà facile per nessuno. Ecco perché il nostro successo assume un valore ancora più importante».
Parole sante, quelle del coach, che vede i suoi volare e mettere uno dopo l'altra prestazioni di valore assoluto. Ancora una volta l'Oregon Cantù ha dimostrato di esserci e di poter essere in grado di recitare un ruolo da protagonista da qui al termine del campionato. Le altre sono avvertite.
Carlo Carione
OREGON CANTU': Mc Cullough 8, Thornton 15, Hines 17, Stonerook 13, Jonzen 7, Damiao 2, Fazzi 13, P. Jones 12, Gay ne, Riva ne. All. Sacripanti.
Arbitri: La Monica, Anesin e Sardella.
Note: parziali: 23-23; 42-47;56-69)
Tiri liberi Napoli (17/22), Cantù (19/22). Tiri da due: napoli (24/36), Cantù (25/49). Tiri da tre: Napoli (5/23), Cantù (6/17). Usciti per 5 falli: D.Jones (39') e Clack (39').
POZZUOLI — Sotto di 15 punti sul finire del terzo quarto (54-69), Napoli ha rischiato di completare una rimonta che avrebbe avuto quasi dell'incredibile. Ma quando i 3300 spettatori del Palablu (record assoluto per l'impianto flegreo) sembravano destinati a festeggiare il terzo successo consecutivo della Pompea (80-81 per l'Oregon a 2' dal termine), un errore al tiro di Lamarr Greer ed una palla gestita male da Mike Penberthy consentivano a Cantù di centrare contestualmente la terza vittoria di fila ed il terzo posto in classifica.
Bene, fra gli ospiti, un Cristiano Fazzi in grado di sostituire più che degnamente in regia un Mc Cullough subito gravato di due falli, Samuel Hines (17 punti e 27 di valutazione) e Shaun Stonerook. A strappi, per Napoli, il contributo offerto da Greer e Jones. Di più avrebbe potuto fornire alla causa un Marty Conlon più che positivo finché i falli non lo hanno costretto a sedere in panchina.
«Molti dei miei - ha commentato alla fine un Andrea Mazzon particolarmente deluso — devono assolutamente capire che la pallacanestro non si gioca uno contro cinque. In pratica, abbiamo commesso lo stesso errore che ci costò la partita contro la Viola Reggio Calabria: quello di giocare poco per la squadra e più per se stessi». «Potevamo compiere — ha chiuso — un bel salto di qualità e invece ci vediamo risucchiati indietro dal gruppone».
«Vincere su questo campo — ha dichiarato dall'altra parte uno Stefano Sacripanti molto soddisfatto della prova dei suoi — non sarà facile per nessuno. Ecco perché il nostro successo assume un valore ancora più importante».
Parole sante, quelle del coach, che vede i suoi volare e mettere uno dopo l'altra prestazioni di valore assoluto. Ancora una volta l'Oregon Cantù ha dimostrato di esserci e di poter essere in grado di recitare un ruolo da protagonista da qui al termine del campionato. Le altre sono avvertite.
Carlo Carione
Fonte: Il Resto del Carlino