DOPO un´ora e mezza di supplizi a cavallo della sua frequentatissima riga laterale, e dieci minuti, giù in sala stampa, di monologo accorato e furente, Matteo Boniciolli ha battuto due pugni sul tavolo, rizzato come spinti da una molla i suoi centonovanta centimetri e se n´è andato a falcate baudesche. Aveva vinto, e non pareva così. Forse perché aveva vinto e dubitava, in cuor suo, che qualcosa conterà. Lo dubitano in tanti, e forse un po´ di più dopo questa sparata col cuore in mano, che qualche censore gli caricherà come ammazzacaffè su un conto ormai lungo. Del resto, il clima di casa Fortitudo è quello che ha raccontato lui. Più o meno così, asciugando concetti a cascata e mettendo i beep sulle parole forti.
«Pensavo che al basket la gente venisse per divertirsi. Penso anzi che debba essere così. Ma così in Fortitudo non è più. Non c´è gioia né divertimento, abbiamo appena battuto la Scavolini e la gente è tesa, i giocatori depressi, io agitato. Non si può. Ma da giorni leggo elenchi dei miei successori, addirittura s´è scritto 'chissà se parlerà a novembre´, e mi sono toccato. Però questo clima ci pesa e vincere, anche per i giocatori, diventa più difficile. Bene, la gente viene ormai per seguire il dramma, per spiare se io e Pozzecco, a un cambio, ci manderemo a cagare, o se ci metteremo le mani addosso, che vi garantisco non è neppure una cosa così rara, fra gente che fa sport. E viene a vedere se mi cacceranno. Okay, sapete cosa vi dico? Chi se ne frega se mi cacciano. Tanto, del mio destino professionale, frega al massimo a me e alla mia famiglia, qui sono andati via fior di allenatori, ed è stato licenziato perfino uno come Messina. Ma adesso vi chiedo: come sarebbe, ogni giorno che andate in redazione, se rischiaste il posto se sbagliate articolo? E se nella tastiere mancano quattro tasti? Bene, oggi abbiamo vinto, vedo che non è contento nessuno, ma mercoledì proveremo a vincere a Treviso, per rimediare alla botta con l´Efes, che ha fustigato due persone, anzitutto: Giorgio Seragnoli, il primo, e me, se permettete, il secondo. Poi giocheremo il derby: che dovrebbe essere una festa, in questa città, e sarà invece un altro dramma. Per vincerlo. E se non lo vinco mi cacciano? Ripeto: chi se ne frega. Verrà un altro, ma la Skipper resterà questa, coi suoi limiti e i suoi margini di progresso, non so davvero cosa potrà cambiare. Il clima, forse. Stasera, quando siamo andati –1, c´erano in giro facce da terrore. Pareva ammazzassero dei bambini in gradinata. Basta, è solo basket, stiamo calmi. La mia è solo una supplica, poi leggerò di sfogo, sparata o che sono impazzito. No, ci metto solo passione. E ogni tanto mi cadono i coglioni».
C´era stata una partita, prima. Ce ne saranno altre, per la Skipper. Chissà se ancora con Boniciolli.
Walter Fuochi
SKIPPER-SCAVOLINI 90-81
Skipper: Basile 8, Delfino, Scepanovic 13, Kovacic 21, Skelin 19, Pozzecco 14, Barton 6, Galanda 9. N.e. Fultz, Sorrentino.
Scavolini: Pecile 6, Richardson 25, Beric 15, McGhee 8, Lacey 2, Gilbert 20, Malaventura, Gigena, Albano 5, Christoffersen.
Arbitri: Paternicò, Taurino, Pasetto.
Note: liberi: Bo 27/38, Ps 12/22. Da due: Bo 27/43, Ps 15/42. Da tre: Bo 3/9, Ps 13/30. Rimbalzi: Bo 42, Ps 34.
Parziali: 5´ 12-7, 10´ 25-22, 15´ 36-31, 20´ 45-37, 25´ 54-46, 30´ 65-60, 35´ 73-70, 40´ 90-81. Massimo vantaggio Fortitudo: +10 (52-42) al 24´. Massimo svantaggio: -2 (2-4) al 2´.
«Pensavo che al basket la gente venisse per divertirsi. Penso anzi che debba essere così. Ma così in Fortitudo non è più. Non c´è gioia né divertimento, abbiamo appena battuto la Scavolini e la gente è tesa, i giocatori depressi, io agitato. Non si può. Ma da giorni leggo elenchi dei miei successori, addirittura s´è scritto 'chissà se parlerà a novembre´, e mi sono toccato. Però questo clima ci pesa e vincere, anche per i giocatori, diventa più difficile. Bene, la gente viene ormai per seguire il dramma, per spiare se io e Pozzecco, a un cambio, ci manderemo a cagare, o se ci metteremo le mani addosso, che vi garantisco non è neppure una cosa così rara, fra gente che fa sport. E viene a vedere se mi cacceranno. Okay, sapete cosa vi dico? Chi se ne frega se mi cacciano. Tanto, del mio destino professionale, frega al massimo a me e alla mia famiglia, qui sono andati via fior di allenatori, ed è stato licenziato perfino uno come Messina. Ma adesso vi chiedo: come sarebbe, ogni giorno che andate in redazione, se rischiaste il posto se sbagliate articolo? E se nella tastiere mancano quattro tasti? Bene, oggi abbiamo vinto, vedo che non è contento nessuno, ma mercoledì proveremo a vincere a Treviso, per rimediare alla botta con l´Efes, che ha fustigato due persone, anzitutto: Giorgio Seragnoli, il primo, e me, se permettete, il secondo. Poi giocheremo il derby: che dovrebbe essere una festa, in questa città, e sarà invece un altro dramma. Per vincerlo. E se non lo vinco mi cacciano? Ripeto: chi se ne frega. Verrà un altro, ma la Skipper resterà questa, coi suoi limiti e i suoi margini di progresso, non so davvero cosa potrà cambiare. Il clima, forse. Stasera, quando siamo andati –1, c´erano in giro facce da terrore. Pareva ammazzassero dei bambini in gradinata. Basta, è solo basket, stiamo calmi. La mia è solo una supplica, poi leggerò di sfogo, sparata o che sono impazzito. No, ci metto solo passione. E ogni tanto mi cadono i coglioni».
C´era stata una partita, prima. Ce ne saranno altre, per la Skipper. Chissà se ancora con Boniciolli.
Walter Fuochi
SKIPPER-SCAVOLINI 90-81
Skipper: Basile 8, Delfino, Scepanovic 13, Kovacic 21, Skelin 19, Pozzecco 14, Barton 6, Galanda 9. N.e. Fultz, Sorrentino.
Scavolini: Pecile 6, Richardson 25, Beric 15, McGhee 8, Lacey 2, Gilbert 20, Malaventura, Gigena, Albano 5, Christoffersen.
Arbitri: Paternicò, Taurino, Pasetto.
Note: liberi: Bo 27/38, Ps 12/22. Da due: Bo 27/43, Ps 15/42. Da tre: Bo 3/9, Ps 13/30. Rimbalzi: Bo 42, Ps 34.
Parziali: 5´ 12-7, 10´ 25-22, 15´ 36-31, 20´ 45-37, 25´ 54-46, 30´ 65-60, 35´ 73-70, 40´ 90-81. Massimo vantaggio Fortitudo: +10 (52-42) al 24´. Massimo svantaggio: -2 (2-4) al 2´.
Fonte: La Repubblica