E’ il giorno della sfida ai maestri, alle Vu nere che per Roma sono sempre state tormento. Virtus contro Virtus, Roma contro Bologna in una partita dai cento motivi e dai mille ricordi, storie che si accavallano, vicende di vita e di sport presenti come non mai. Una partita quella che il Palazzetto ospita (alle 18.15) che, per certi versi, sarà più da ascoltare che vedere anche se poi, alla fine, conterà vincere per rimanere attaccati alla Treviso che, battuta ieri Siena con qualche affanno, è sola al comando. Piero Bucchi va avanti nel suo lavoro con la serenità e la competenza di sempre insieme alla determinazione di chi vuole costruire qualcosa di importante. Bucchi è un ex: alla Virtus Bologna ha cominciato ad allenare e alla Virtus ha diretto per otto anni il settore giovanile. Anche Davide Bonora è un ex, lui bolognese e virtussino adesso senza rimpianti per il suo passato. «Sono felice di essere venuto qui, ma oggi non devo prendere rivincite su quello che è stato».
Ex speciale, invece, è Roberto Brunamonti. L’attuale general manager di Roma alle Vu nere è stato vent’anni, mitico Capitano prima in campo a dirigere la squadra, vicepresidente dopo a gestire e costruire il gruppo con un veloce passaggio in panchina. Inutile dire che per Brunamonti la partita di oggi è il promontorio delle tempeste, superarlo senza perdere una vela, con il sorriso e l’ispirazione collettiva, vorrebbe dire guadagnarsi davvero un posto importante in questa Roma che viaggia senza angosce.
Voltarsi indietro per rivivere un passato intenso. Roberto Brunamonti, a Bologna semplicemente il Capitano, fatica a selezionare le immagini dal suo personale album. «Ricordi? Tanti - spiega Brunamonti - e tutti belli: in Emilia sono stato bene e ho conosciuto una città meravigliosa qual è Bologna». Chiavi in mano al giemme, per un giorno e per un gioco, per scoprire cosa farebbe al posto del coach per battere le Vu nere. «Di certo non è più la mia Virtus. In estate ha mutato pelle e poi ha continuato a farlo in corsa. Tanjevic ha la possibilità di cambiare i giocatori e proporre più quintetti, tutti validi. La mia mossa? Concentrazione in attacco e ancora di più in difesa. Noi, se vogliamo davvero fare un discorso importante, dobbiamo mantenere il secondo posto per rimanere in evidenza e far sì che qualche grande azienda si accorga di noi per accompagnarci nella nostra avventura». Togliere una pedina a Tanjevic? No, non servirebbe. «Primo: loro di giocatori ne hanno davvero tanti; secondo: se li battessimo senza qualcuno, direbbero che abbiamo vinto ma...». Ieri Bologna, oggi Roma. Brunamonti, oro europeo a Nantes ’83 e argento olimpico a Mosca ’80, l’uomo del tiro decisivo per lo scudetto nell’84 a Milano con l’allora Granarolo Bologna, vorrebbe portare qui tutta la passione dei bolognesi per la pallacanestro. «Loro sono innamorati veri di questo sport: mi piacerebbe fosse così anche a Roma».
Dai ricordi al campo. Bucchi oggi avrà a disposizione Righetti. Ieri Alex s’è allenato, non è al massimo ma ci sarà. Tanjevic, che in corsa ha sistemato la sua squadra prendendo Scarone e Dial, aspetta di riavere a disposizione Smodis mentre ha in Charlie Bell un giustiziere infallibile. «Abbiamo perso a Istanbul con l’Ulker - osserva Tanjevic - e oggi dobbiamo giocare meglio che in Turchia. Non sarà, però, facile, contro questa Roma». Boscia porterà nei dieci Andersen mentre è ancora in dubbio l’impiego dell’ala russa Avleev. Uomini chiave della partita, coloro che possono spostare gli equilibri, sono Myers - per lui è un vero derby - con Jenkins e Santiago per Roma mentre per Bologna i mattatori li individuiamo in Frosini e Rigaudeau. Quest’ultimo, Le Roi, playmaker che sa traverstirsi da ala e da tuttofare, se è in serata sa essere un chirurgo infallibile.
Carlo Santi
Ex speciale, invece, è Roberto Brunamonti. L’attuale general manager di Roma alle Vu nere è stato vent’anni, mitico Capitano prima in campo a dirigere la squadra, vicepresidente dopo a gestire e costruire il gruppo con un veloce passaggio in panchina. Inutile dire che per Brunamonti la partita di oggi è il promontorio delle tempeste, superarlo senza perdere una vela, con il sorriso e l’ispirazione collettiva, vorrebbe dire guadagnarsi davvero un posto importante in questa Roma che viaggia senza angosce.
Voltarsi indietro per rivivere un passato intenso. Roberto Brunamonti, a Bologna semplicemente il Capitano, fatica a selezionare le immagini dal suo personale album. «Ricordi? Tanti - spiega Brunamonti - e tutti belli: in Emilia sono stato bene e ho conosciuto una città meravigliosa qual è Bologna». Chiavi in mano al giemme, per un giorno e per un gioco, per scoprire cosa farebbe al posto del coach per battere le Vu nere. «Di certo non è più la mia Virtus. In estate ha mutato pelle e poi ha continuato a farlo in corsa. Tanjevic ha la possibilità di cambiare i giocatori e proporre più quintetti, tutti validi. La mia mossa? Concentrazione in attacco e ancora di più in difesa. Noi, se vogliamo davvero fare un discorso importante, dobbiamo mantenere il secondo posto per rimanere in evidenza e far sì che qualche grande azienda si accorga di noi per accompagnarci nella nostra avventura». Togliere una pedina a Tanjevic? No, non servirebbe. «Primo: loro di giocatori ne hanno davvero tanti; secondo: se li battessimo senza qualcuno, direbbero che abbiamo vinto ma...». Ieri Bologna, oggi Roma. Brunamonti, oro europeo a Nantes ’83 e argento olimpico a Mosca ’80, l’uomo del tiro decisivo per lo scudetto nell’84 a Milano con l’allora Granarolo Bologna, vorrebbe portare qui tutta la passione dei bolognesi per la pallacanestro. «Loro sono innamorati veri di questo sport: mi piacerebbe fosse così anche a Roma».
Dai ricordi al campo. Bucchi oggi avrà a disposizione Righetti. Ieri Alex s’è allenato, non è al massimo ma ci sarà. Tanjevic, che in corsa ha sistemato la sua squadra prendendo Scarone e Dial, aspetta di riavere a disposizione Smodis mentre ha in Charlie Bell un giustiziere infallibile. «Abbiamo perso a Istanbul con l’Ulker - osserva Tanjevic - e oggi dobbiamo giocare meglio che in Turchia. Non sarà, però, facile, contro questa Roma». Boscia porterà nei dieci Andersen mentre è ancora in dubbio l’impiego dell’ala russa Avleev. Uomini chiave della partita, coloro che possono spostare gli equilibri, sono Myers - per lui è un vero derby - con Jenkins e Santiago per Roma mentre per Bologna i mattatori li individuiamo in Frosini e Rigaudeau. Quest’ultimo, Le Roi, playmaker che sa traverstirsi da ala e da tuttofare, se è in serata sa essere un chirurgo infallibile.
Carlo Santi
Fonte: Il Messaggero