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È un´Olimpia tutto cuore

Infiamma i settemila tifosi con un finale travolgente

Nostalgia nostalgia canaglia, che ti prende quando proprio non vuoi. Perché c´è Milano - Varese e pensi ai derby del passato, alla Simmenthal, all´Ignis, agli spareggi scudetto, a Meneghin (Dino) e Iellini. Poi alzi gli occhi e vedi una partita giocata e vinta con tanto cuore ma con poca tecnica. Perché premiano Gianfranco Pieri, play delle scarpette rosse, e ricordano con un minuto di silenzio Andrea Blasi, play dell´epoca della Philips, poi alzi gli occhi e vedi che ora c´è Coldebella che in distribuzione sbaglia tutto.
Ma tant´è. Questa Milano ha il cuore. Va sotto. Ma non molla. Rimonta e vince. E allora evviva. Perché l´Olimpia, con questa vittoria (un +12 ben al di là dei meriti), resta in alto in classifica e per 7mila invasati di gioia questo conta.
Da subito si dimostra che cambiare campo di gioco (dal Palalido a quel che ora si chiama Mazdapalace anche se la scritta non c´è ancora) per avere il pienone è una gran mossa solo per il cassiere. Difficile trovare le misure su un parquet nuovo di zecca, e le imprecisioni a canestro di Simpkins, Kidd e Coldebella lo testimoniano. Ma in generale è una partita brutta, tesa, che vive di errori (tali sono sia i canestri che i tiri fuori). Milano non fa girare palla, difende male sulle poche penetrazioni di Varese, che però è una frana nei liberi. E il 10-15 dopo il primo quarto è ridicolo, soprattutto a vedere il 16% della Pippo nei tiri: non fosse per la statura dei giocatori verrebbe da pensare di essere al minibasket.
Cambia pochino, nel secondo quarto. Anzi, sì: cambia che Varese in un paio di minuti con Meneghin e soprattutto Gorenc piazza un break da paura: da 26-20 si porta a 37-20. E Milano, percossa e attonita, vagola blandula e timida, solo uno si agita come un ossesso, però è Caja e punti non può farne. L´Olimpia riduce lo svantaggio, a metà gara, a 12 punti (29-41). E il lavoro di persuasione continua negli spogliatoi. «Ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che potevamo vincerla» confessa Niccolai.
Che Milano ci creda si capisce alla ripresa: Kidd si toglie praticamente di mezzo, con quattro falli sul groppone e senza di lui dovrebbe essere il crollo. Invece la squadra regge bene, buttandola sulla tecnica ma anche sul cuore, sulla bolgia che diventa il Mazdapalace. Perché Sconochini entra finalmente in partita, Rancik (il solo valido per quattro quarti: 25 punti) inventa bene e Niccolai porta vivacità. Il gioco è fatto: la baracca di Varese regge fino a che pure Meneghin arriva ai 4 falli. Due liberi di Niccolai portano la Pippo a –1. Simpkins tenta il sorpasso con un improbabile tiro da 3 che vale due punti, ma per Varese (McCormack), sul contropiede che crea. Il quarto tempo è una bolgia. Varese rintuzza punto a punto fino a 6´11" dalla fine: Naumoski fa una delle poche cose buone della serata, col tiro da 3 che vale il 60-60! Il bello è che subito dopo lo imita Niccolai, ed è il primo vantaggio dell´Olimpia. E dopo che Scott ceffa gli ennesimi due liberi Naumoski concede il bis: 66-60 e nessuno che ci crede. Il resto è un dilagare anche esagerato, il solito crollo finale di Varese e l´orgia di gioia biancorossa alla sirena.
«Vincere con un pubblico così vale 4 punti, non 2 – commenta coach Caja – il resto l´abbiamo fatto noi, riprendendoci dopo una brutta partenza in attacco. In svantaggio abbiamo puntato sui tiri da fuori, ma poco decisi, soffrendo in difesa. Bene Simpkins a non fare aumentare il nostro svantaggio, e Sconochini a levar via alcuni rimbalzi di Varese. Il resto lo abbiamo fatto con l´attacco».
Pippo-Metis 83-71
PIPPO: Simpkins 9, Ferroni, Coldebella, Sconochini 11, Kidd 3, Niccolai 15, Rancik 25, Vanuzzo 5, Naumoski 15
METIS: Gorenc 27, Conti 7, Vescovi 2, McCormack 13, Meneghin 10, Zanus Fortes 5, Osella 2, Scott 2, Marin 3.
Luigi Bolognini
Fonte: La Repubblica
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