PESARO — E' Pozzecco il simbolo di questa Fortitudo: nel bene e nel male. La rimonta con l'Efes Pilsen è stata farina del suo sacco, ma anche parte delle stupidaggini finali che hanno spedito nel baratro la Skipper. Giocatore dall'innegabile talento, sicuramente estroso, che riesce ad essere condizionante nonostante abbia lasciato la «cuccia» di Varese. Insomma con la sua personaità ha preso subito Bologna per il bavero ma la fa camminare sul filo, se è vero che Boniciolli rischia la panchina e si sa che il coach non era granchè convinto del suo acquisto, deciso in pratica dalla proprietà. Dopo il pesante ko di Cantù, il «Poz» aveva rilasciato alcune dichiarazioni sul mondo-Fortitudo, accusandolo di essere troppo melodrammatico: aveva le sue ragioni e la società gliele ha date, ma poi il boomerang gli s'è ritorto contro perchè ha affondato la squadra con alcune nefandezze nel finale di gara con Istanbul. Oggi come si sente il giocatore più comunicativo che abbiamo in serie A?
«Penso tuttora che le dichiarazioni che ho rilasciato siano giuste. Chiaro che dopo la partita finita in quel modo contro l'Efes Pilsen mi sento un po' pirla. Abbiamo perso in modo rocambolesco ma è l'ennesima dimostrazione che la sfortuna non esiste nel basket: non l'abbiamo persa perchè siamo sfortunati, ma perchè io sono un pirla. Nel finale ho commesso degli errori madornali».
Sabato scorso contro Napoli anche la Scavolini è stata a dir poco ingenua: che ne pensi?
«L'ho vista in televisione, hanno perso anche loro in modo stupido come noi, buttando via un vantaggio cospicuo nel finale. Queste situazioni fanno parte della pallacanestro e penso che siano la forza di questo sport: e cioè che puoi vincere anche quando tutti pensano ormai che tu abbia perso. Sia noi che Pesaro dobbiamo però guardare anche i lati positivi: se eravamo avanti, significa che avevamo costruito qualcosa».
Domenica vincerà allora chi è meno imbranato?
«No, vincerà chi è sotto di 10 a 3' dalla fine».
Battute a parte?
«Pesaro è una squadra che rispetto, ha buonissimi giocatori e non sarà facile per noi ma non possiamo più permetterci di perdere in casa».
Come descriveresti l'atmosfera oggi in casa Fortitudo?
«Vivo questa cosa abbastanza male e spero che le cose si sistemino. Si sa che nello sport chi paga per primo è l'allenatore ed è normale che in un momento di difficoltà vengano fuori voci del genere, ma io spero che Boniciolli riesca a mantenere la tranquillità che gli serve. Io sono ottimista perchè la squadra è competitiva e quindi alla distanza i valori usciranno fuori».
Com'è andato il trasferimento dopo tanti anni a Varese?
«Non è facile riadattarsi altrove dopo otto anni nella stessa città e nello stesso club, a contatto coi soliti tifosi. Cambiare a 30 anni forse ti dà un bagaglio di esperienza che ti aiuta, però cambiare le abitudini mentali è impegnativo. Comunque io sono un entusiasta e sono felice della scelta fatta».
Un po' di gossip: stai ancora con la Cacciatori?
«Da anni io e Maurizia viviamo una storia a dir poco complessa. In questo momento sono fidanzato ma sfortunatamente non riusciamo ad essere così continui».
Non è una novità: in campo, come fuori. Adorabile Poz.
di Elisabetta Ferri
«Penso tuttora che le dichiarazioni che ho rilasciato siano giuste. Chiaro che dopo la partita finita in quel modo contro l'Efes Pilsen mi sento un po' pirla. Abbiamo perso in modo rocambolesco ma è l'ennesima dimostrazione che la sfortuna non esiste nel basket: non l'abbiamo persa perchè siamo sfortunati, ma perchè io sono un pirla. Nel finale ho commesso degli errori madornali».
Sabato scorso contro Napoli anche la Scavolini è stata a dir poco ingenua: che ne pensi?
«L'ho vista in televisione, hanno perso anche loro in modo stupido come noi, buttando via un vantaggio cospicuo nel finale. Queste situazioni fanno parte della pallacanestro e penso che siano la forza di questo sport: e cioè che puoi vincere anche quando tutti pensano ormai che tu abbia perso. Sia noi che Pesaro dobbiamo però guardare anche i lati positivi: se eravamo avanti, significa che avevamo costruito qualcosa».
Domenica vincerà allora chi è meno imbranato?
«No, vincerà chi è sotto di 10 a 3' dalla fine».
Battute a parte?
«Pesaro è una squadra che rispetto, ha buonissimi giocatori e non sarà facile per noi ma non possiamo più permetterci di perdere in casa».
Come descriveresti l'atmosfera oggi in casa Fortitudo?
«Vivo questa cosa abbastanza male e spero che le cose si sistemino. Si sa che nello sport chi paga per primo è l'allenatore ed è normale che in un momento di difficoltà vengano fuori voci del genere, ma io spero che Boniciolli riesca a mantenere la tranquillità che gli serve. Io sono ottimista perchè la squadra è competitiva e quindi alla distanza i valori usciranno fuori».
Com'è andato il trasferimento dopo tanti anni a Varese?
«Non è facile riadattarsi altrove dopo otto anni nella stessa città e nello stesso club, a contatto coi soliti tifosi. Cambiare a 30 anni forse ti dà un bagaglio di esperienza che ti aiuta, però cambiare le abitudini mentali è impegnativo. Comunque io sono un entusiasta e sono felice della scelta fatta».
Un po' di gossip: stai ancora con la Cacciatori?
«Da anni io e Maurizia viviamo una storia a dir poco complessa. In questo momento sono fidanzato ma sfortunatamente non riusciamo ad essere così continui».
Non è una novità: in campo, come fuori. Adorabile Poz.
di Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino