Per rimettere in piedi Paolino Conti c'è voluta tutta l'esperienza, la bravura e la "magia" delle mani di Sandro Galleani, ma adesso, ad opera quasi completata, è un piacere rivedere sui campi l'ala grande che rappresenta un punto di forza di questa Metis.
L'ottimo spezzone di gara disputato ad Avellino, "puntellato" dall'altra buona prestazione prodotta contro Charleroi, attende la definitiva consacrazione del prossimo derby contro la Pippo Milano, una gara che, come tradizione, vede montare l'attesa.
Prima di affrontare i temi della sfida infinita con Milano, con l'aiuto di Conti radiografiamo il momento della Metis e cerchiamo di capire come il buon Paolino ha ritrovato la squadra dopo un mese di assenza: Ho rivisto il solito gruppo: unito e sempre disponibile al lavoro e - osserva con una punta d'orgoglio Conti -, questa è la grande, vera differenza tra la squadra di quest'anno e quella vista la passata stagione. In questo nucleo tutti i ragazzi si danno da fare in palestra, c'è coesione e, "in acqua", non ci sono remi controcorrente. Tutti si va dalla stessa parte e l'atteggiamento generale è più che positivo. Niente a che vedere, insomma, con le ripetute incomprensioni dello scorso campionato.
- Il clima è idilliaco, ma i risultati sono sempre in altalena...
In effetti la mancanza di continuità rappresenta è il nostro grande cruccio e l'unico problema serio che dobbiamo risolvere - commenta Conti -. Fino ad oggi abbiamo "toppato" clamorosamente un paio di gare: Roseto e in casa contro Livorno, ed è chiaro che due battute d'arresto del genere hanno gettato qualche ombra sul nostro cammino. Tuttavia, noi siamo i primi ad essere perfettamente coscienti del fatto che la squadra debba migliorare sotto questo profilo.
- Miglioramenti che, tecnicamente, da dove devono partire ?
Dalla difesa, senza dubbio. Sappiamo che il "gap" che ci divide dalle squadre di alta classifica è esclusivamente dovuto al diverso atteggiamento difensivo. A parte la Benetton, che grazie alla sua struttura e all'impostazione voluta da coach Messina, è di una categoria superiore, l'esempio di Roma, seconda in classifica, dovrebbe insegnarci parecchio e dice che là davanti ci si arriva solo con il sacrificio in difesa. Noi, da questo punto di vista, siamo ancora una squadra a due volti: madidi di sudore e pronti alla fatica in casa; decisamente più svogliati lontano da Masnago. Questo però è solo un problema di carattere mentale e anche Beugnot ci "martella" incessantemente per farci capire che il vero salto per diventare una squadra "autoritaria" è da compiere là dietro. Questo anche perché la difesa deve essere un punto fermo al quale aggrapparsi sempre, soprattutto quando in attacco le cose non girano nel modo giusto. Noi, invece, per ora, quando sul fronte offensivo accusiamo problemi, perdiamo fiducia anche in difesa e mettiamo in evidenza un atteggiamento esattamente contrario. I motivi ? Beh, forse perché quasi tutte le squadre tendono a dare più importanza a quello che si combina in attacco, mentre la storia del basket insegna che per costruire squadre vincenti bisogna capovolgere gli orizzonti.
- Milano, avversaria nel derby, ha già iniziato a percorrere questa strada...
Conoscendo bene coach Caja, credo proprio che sia così. La filosofia cestistica di Attilio è semplice ed efficace. Si parte prima di tutto dalla difesa che deve essere aggressiva, molto anticipata e allungata per tutto il campo e poi si passa all'attacco in cui si gioca per due scopi: o contropiede a tutta velocità, oppure attacco sempre ragionato. Il gioco in transizione - spiega Paolo - non è previsto. La Pippo ha già una sua identità, noi, anche per gli infortuni in serie che ci hanno colpito, stiamo ancora lavorando per costruirla.
- Quali sono le sue considerazioni finali in previsione della gara di sabato sera ?
L'Olimpia è una squadra forte, con giocatori di talento come Sconochini e Naumoski e molto, molto esperta, ma sostanzialmente alla nostra portata. Contro di loro, anche senza Rusty, possiamo giocare alla pari e questo è certamente il primo obiettivo. Per Varese è un match significativo, perché dovrà dirci a che punto stiamo nella costruzione di questa mentalità. Sappiamo benissimo che un risultato negativo a Milano ci può anche stare, ma eventualmente sarà importante andare a verificare il tipo di sconfitta. Una replica della partita scialba e senza mordente disputata a Roseto, sarebbe un delusione difficile da mandare giù. Quindi, prima di tutto mi aspetto una Metis dura, combattiva, tutta grinta e carattere e - conclude Conti - il clima del derby di sicuro ci darà una mano....
Massimo Turconi
L'ottimo spezzone di gara disputato ad Avellino, "puntellato" dall'altra buona prestazione prodotta contro Charleroi, attende la definitiva consacrazione del prossimo derby contro la Pippo Milano, una gara che, come tradizione, vede montare l'attesa.
Prima di affrontare i temi della sfida infinita con Milano, con l'aiuto di Conti radiografiamo il momento della Metis e cerchiamo di capire come il buon Paolino ha ritrovato la squadra dopo un mese di assenza: Ho rivisto il solito gruppo: unito e sempre disponibile al lavoro e - osserva con una punta d'orgoglio Conti -, questa è la grande, vera differenza tra la squadra di quest'anno e quella vista la passata stagione. In questo nucleo tutti i ragazzi si danno da fare in palestra, c'è coesione e, "in acqua", non ci sono remi controcorrente. Tutti si va dalla stessa parte e l'atteggiamento generale è più che positivo. Niente a che vedere, insomma, con le ripetute incomprensioni dello scorso campionato.
- Il clima è idilliaco, ma i risultati sono sempre in altalena...
In effetti la mancanza di continuità rappresenta è il nostro grande cruccio e l'unico problema serio che dobbiamo risolvere - commenta Conti -. Fino ad oggi abbiamo "toppato" clamorosamente un paio di gare: Roseto e in casa contro Livorno, ed è chiaro che due battute d'arresto del genere hanno gettato qualche ombra sul nostro cammino. Tuttavia, noi siamo i primi ad essere perfettamente coscienti del fatto che la squadra debba migliorare sotto questo profilo.
- Miglioramenti che, tecnicamente, da dove devono partire ?
Dalla difesa, senza dubbio. Sappiamo che il "gap" che ci divide dalle squadre di alta classifica è esclusivamente dovuto al diverso atteggiamento difensivo. A parte la Benetton, che grazie alla sua struttura e all'impostazione voluta da coach Messina, è di una categoria superiore, l'esempio di Roma, seconda in classifica, dovrebbe insegnarci parecchio e dice che là davanti ci si arriva solo con il sacrificio in difesa. Noi, da questo punto di vista, siamo ancora una squadra a due volti: madidi di sudore e pronti alla fatica in casa; decisamente più svogliati lontano da Masnago. Questo però è solo un problema di carattere mentale e anche Beugnot ci "martella" incessantemente per farci capire che il vero salto per diventare una squadra "autoritaria" è da compiere là dietro. Questo anche perché la difesa deve essere un punto fermo al quale aggrapparsi sempre, soprattutto quando in attacco le cose non girano nel modo giusto. Noi, invece, per ora, quando sul fronte offensivo accusiamo problemi, perdiamo fiducia anche in difesa e mettiamo in evidenza un atteggiamento esattamente contrario. I motivi ? Beh, forse perché quasi tutte le squadre tendono a dare più importanza a quello che si combina in attacco, mentre la storia del basket insegna che per costruire squadre vincenti bisogna capovolgere gli orizzonti.
- Milano, avversaria nel derby, ha già iniziato a percorrere questa strada...
Conoscendo bene coach Caja, credo proprio che sia così. La filosofia cestistica di Attilio è semplice ed efficace. Si parte prima di tutto dalla difesa che deve essere aggressiva, molto anticipata e allungata per tutto il campo e poi si passa all'attacco in cui si gioca per due scopi: o contropiede a tutta velocità, oppure attacco sempre ragionato. Il gioco in transizione - spiega Paolo - non è previsto. La Pippo ha già una sua identità, noi, anche per gli infortuni in serie che ci hanno colpito, stiamo ancora lavorando per costruirla.
- Quali sono le sue considerazioni finali in previsione della gara di sabato sera ?
L'Olimpia è una squadra forte, con giocatori di talento come Sconochini e Naumoski e molto, molto esperta, ma sostanzialmente alla nostra portata. Contro di loro, anche senza Rusty, possiamo giocare alla pari e questo è certamente il primo obiettivo. Per Varese è un match significativo, perché dovrà dirci a che punto stiamo nella costruzione di questa mentalità. Sappiamo benissimo che un risultato negativo a Milano ci può anche stare, ma eventualmente sarà importante andare a verificare il tipo di sconfitta. Una replica della partita scialba e senza mordente disputata a Roseto, sarebbe un delusione difficile da mandare giù. Quindi, prima di tutto mi aspetto una Metis dura, combattiva, tutta grinta e carattere e - conclude Conti - il clima del derby di sicuro ci darà una mano....
Massimo Turconi