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Scaligera, le Coppe vendute all'asta

Mille euro per i trofei veronesi

«Il cuore ha le sue ragioni». Armando Lenotti le ha rispettate ed ha acquistato all’asta le 192 coppe che sono la più bella sintesi della storia della Scaligera Basket, vale a dire del meglio della storia della pallacanestro veronese. Il signor Lenotti la giocava «nel chiostro di San Giorgio assieme ad Achille De Angelis, a Garzotti...». «E’ lì, a S. Giorgio, infatti, che è nata la pallacanestro a Verona» , sostiene. Era l’epoca della Borletti Milano, quella delle «scarpette rosse». A Verona, invece, Andrea Piotto stava buttando il seme, che maturerà e diventerà pianta rigogliosa con i fratelli Vicenzi. Poi qualcun altro l’ha bruscamente tagliata e quello che è rimasto sono queste coppe, queste maglie dei giocatori vendute all’incanto. Quella di Rodolfo Rombaldoni trova un acquirente a 10 euro, quella di Diego Fajardo a 20, quella di Henry Turner a 5, quella di Boscagin nessuno la vuole e allora il bravo banditore Giovanni Gatti la abbina a quella di Zanella e uno le compra entrambe a 5 euro. La maglia di Ivory vale 10 euro, quelle di Carraretto e Claudio Nobile abbinate 15, quella di Janes 5. Sono le maglie che testimoniano l’ultima impresa, quella di una salvezza sul campo nonostante, attorno, tutto stesse andando a rotoli. Il signor Martinazzo spende 60 euro per acquistare l’intera muta di nove maglie blu della Müller, ma sono quelle della Mash che richiamano maggior attenzione. E Armando Lenotti butta lì 80 euro per assicurarsi quelle di Capelli, Soave, Bullara, Boni, Dalla Vecchia, Jerichow, Londero, Dalfini, «perché - spiega - solo quella di Dalla Vecchia merita la spesa» , mentre per 25 euro Mara Boghetto e Silvia Passigato si prendono cinque maglie bianche della Mash (Capelli, Jerichow, Londero, Dalfini, Galanda). «Sono tifosa dai tempi della Korac - spiega la signora Mara - : mio marito mi accompagnò al Palasport e mi innamorai del basket. Poi ho coinvolto la mia amica Silvia. Metteremo le maglie in taverna, in cornice perché la nostra passione non è finita. Ora seguiamo la Sanzeno». Anche Armando Lenotti è andato «a vedere la prima partita della Sanzeno, ma mi piangeva il cuore». Quello che lo ha spinto ad assicurarsi le coppe dopo che il primo invito del banditore (base di partenza 994 euro) non aveva avuto risposta, nonostante le sollecitazione, il ripetere più volte che «qui c’è la storia della Scaligera Basket» e che per questo non era possibile mettere le coppe all’asta una ad uno. Così, quando sembrava tutto fosse rimandato al 21 novembre, ecco l’offerta di mille euro. «Mi sono fatto - spiega Lenotti - un regalo di compleanno, visto che l’anniversario cade la prossima settimana. O di Santa Lucia... Certo che mi toccherà... affittare una casa per farcele stare tutte». Non c’è, tra le coppe, la Korac (a lla Scaligera non si volle farne una copia). Ma ci sono la Supercoppa 1996 e la Coppa Italia 1991 e tante, tante altre, conquistate su tutti i campi d’Italia e d’Europa. Lenotti, che ha amato «soprattutto la squadra che vinse la finale di Bologna su Milano» e poi Williams e Iuzzolino e che ricorda Lombardi «come allenatore che ha insegnato a vivere a tanti giovani» , si è fatto proprio un bel regalo. (r.p.)
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