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Fabriano, sei quasi in salvo...

Quasi fatta per la salvezza della tradizione cestistica della città marchigiana

FABRIANO — Al fotofinish, come tradizione cestistica indigena impone, ma si salverà. Si salverà il Fabriano basket Spa dallo spettro della liquidazione (magari trovando la formula per dilatare i tempi e prorogare la fase di transizione tra vecchi e potenziali nuovi padroni) perché anche ieri Claudio Biondi e gli altri ex dirigenti hanno confermato il loro impegno ad accollarsi il «regresso» per dare il là alla sopravvivenza. Eppure alla scadenza decisiva dell'odierna assemblea dei soci alla Faber (si comincia alle 17,30, si andrà presumibilmente avanti fin quasi alle ore piccole), ci si presenterà con un amletico dubbio: chi piloterà la Ferrari sportiva della città, dal 9 novembre 2002 in avanti? Quali saranno le saccocce così ben munite da garantire la benzina sufficiente per il nuovo percorso almeno di qui fino al termine della stagione, senza altri pericolosissimi pit stop?
«Pago io». Pur con qualche precauzione, ma l'ex presidente Biondi ribadisce l'intenzione di massima di ricucire lo strappo economico (a quanto pare attorno al milione di euro) della gestione del Cda in carica fino alla scorsa estate. «Ci sono alcune 'cosucce' da sistemare con gli istituti di credito», premette l'ex primo dirigente. «Comunque torno a sottolineare che noi uscenti ci accolleremo la nostra porzione di 'rosso' e di fatto lasceremo una società a costo zero a chi vuole subentrare. Portarla in due anni dall'A2 ai play-off scudetto e lasciarla, perché i tifosi così hanno voluto, ma in situazione di sostanziale pareggio, mi pare che non sia tanto riprovevole. Direi che di più non si poteva fare…».
«Io non comando». Da Antonio Ninno, invece, arrivano due messaggi. Il primo è ancora per il delicato rapporto basket-Comune. «A Roberto Bellucci — sottolinea Ninno — vorrei evidenziare che quando era assessore allo sport, giustamente i contributi municipali assegnati alla società più o meno collimavano con il pagamento degli affitti del palas. Mi sembrerebbe una buona idea tornare a quei livelli, con un'amministrazione civica che aiuti la bandiera sportiva cittadina. Per questo proprio non mi spiego il perché di quella interrogazione con cui non si tende certo una mano alla pallacanestro». Poi la precisazione societaria. «Guardate che se io mi sto dando da fare per il 'salvataggio', peraltro non ancora compiuto, non è perché pretenda chissà quali poltrone nell'eventuale futuro assetto dirigenziale. Anzi, il mio impegno è solo finalizzato a fornire un contributo per superare questa fase di assoluta emergenza, magari continuando a restare un sostenitore finanziario del team a cui ormai mi sento affezionatissimo» .
Cercasi padrone. Ricapitolando: Biondi paga e se ne va, Ninno non si sente affatto il nuovo capitano, Alberti (comunque impegnatissimo ed encomiabile per il gran lavoro svolto) è solo un traghettatore. Quindi siamo da punto a capo per svelare l'identità dei futuri «capoccia».
Anche perché il richiestissimo e sempre imprevedibile Casoli dell'Elica pure ieri ha nuovamente rimarcato il suo «no, grazie» e la famiglia Merloni ha già ribadito di continuare a contribuire, ma senza la gestione diretta. Possibile, se non probabile allora, che dall'assise odierna esca una richiesta di breve proroga per la sistemazione tecnica dei conti e, nel contempo, per la riapertura della caccia all'imprenditoria cittadina, senza più l'alibi dei debiti regressi. Allungare l'agonia sarebbe una mezza vittoria: ma solo mezza…
Alessandro Di Marco
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