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Montepaschi, è l'ora dell'unione

Non si deve perdere la tranquillità in un momento negativo

SIENA — «Domani è un altro giorno», come sempre, ed in ogni situazione. Come in quella, per niente idilliaca, della Montepaschi, che ieri sera giocoforza è tornata a calcare il parquet di viale Sclavo, a meno di 24 ore dalla partita di Malaga.
Ataman ed i biancoverdi non possono permettersi attimi di indugio e di riflessione, perchè oggi è già la vigilia della sfida che lancia la Montepaschi alla Benetton. Inutile trincerarsi dietro a sofismi e congetture: il dente malato è meglio toglierselo subito, e se crisi deve essere, è meglio che lo sia fino al midollo. Sempre, ovviamente, con la speranza e tutte le premesse che l'esame più tosto, di fronte alla prima della classe, non provochi da parte dei giocatori una reazione di rigetto esplosiva, che scacci tutti i fantasmi.
I dubbi
Da ieri sera, dunque, tolti i dubbi per quanto riguarda la la caviglia di Stefanov (regolarmente in campo) e aggiunti invece quelli su Chiacig (fermato per un risentimento al tendine rotuleo), la Montepaschi ha rimesso di nuovo la barra puntata in modo deciso verso l'appuntamento più imminente e incombente, quello di domani pomeriggio al PalaSclavo (arbitri Cicoria-Corrias-Nardecchia) contro i «multicolori» del plurititolato Messina, ieri sera in campo per conquistare Barcellona, ed oggi già pronti ad allestire l'accampamento prima di assaltare e devastare il parquet mensanino.
La Mens Sana dopo aver toccato il settimo cielo con la prestazione esaltante contro il Panathinaikos Atene, nelle due occasioni successive è rovinosamente precipitata a terra, rompendosi le ossa sia a Reggio Calabria che poi a Malaga.
Scilla e Cariddi prima e le Colonne d'Ercole poi hanno deformato e poi infranto la navicella biancoverde, fattasi fragile: 106-60 e poi 103-67 le valutazioni espresse sui due parquet, con differenziali impietosi e ben poco opinabili.
La Montepaschi ha permesso la presenza sul campo di una sola squadra, quella avversaria, autogenerando insicurezza e incertezza. Non ancora il panico, sicuramente lo scoramento.
E questo è possibile nonostante la presenza in biancoverde di campioni che mai tutti insieme erano stati assemblati alla Mens Sana.
La soluzione a tanti misteri non sembra essere proprio dietro l'angolo: occorre comunque umiltà, pazienza, concentrazione, lavoro di gruppo. voglia di affiatamento, fiducia reciproca. L'assemblaggio ha bisogno di tempo, e soprattutto di volontà direzionate verso lo stesso obiettivo, coordinate da chi è preposto, l'allenatore Ataman. Solo remando tutti verso la stessa direzione, i progetti nel cassetto possono poi concretizzarsi.
Intanto, la mancanza di risultati ha già fatto una «vittima», il coach dello Zalgiris, Brazys, sostituito da Antanas Sireika, coach della nazionale lituana. La sconfitta con il Buducnost è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Patrizio Forci
Fonte: La Nazione
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