Bentornato, Agostino.
«Grazie, avevo proprio voglia di tornare a giocare. Dopo due giorni di intenso lavoro atletico con il preparatore Sepulcri, ho ripreso appieno con la squadra. Specie alla fine della seduta tecnica del pomeriggio, sono tranquillo perché la caviglia infortunata ha tenuto. Sono pronto per giocare domenica a Trieste».
La distorsione prima della gara con Roma, la ricaduta con Biella e le quattro assenze, tra campionato e coppa, sono solo un lontano ricordo?
«Sì, anche se mi è costato tanta piscina e pesi. Forse l’errore è stato affrettare l’impiego contro Roma. Poi, c’è stata la ricaduta per una spinta sotto canestro con Biella: avevo il piede piantato per terra e mi si è girato di nuovo. A caldo ci ho giocato sopra, perché non mi piaceva uscire in una partita così. Ora rieccomi qua per riprendere dopo avere saltato Milano, Bonn, Roseto e Badalona».
Rientri nel derby, la partita più adatta a te.
«Non è semplice, ma mi piace l’idea di giocarmela. Al terzo anno a Udine, anche se ho saltato le prime due sfide per la lussazione a una spalla in nazionale in Francia e per la successiva ricaduta, ormai la sento. Anche se il campanilismo fa più parte delle due tifoserie e delle due città, è bello il contorno in cui si gioca. Mi ricorda il clima delle sfide tra Barcellona Pozzo di Gotto e Ragusa, e anche quelle giocate con la Viola».
È la tua partita anche perché, da due estati, radiomercato vocifera di un tuo possibile passaggio a Trieste.
«Non ne so niente, se non quel che si legge e si sente».
A Badalona, in ogni caso, Frates ti avrebbe visto bene nella Snaidero su Radulovic.
«Peccato non esserci stato, soprattutto perché avrebbe voluto dire che potevo giocare. Comunque, adesso sono pronto. Non sarò al cento per cento, ma c’è bisogno di una mano da parte di tutti. Il coach, poi, ci sa gestire e il minutaggio è sempre buono, anche quando parto dietro a Thompson. Non è un problema».
Pensi che la Snaidero si sia sbloccata con il primo successo in campionato su Roseto?
«Vincere fa morale, è dura giocare con sette sconfitte sul groppone. Comunque, la squadra è in progresso. Tra coppa e campionato aveva fatto buone partite anche prima di vincere con Roseto. C’era bisogno di giocare assieme, perché ci sono tanti giocatori nuovi e alcuni hanno cominciato tardi la preparazione».
Sai che c’è uno 0/7, negli ultimi derby, da cancellare anche contro Trieste?
«Sì, allora bisogna farlo subito. Trieste, grazie al solito superlavoro di Pancotto, è una squadra quadrata e forte. In campionato, però, c’è molto equilibrio e a noi servono i 2 punti: si può fare».
«Grazie, avevo proprio voglia di tornare a giocare. Dopo due giorni di intenso lavoro atletico con il preparatore Sepulcri, ho ripreso appieno con la squadra. Specie alla fine della seduta tecnica del pomeriggio, sono tranquillo perché la caviglia infortunata ha tenuto. Sono pronto per giocare domenica a Trieste».
La distorsione prima della gara con Roma, la ricaduta con Biella e le quattro assenze, tra campionato e coppa, sono solo un lontano ricordo?
«Sì, anche se mi è costato tanta piscina e pesi. Forse l’errore è stato affrettare l’impiego contro Roma. Poi, c’è stata la ricaduta per una spinta sotto canestro con Biella: avevo il piede piantato per terra e mi si è girato di nuovo. A caldo ci ho giocato sopra, perché non mi piaceva uscire in una partita così. Ora rieccomi qua per riprendere dopo avere saltato Milano, Bonn, Roseto e Badalona».
Rientri nel derby, la partita più adatta a te.
«Non è semplice, ma mi piace l’idea di giocarmela. Al terzo anno a Udine, anche se ho saltato le prime due sfide per la lussazione a una spalla in nazionale in Francia e per la successiva ricaduta, ormai la sento. Anche se il campanilismo fa più parte delle due tifoserie e delle due città, è bello il contorno in cui si gioca. Mi ricorda il clima delle sfide tra Barcellona Pozzo di Gotto e Ragusa, e anche quelle giocate con la Viola».
È la tua partita anche perché, da due estati, radiomercato vocifera di un tuo possibile passaggio a Trieste.
«Non ne so niente, se non quel che si legge e si sente».
A Badalona, in ogni caso, Frates ti avrebbe visto bene nella Snaidero su Radulovic.
«Peccato non esserci stato, soprattutto perché avrebbe voluto dire che potevo giocare. Comunque, adesso sono pronto. Non sarò al cento per cento, ma c’è bisogno di una mano da parte di tutti. Il coach, poi, ci sa gestire e il minutaggio è sempre buono, anche quando parto dietro a Thompson. Non è un problema».
Pensi che la Snaidero si sia sbloccata con il primo successo in campionato su Roseto?
«Vincere fa morale, è dura giocare con sette sconfitte sul groppone. Comunque, la squadra è in progresso. Tra coppa e campionato aveva fatto buone partite anche prima di vincere con Roseto. C’era bisogno di giocare assieme, perché ci sono tanti giocatori nuovi e alcuni hanno cominciato tardi la preparazione».
Sai che c’è uno 0/7, negli ultimi derby, da cancellare anche contro Trieste?
«Sì, allora bisogna farlo subito. Trieste, grazie al solito superlavoro di Pancotto, è una squadra quadrata e forte. In campionato, però, c’è molto equilibrio e a noi servono i 2 punti: si può fare».