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Fabriano, ora la soluzione c’è

I vecchi soci coprono il debito, ma vogliono uscire di scena

FABRIANO - Alla vigilia della decisiva Assemblea dei Soci di domani, in extremis potrebbe aprirsi uno spiraglio di luce sul futuro del Fabriano Basket. «Al termine di una riunione tenutasi martedì sera - riferisce il presidente Giuseppe Alberti - i consiglieri delle ultime due stagioni hanno deciso di coprire per intero il debito della società. A condizione, però, che ci sia poi un altro gruppo di imprenditori che ne porti avanti la gestione. Altrimenti domani, 8 novembre, il Fabriano Basket verrà messo in liquidazione». La società, insomma, verrebbe consegnata ad eventuali acquirenti 'pulita' da quel milione e mezzo di euro di debiti, grazie anche all'aiuto degli istituti di credito. Ma se nessuno si farà avanti, si chiude. A manovrare dal retroscena quest'ultima scialuppa di salvataggio è l'ex presidente e sponsor Antonio Ninno. «Io non faccio parte né del gruppo dei vecchi dirigenti che sanano il debito né di una ipotetica nuova cordata - chiarisce Ninno - e, pur garantendo sempre un mio contributo, non vado in cerca di poltrone di comando. Sto solo tessendo i fili per fare in modo che il basket non finisca». Nelle ultime ore si è vociferato di un contatto avviato proprio tra Ninno e Francesco Casoli, proprietario dell'Elica. «Non ne sono niente» smentisce Ninno. Visto che il nome di Casoli sta saltando fuori a ripetizione come primo indiziato al rilevamento della società, siamo andati a sentirlo direttamente. "Non ho mai pensato ad una cosa del genere - smentisce anche Casoli - sia chiaro, non voglio fare la parte di quello che non gliene importa niente, ma non conosco il basket, non vengo alle partite e non sono un appassionato in senso stretto. Pertanto, no, io non penso di essere la persona adatta, perché per fare bene una cosa non bastano i soldi, ma servono anche il cuore, la passione e le idee per un progetto. E bisogna lavorare in maniera professionale, perché qui parliamo di una realtà di A1, servono capacità dirigenziali sportive specifiche: in questo senso mi sembra che invece negli anni Fabriano, pur di fronte alla grande diffusione del basket tra la gente, non sia riuscita a sviluppare figure adatte a ricoprire tali ruoli. Sinceramente, mi auguro che la squadra resti in A1 ed inizi a vincere. Ma credo che all'interno della società ci siano altri imprenditori con l'interesse e le capacità economiche necessarie per portare avanti la società». No Merloni, no Galassi, no Ninno, no Casoli: si troverà, entro domani sera, un'anima pia che eviti la scomparsa del Fabriano Basket?
Ferruccio Cocco
Fonte: Il Messaggero
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