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Euro. i fischi secondo Pieri

Federico chiama a raccolta i tifosi

ROSETO - La seconda gara casalinga di Uleb Cup del Roseto Basket sarà ricordata soprattutto per le triple di Rannikko e Radosevic e per le statistiche clamorosamente sbagliate (la colpa pare che sia direttamente dell'Uleb, che non dà modo di variare i referti da completare che arrivano tramite internet). Ma ci sono anche un paio di fatti da segnalare, avvenuti in sala stampa. Il primo è la sorprendente risposta del Coach del Lasko, Kruscic che, interrogato sul motivo per cui il suo play statunitense Daniels non avesse giocato neppure un minuto, ha risposto che sta cercando un altro giocatore, migliore di Daniels. A Roseto si sono fidati sulla parola, visto che Daniels ha fatto appena riscaldamento. Il secondo fatto riguarda invece un aspetto tutto rosetano e si riferisce alla lamentela di Coach Phil Melillo, che ha riportato l'inquietudine di alcuni dei suoi atleti, sorpresi dal fatto di ricevere qualche fischio casalingo, seppur a seguito di errore. Il Coach ha già detto che si aspetta applausi e non fischi, perché l'Euro non è la Benetton, ma noi vogliamo sentire anche il parere di un giocatore e abbiamo così chiesto lumi a Federico Pieri, atleta taciturno, ma di buone parole e utile saggezza quando apre bocca. Ha ragione il Coach - inizia Pieri - noi non siamo la Benetton. Per questo abbiamo sempre un forte bisogno dei tifosi e del loro calore, che finora non è mai mancato in campionato. Su qualche fischio piovuto in Uleb, Federico sdrammatizza: Probabilmente, in una gara di campionato, con il pienone, quei fischi ci sono lo stesso, ma nessuno li sente. Per capire quei fischi forse dovremmo metterci nei panni dei tifosi, ai quali però io vorrei dire che noi, quando sbagliamo, siamo già arrabbiati perché lo capiamo da soli l'errore e che, quindi, magari gradiremmo di più l'incoraggiamento di un applauso. In merito al rischio di "imborghesimento" del pubblico rosetano, il play è sicuro: Non credo che una piazza così calorosa e viscerale come Roseto avrà mai questo problema. Infine, sulle voci dei problemi familiari di qualche giocatore non in particolare spolvero, Pieri glissa: No comment. Se qualche compagno di squadra ha problemi personali, noi faremo quadrato e lo aiuteremo a superare il momento difficile, tenendo queste cose dentro lo spogliatoio, salvo diverso parere del diretto interessato.
Luca Maggitti
Fonte: Il Tempo
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