PESARO — Due giorni in Piemonte per dimenticare Napoli. Malaventura è rientrato in città dopo il mini-raduno con la Nazionale di Recalcati: facce nuove, lontano da casa per smaltire la delusione dopo la beffa finale con la Pompea che ha trasformato la classifica della Scavolini da soddisfacente (in caso di vittoria sarebbero stati gli stessi punti dell'anno scorso dopo otto giornate...) a preoccupante.
«Mi ha fatto bene staccare, ho eliminato in fretta le scorie dell'ultima partita e così sono pronto mentalmente per la prossima».
Com'è andata a Torino?
«Bè, era un raduno molto più sperimentale di quello di Pesaro, se pensiamo che io ero quasi il più vecchio...».
Il prossimo sarà quello per le qualificazioni in vista degli Europei: ci sarà anche Malaventura?
«Io ci spero, ma so di averne davanti tanti altri. Recalcati in proposito non ci ha detto nulla, solo che organizza questo tipo di raduni per far sentire ai più giovani che la Nazionale si ricorda anche di loro».
Flamini come l'hai visto?
«Bene. E' uno di quelli che un giorno sogna di tornare alla base, come me».
Dicono che gli manchi il tiro da fuori per giocare nel ruolo di guardia-ala...
«Non è un tiratore ma non possiamo nemmeno dire che ha la mano quadra. E poi il tiro si può costruire e migliorare col lavoro, Simone è giovane e può fare ancora tanto per crescere. Ma ci sono già cose importanti che sa fare».
Parliamo della Scavolini: preoccupato per la classifica?
«Sarei preoccupato se, oltre ad avere solo sei punti, avessimo perso tutte le partite nettamente. Ma questo non è accaduto, anzi ne abbiamo buttate via un paio, per non dire tre: a Roma, a Roseto e poi quella con Napoli, che è stata la più incredibile».
Quindi?
«Quindi sarebbe bastata una vittoria in più per essere sereni e due perchè si parlasse della Scavolini con ben altri toni, come la rivelazione».
L'hanno capito gli americani che qui ogni partita persa può pesare moltissimo?
«Lo sanno bene come funzionano le cose, gliel'abbiamo spiegato che c'è una retrocessione e cosa vuol dire giocare in serie A oppure no. Ma anche a loro piace vincere, non credo siano più rilassati di noi. Abbiamo commesso degli errori stupidi, punto e basta».
A Bologna come la vedi?
«Ho sentito che Pozzecco ha cercato di scuotere la Fortitudo dopo la batosta di Cantù, ma anche noi abbiamo bisogno di reagire».
Elisabetta Ferri
«Mi ha fatto bene staccare, ho eliminato in fretta le scorie dell'ultima partita e così sono pronto mentalmente per la prossima».
Com'è andata a Torino?
«Bè, era un raduno molto più sperimentale di quello di Pesaro, se pensiamo che io ero quasi il più vecchio...».
Il prossimo sarà quello per le qualificazioni in vista degli Europei: ci sarà anche Malaventura?
«Io ci spero, ma so di averne davanti tanti altri. Recalcati in proposito non ci ha detto nulla, solo che organizza questo tipo di raduni per far sentire ai più giovani che la Nazionale si ricorda anche di loro».
Flamini come l'hai visto?
«Bene. E' uno di quelli che un giorno sogna di tornare alla base, come me».
Dicono che gli manchi il tiro da fuori per giocare nel ruolo di guardia-ala...
«Non è un tiratore ma non possiamo nemmeno dire che ha la mano quadra. E poi il tiro si può costruire e migliorare col lavoro, Simone è giovane e può fare ancora tanto per crescere. Ma ci sono già cose importanti che sa fare».
Parliamo della Scavolini: preoccupato per la classifica?
«Sarei preoccupato se, oltre ad avere solo sei punti, avessimo perso tutte le partite nettamente. Ma questo non è accaduto, anzi ne abbiamo buttate via un paio, per non dire tre: a Roma, a Roseto e poi quella con Napoli, che è stata la più incredibile».
Quindi?
«Quindi sarebbe bastata una vittoria in più per essere sereni e due perchè si parlasse della Scavolini con ben altri toni, come la rivelazione».
L'hanno capito gli americani che qui ogni partita persa può pesare moltissimo?
«Lo sanno bene come funzionano le cose, gliel'abbiamo spiegato che c'è una retrocessione e cosa vuol dire giocare in serie A oppure no. Ma anche a loro piace vincere, non credo siano più rilassati di noi. Abbiamo commesso degli errori stupidi, punto e basta».
A Bologna come la vedi?
«Ho sentito che Pozzecco ha cercato di scuotere la Fortitudo dopo la batosta di Cantù, ma anche noi abbiamo bisogno di reagire».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino