FABRIANO — Metà percorso, ma bisogna ancora arrivare al sospiratissimo traguardo dell'assemblea dei soci di domani pomeriggio. Il primo passo lo hanno compiuto i «vecchi», il Biondi-group, per intenderci, che si dice disposto a mettere nero su bianco il proprio intendimento di ripianare totalmente il passivo fin qui accumulato. Ora, con una società che si offre potenzialmente a costo zero, il cartello «cercasi acquirenti», o comunque finanziatori, è decisamente bene in vista.
«Venite, gente». Dunque, la porta è aperta. Quasi spalancata, una volta spazzato via l'alibi del «rosso» in bilancio. «Si è sempre detto — spiega il presidente Giuseppe Alberti — che l'ostacolo maggiore per l'ingresso di nuovi soci fosse proprio questo passivo. Bene, nella riunione di mercoledì sera i dirigenti delle ultime gestioni hanno affermato di accollarsi il 'regresso'. Ma questa mossa avrà un senso solo se le forze della città dimostreranno nelle ultime ore prima della riunione di domani di avere veramente a cuore le sorti della nostra pallacanestro». Altrimenti lo spettro della liquidazione tornerà a materializzarsi.
«Caro Comune…». Antonio Ninno, il trait d'union tra vecchio e nuovo, si dice pronto a spingere ancora la nave biancoblù, continua a cercare compagni di ventura e, intanto, lancia messaggi precisi anche all'amministrazione comunale. «Mai come in questo momento è fondamentale che si remi tutti dalla stessa parte», aggiunge Ninno.
«Anche il ruolo dei politici, di qualsiasi bandiera, è fondamentale. Per questo diviene importante ottenere l'appoggio degli amministratori in merito alla questione affitti del palas, ma anche della minoranza.
«Del resto non ho ben capito il perché di quella interrogazione di Tini e Bellucci, peraltro colleghi di partito dell'ex presidente Biondi, che chiedevano al Comune di farsi 'risarcire' dal Fabriano basket proprio in un momento di così chiara difficoltà. Ecco, mi pare difficile spiegare un'iniziativa del genere ai tifosi che, invece, con tanto amore stanno spingendo la società verso il presente e il futuro».
«No, grazie». Dei possibili nuovi è Francesco Casoli il «nome» che circola (o circolava) con maggiore insistenza. Confessa di averci pensato, ma sembra convincersi che non è il caso di affondare il colpo. «Il basket è una cosa seria e dev'essere guidato da gente esperta», frena «mister Elica». «In più, in termini di ritorno promozionale nudo e crudo, per la nostra azienda non è così rilevante, visto che il 97 per cento della produzione viene esportato all'estero».
Alessandro Di Marco
«Venite, gente». Dunque, la porta è aperta. Quasi spalancata, una volta spazzato via l'alibi del «rosso» in bilancio. «Si è sempre detto — spiega il presidente Giuseppe Alberti — che l'ostacolo maggiore per l'ingresso di nuovi soci fosse proprio questo passivo. Bene, nella riunione di mercoledì sera i dirigenti delle ultime gestioni hanno affermato di accollarsi il 'regresso'. Ma questa mossa avrà un senso solo se le forze della città dimostreranno nelle ultime ore prima della riunione di domani di avere veramente a cuore le sorti della nostra pallacanestro». Altrimenti lo spettro della liquidazione tornerà a materializzarsi.
«Caro Comune…». Antonio Ninno, il trait d'union tra vecchio e nuovo, si dice pronto a spingere ancora la nave biancoblù, continua a cercare compagni di ventura e, intanto, lancia messaggi precisi anche all'amministrazione comunale. «Mai come in questo momento è fondamentale che si remi tutti dalla stessa parte», aggiunge Ninno.
«Anche il ruolo dei politici, di qualsiasi bandiera, è fondamentale. Per questo diviene importante ottenere l'appoggio degli amministratori in merito alla questione affitti del palas, ma anche della minoranza.
«Del resto non ho ben capito il perché di quella interrogazione di Tini e Bellucci, peraltro colleghi di partito dell'ex presidente Biondi, che chiedevano al Comune di farsi 'risarcire' dal Fabriano basket proprio in un momento di così chiara difficoltà. Ecco, mi pare difficile spiegare un'iniziativa del genere ai tifosi che, invece, con tanto amore stanno spingendo la società verso il presente e il futuro».
«No, grazie». Dei possibili nuovi è Francesco Casoli il «nome» che circola (o circolava) con maggiore insistenza. Confessa di averci pensato, ma sembra convincersi che non è il caso di affondare il colpo. «Il basket è una cosa seria e dev'essere guidato da gente esperta», frena «mister Elica». «In più, in termini di ritorno promozionale nudo e crudo, per la nostra azienda non è così rilevante, visto che il 97 per cento della produzione viene esportato all'estero».
Alessandro Di Marco
Fonte: Il Resto del Carlino