Campione russo con l’Ural Great Perm dopo un anno all’Aris Salonicco seguito ai cinque a Madrid, fra Estudiantes e Real, e agli inizi alla Sveyton San Pietroburgo. Come mai ora a Udine?
«Ho avuto offerte pure dalla Monte Paschi Siena e dal Tau Vitoria, ma quella della Snaidero è stata migliore non solo per i soldi (Mikhailov farà anche da uomo immagine dell’azienda in Russia dove il gruppo inaugurerà una show room a Perm il 14 gennaio in occasione della trasferta di coppa, ndr). Quindi, la scelta è stata automatica».
Nazionale russo dal 1994, subito finalista ai mondiali e terzo agli europei nel 1997, e campione spagnolo nel 2000 con il Real è esperto di basket internazionale. Cosa pensi del campionato italiano?
«È una lega forte. A livello europeo è la più dura assieme all’Acb spagnola. Sono pronto ad affrontarla. Me ne ha parlato anche Sergei Belov, mio coach all’Ural Great, che ha giocato e allenato in Italia. Grazie a lui capisco già la lingua, specie quando mi parlano piano».
Dal dicembre 1999, quando hai sostituito il tedesco Gnad al Real, sei comunitario.
«Perché ho sposato Irina, russa - spagnola. Abbiamo due figli: una bambina di 12 anni e un neonato di 6 mesi».
I profili tecnici dicono che sei un giocatore molto concentrato, duro ed esperto, eccellente rimbalzista in difesa e in attacco, tiratore in sospensione dalla linea del fallo, difensore sia sui centri sia sulle ali forti. Tu come ti definisci?
«Sono un pivot, che può giocare anche da ala. Preferisco muovermi spalle a canestro, ma non mi dispiace anche agire fronte a canestro».
Che impressione ti ha fatto la Snaidero che hai visto martedì sera a Badalona?
«All’inizio la squadra era stanca, penso per la partita vinta domenica in campionato. Poi, ha preso in mano la gara. Dopo l’intervallo è tornata convinta sul parquet. È stato più importante quel che ha fatto nella ripresa piuttosto che nel primo tempo».
Che ruolo pensi di potere avere in questa squadra?
«Il primo giorno ho pensato a parlare con l’allenatore e con lo staff tecnico. Il secondo ho cominciato a conoscere i nuovi compagni, che sono tutti disponibili. Adesso entrerò nella fase tecnica».
Che idea ti sei fatto del livello della squadra?
«È un buon gruppo, ordinato. È da poco assieme e ha ancora bisogno di amalgamarsi. Manca ancora un po’ di assieme, di spirito di corpo».
All’inizio della stagione alla Snaidero ti volevano per Stern, che non convinceva. Ora sono in discussione Thompson e Alexander.
«Conosco Chandler per avere giocato con lui all’Estudiantes nel 1995-’96. È un buon giocatore, completo: non è soltanto uno specialista. Invece, ho affrontato Alexander (l’anno scorso in Saporta con l’Ural Great, ndr) e pure Mulaomerovic».
Sai che Thompson stenta a entrare in forma?
«Non è una novità. Anche a Madrid ci ha messo un paio di mesi, ma poi ha fatto bene».
Se tu sei un centro, che può giocare ala, allora dovresti rimpiazzare Alexander.
«Il mio compito è di giocare e non di occuparmi di queste questioni».
Te la senti d’esordire a Trieste pur se sei appena arrivato a Udine e non giochi da mesi?
«Non so se sarò impiegato. Sono pronto, comunque, a giocare tutta la partita, anche se non faccio una gara dalla finale del campionato russo il 29 giugno scorso».
«Ho avuto offerte pure dalla Monte Paschi Siena e dal Tau Vitoria, ma quella della Snaidero è stata migliore non solo per i soldi (Mikhailov farà anche da uomo immagine dell’azienda in Russia dove il gruppo inaugurerà una show room a Perm il 14 gennaio in occasione della trasferta di coppa, ndr). Quindi, la scelta è stata automatica».
Nazionale russo dal 1994, subito finalista ai mondiali e terzo agli europei nel 1997, e campione spagnolo nel 2000 con il Real è esperto di basket internazionale. Cosa pensi del campionato italiano?
«È una lega forte. A livello europeo è la più dura assieme all’Acb spagnola. Sono pronto ad affrontarla. Me ne ha parlato anche Sergei Belov, mio coach all’Ural Great, che ha giocato e allenato in Italia. Grazie a lui capisco già la lingua, specie quando mi parlano piano».
Dal dicembre 1999, quando hai sostituito il tedesco Gnad al Real, sei comunitario.
«Perché ho sposato Irina, russa - spagnola. Abbiamo due figli: una bambina di 12 anni e un neonato di 6 mesi».
I profili tecnici dicono che sei un giocatore molto concentrato, duro ed esperto, eccellente rimbalzista in difesa e in attacco, tiratore in sospensione dalla linea del fallo, difensore sia sui centri sia sulle ali forti. Tu come ti definisci?
«Sono un pivot, che può giocare anche da ala. Preferisco muovermi spalle a canestro, ma non mi dispiace anche agire fronte a canestro».
Che impressione ti ha fatto la Snaidero che hai visto martedì sera a Badalona?
«All’inizio la squadra era stanca, penso per la partita vinta domenica in campionato. Poi, ha preso in mano la gara. Dopo l’intervallo è tornata convinta sul parquet. È stato più importante quel che ha fatto nella ripresa piuttosto che nel primo tempo».
Che ruolo pensi di potere avere in questa squadra?
«Il primo giorno ho pensato a parlare con l’allenatore e con lo staff tecnico. Il secondo ho cominciato a conoscere i nuovi compagni, che sono tutti disponibili. Adesso entrerò nella fase tecnica».
Che idea ti sei fatto del livello della squadra?
«È un buon gruppo, ordinato. È da poco assieme e ha ancora bisogno di amalgamarsi. Manca ancora un po’ di assieme, di spirito di corpo».
All’inizio della stagione alla Snaidero ti volevano per Stern, che non convinceva. Ora sono in discussione Thompson e Alexander.
«Conosco Chandler per avere giocato con lui all’Estudiantes nel 1995-’96. È un buon giocatore, completo: non è soltanto uno specialista. Invece, ho affrontato Alexander (l’anno scorso in Saporta con l’Ural Great, ndr) e pure Mulaomerovic».
Sai che Thompson stenta a entrare in forma?
«Non è una novità. Anche a Madrid ci ha messo un paio di mesi, ma poi ha fatto bene».
Se tu sei un centro, che può giocare ala, allora dovresti rimpiazzare Alexander.
«Il mio compito è di giocare e non di occuparmi di queste questioni».
Te la senti d’esordire a Trieste pur se sei appena arrivato a Udine e non giochi da mesi?
«Non so se sarò impiegato. Sono pronto, comunque, a giocare tutta la partita, anche se non faccio una gara dalla finale del campionato russo il 29 giugno scorso».