Il 13 era il numero che Scarone aveva sulla maglia biancoverde della Montepaschi. Dire che non ha portato fortuna, nè a lui né alla società biancoverde, è un puro eufemismo. Sarà così altrettanto anche stasera, quando la squadra di Ataman alle 20.30 va a giocare sul parquet caliente dell'Unicaja la sua tredicesima partita stagionale? Gli scongiuri si sprecano, ma i vaticini remano in gran parte contro le sorti della Mens Sana, che non è riuscita a sfuggire sullo Stretto di Messina a Rombaldoni e Tomidy e ora lo Stretto di Gibilterra rischia di rappresentare quelle Colonne d'Ercole dove andare a infrangersi, quasi ineluttabilmente.
Stesso mare, qui a Malaga come a Reggio Calabria, piatto uniforne, temperatura tiepida, quasi estiva. Molto più caldo, bollente, invece, dentro Ergin Ataman e la squadra biancoverde, un vulcano che vuole eruttare tutto il potenziale accumulato con fragore, che però resta inespresso nel suo insieme, disperdendosi in rivoli e procurando fratture che non incidono in modo chirurgico. Otto partite in campionato (cinque vittorie) e quattro in Eurolega (due successi) sulla bilancia, ma la Mps nelle ultime sei apparizioni soltanto due volte (Avellino e Panathinaikos, entrambi verdi...) è uscita con l'alloro in testa.
Novello Ulisse, il team senese sa pefettamente qual è la sua meta, finali in campionato e in Eurolega, ma come sempre le buone intenzioni portano più direttamente all'inferno che in paradiso.
Solo da dieci giorni Stefanov ha iniziato la sua stagione, Turkcan appare più come una meteora che una stella fissa, accanto a lui Chiacig è disorientato, Ford stenta a orizzontarsi in un habitat che non ha raggiunto equilibri stabili, l'ultima appendice Bowdler aggiunge soluzioni alternative, ma anche ulteriori problemi. Le certezze sembrano poggiare solo su Zukauskas, Vukcevic, Marcaccini, mentre Maggioli viaggia per ora su una linea parallela, e l'incontro non pare vicino.
Difficile nascondere che in questa Montepaschi sono più i problemi da risolvere che quelli risolti. Ataman sicuramente è in un labirinto, impensabile la scorsa stagione. Ne deve ovviamente uscire, ricominciando se possibile da stasera, facendo riaccendere la luce a quelle star che solamente se conformate in una costellazione omogenea potranno illuminarsi di bagliore intenso, accecante per gli avversari. Non se ne esce. Ulisse non deve demordere dal puntare la sua prua verso Itaca, e le Colonne d'Ercole di stasera non necessariamente devono provocare un altro naufragio, come domenica sera a Reggio Calabria. Sta però alla convinzione del suo nocchiero e dei suoi naviganti non cedere alle sirene di un destino già scritto nel grembo di Giove, e farsi fautori della propria fortuna: già prima di entrare in campo. Com'è successo con i greci del Panathinaikos, come dovrà accadere di nuovo sabato contro gli altri verdi all'orizzonte, quelli della Benetton Treviso.
dall'inviato Patrizio Forci
Stesso mare, qui a Malaga come a Reggio Calabria, piatto uniforne, temperatura tiepida, quasi estiva. Molto più caldo, bollente, invece, dentro Ergin Ataman e la squadra biancoverde, un vulcano che vuole eruttare tutto il potenziale accumulato con fragore, che però resta inespresso nel suo insieme, disperdendosi in rivoli e procurando fratture che non incidono in modo chirurgico. Otto partite in campionato (cinque vittorie) e quattro in Eurolega (due successi) sulla bilancia, ma la Mps nelle ultime sei apparizioni soltanto due volte (Avellino e Panathinaikos, entrambi verdi...) è uscita con l'alloro in testa.
Novello Ulisse, il team senese sa pefettamente qual è la sua meta, finali in campionato e in Eurolega, ma come sempre le buone intenzioni portano più direttamente all'inferno che in paradiso.
Solo da dieci giorni Stefanov ha iniziato la sua stagione, Turkcan appare più come una meteora che una stella fissa, accanto a lui Chiacig è disorientato, Ford stenta a orizzontarsi in un habitat che non ha raggiunto equilibri stabili, l'ultima appendice Bowdler aggiunge soluzioni alternative, ma anche ulteriori problemi. Le certezze sembrano poggiare solo su Zukauskas, Vukcevic, Marcaccini, mentre Maggioli viaggia per ora su una linea parallela, e l'incontro non pare vicino.
Difficile nascondere che in questa Montepaschi sono più i problemi da risolvere che quelli risolti. Ataman sicuramente è in un labirinto, impensabile la scorsa stagione. Ne deve ovviamente uscire, ricominciando se possibile da stasera, facendo riaccendere la luce a quelle star che solamente se conformate in una costellazione omogenea potranno illuminarsi di bagliore intenso, accecante per gli avversari. Non se ne esce. Ulisse non deve demordere dal puntare la sua prua verso Itaca, e le Colonne d'Ercole di stasera non necessariamente devono provocare un altro naufragio, come domenica sera a Reggio Calabria. Sta però alla convinzione del suo nocchiero e dei suoi naviganti non cedere alle sirene di un destino già scritto nel grembo di Giove, e farsi fautori della propria fortuna: già prima di entrare in campo. Com'è successo con i greci del Panathinaikos, come dovrà accadere di nuovo sabato contro gli altri verdi all'orizzonte, quelli della Benetton Treviso.
dall'inviato Patrizio Forci
Fonte: La Nazione