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Virtus, Tanjevic presenta l'Ulker

"Da Erdenay a Harun, ho visto crescere i suoi talenti"

Il Virtus-tour comincia questa mattina. La comitiva bianconera – con Rigaudeau acciaccato e in forse per la gara di domani sera – decollerà alle 7 dall'aeroporto Marconi. Per Tanjevic e i suoi ragazzi un tour non solo europeo, ma anche italiano, perché la squadra rientrerà a Roma, venerdì, e resterà nella capitale fino a domenica, per il confronto assai atteso con l'altra Virtus, seconda forza del campionato.
«Con Rigaudeau – racconta Boscia Tanjevic - ho esagerato. Avrei fatto meglio a farlo riposare un po' di più, domenica scorsa. C'è qualche altro acciaccato, come Avleev che lamenta un'infiammazione al tendine d'Achille. Ma i controlli hanno scongiurato complicazioni. E poi abbiamo Scarone un po' affaticato». Così Boscia, domani sera, in Turchia (18,30 italiane), potrà varare uno starting five con due lunghi di ruolo riportando Avleev nel ruolo di ala piccola. Dici Turchia e pensi all'ultima avventura azzurra di Boscia. Ma Tanjevic è un cittadino del mondo (anche se si sente italiano a tutti gli effetti) e non deve prendersi rivincite particolari. Così quando parla dell'Ulker riesce a toccare toni affettuosi. «Prendiamo Erdenay – dice – lo conosco da quando era un bambino. Suo padre, che è stato uno dei migliori giocatori di Turchia, era un mio grande amico. Così ho visto crescere il piccolo Harun che ormai è uno dei senatori della squadra, ma è ancora capace di realizzare una trentina di punti. C'è Praskevicius, lo voleva mezza Europa. Me lo ricordo bene perché l'anno scorso era a Ostenda ed era nel girone del mio Villeurbanne. Poi ci sono due ragazzi che vengono dal nostro campionato, Blair e Booker».
Torna in bianconero, infine, Ricky Morandotti (nella foto con l'ormai storica maglia Buckler). Il libraio-editore, nonché giocatore di Castel Guelfo (B2, ma nell'ultimo turno, dice lui, ha “fatto schifo”, perdendo una gara già vinta), sarà il responsabile dei rapporti con i tifosi. In campo il biondino era uno che trascinava i compagni. Proverà a farlo anche con i tifosi (ma, giura lui, non arriverà a “menare” gli avversari, come accadeva sul parquet).
Alessandro Gallo




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